di Claudia Schiera.
Costruire, senza aggredire, il paesaggio è una delle sfide più interessanti dei giorni nostri: in provincia di Catania, la Biennale internazionale del giardino mediterraneo Radicepura è un’oasi di sperimentazione progettuale in cui arte e paesaggio si incontrano.
Sulla sponda orientale della Sicilia, a Giarre, in provincia di Catania, lo scorso 17 maggio è stata inaugurata la quinta edizione del Radicepura Garden Festival. La biennale del giardino mediterraneo, che andrà avanti fino al 7 dicembre, si svolge all’interno del parco botanico Radicepura e ospita grandi protagonisti del paesaggismo, dell’arte e dell’architettura, ma anche designer e studiosi. Un’importante occasione, unica nel suo genere, di pratica concreta del paesaggio mediterraneo. Una vera e propria ‘visione’ di natura contemporanea incastonata in un luogo magico fra il mar Jonio e il più grande vulcano attivo d’Europa, l’Etna.
La locandina di Radicepura Garden Festival – V edizione
Dieci giardini temporanei e sette giardini permanenti, realizzati con le oltre 5000 varietà di piante messe a disposizione da Piante Faro, il vivaio siciliano considerato una delle realtà più innovative e dinamiche sul territorio nazionale.
«Quella di quest’anno è un’edizione importante», racconta Mario Faro – direttore generale Radicepura Garden Festival – «Perché conferma i dieci anni di lavoro che ci hanno portato a poter avere una qualità progettuale molto alta, abbiamo scelto dieci progetti tra 1100 iscrizioni che ci sono arrivate da oltre 60 Paesi, questo premia i nostri sforzi e fa emergere come sempre più centrale il tema del vivere in armonia con la natura. Il festival è un laboratorio di confronto, ricerca e pratica del giardino che non rappresenta più una dimensione privata, ma collettiva, qualcosa che pensiamo come bene comune».
Vento e Acqua, tentativi di resilienza. Realizzato dall’architetto paesaggista Paolo Pejrone è uno dei giardini permanenti del parco.
Carlo Federico e Franco Enrico Serra, progettisti di “Il Miracolo di Quasimodo” (anche in copertina). Nel realizzare questo giardino, dove sono fotografati, hanno preso spunto dalla poesia “Specchio” dello scrittore Salvatore Quasimodo.
Il tema di questa edizione è Chaos (and) Order in the Garden. «I progetti selezionati esplorano il tema guida: dal caos rinasce la natura e si organizzano le idee» spiega il Direttore Artistico Antonio Perazzi. « Il giardino in questo momento storico è a cavallo tra il naturale e l’artificiale e i progetti realizzati danno spazio ai tempi lenti propri della natura, rivelando la possibilità di creare stupore e meraviglia, assecondando lo sviluppo senza rigidi canoni di progettazione, un modo per rispettare l’ambiente e gli ecosistemi sottesi che in questo modo riescono a coabitare». I dieci giardini realizzati provengono da progettisti che arrivano da: Francia, Hong Kong, India, Islanda, Italia, Spagna, Stati Uniti.
Realizzato dagli architetti Monica Torrisi e Giada Straci, Mira è un giardino selvatico ‘costruito’ con piante autoctone della macchia mediterranea, che prosperano senza un intervento umano costante.
In un’epoca di cambiamenti climatici e perdita della biodiversità, Giardino di Terra esplora soluzioni alternative per rispondere alle profonde trasformazioni in atto.Un progetto realizzato da Vincent Dumay e Baptiste Wullschleger.
Nel corso delle diverse edizioni sono significative le numerose testimonianze che paesaggisti di fama internazionale lasciano nel Parco (i giardini permanenti). Questo ha permesso di dare vita a una vera e propria collezione d’autore che al momento vanta contributi di paesaggisti importanti come: François Abéllanet, James Basson, Paolo Pejrone, solo per citarne alcuni. Per questa quinta edizione di Radicepura Garden Festival, ospite speciale sarà la pluripremiata paesaggista inglese Sarah Eberle con il progetto: A Postcard from Sicily, un’ode alla ricchezza della terra siciliana.
Patio è un giardino mediterraneo tradizionale ispirato ai famosi cortili andalusi. Un lavoro realizzato dal team Follow Friday, composto da due fratelli, Marta e Fernando Gamarro.
Ma Radicepura Garden Festival non è soltanto progettazione del paesaggio, l’evento è anche un crocevia di scambio culturale in cui artisti, designer e studiosi approdano per approfondire il tema della natura nei suoi tanti linguaggi artistici. All’interno del parco sono state inserite diverse opere a tema di artisti contemporanei e la Biennale prevede anche un workshop a tema, un corso di scrittura, un concorso internazionale di cortometraggi e degli incontri/conversazioni finalizzati a stimolare il dibattito contemporaneo legato alla cultura secolare del giardino.
Un disegno di progetto e una foto del giardino: A postcard from Sicily, realizzato dalla paesaggista inglese Sarah Eberle.
Spazio di cultura e di interessanti vibrazioni in cui si ‘respira natura’, il parco botanico Radicepura, con la sua Biennale, riconnette con il paesaggio. La qualità degli interventi progettuali e l’indiscutibile luogo in cui si trova lo rendono un’inconsueta, ma accattivante, meta culturale da segnare in agenda per le prossime vacanze.
Come raggiungere il parco botanico? Per chi arriva in aereo l’aeroporto di riferimento è Catania Vincenzo Bellini – Fontanarossa, da li seguendo le indicazioni per l’autostrada A18 Catania-Messina si raggiunge Giarre.
Per chi si trova già in Sicilia, il sito dista in auto: 30 km da Taormina, 40 Km da Catania e 200 km da Palermo. Il Parco è aperto tutti i giorni, da martedì a domenica, con orari diversi in base ai mesi. Per tutte le informazioni, compresi gli eventi in programma, e per le diverse modalità d’accesso è possibile consultare il sito che offre aggiornamenti continui.
RADICEPURA GARDEN FESTIVAL
Orario: luglio-settembre 15:00-21:00 | ottobre-dicembre 15:00-17:00
Ingresso a pagamento: adulti € 15; under 12 gratis
Parco Botanico Radicepura – Via Fogazzaro 19 – Giarre (CT)
Fino al 7 dicembre 2025 – radicepurafestival.com
Layers di Andy Sturgeon uno dei giardini permanenti che è possibile visitare all’interno del parco.
In copertina, il render di studio del progetto di Carlo Federico e Franco Enrico Serra: “Il Miracolo di Quasimodo”.