Al via la Fiera Antiquaria di Arezzo (1 -2 luglio) che quest’anno festeggia 50anni e per l’occasione accoglie anche il primo raduno Dandy italiano dove eleganza e bon ton sono rappresentate dal cerimoniere Stefano Agnoloni. Maestro di stile e di buone maniere al quale abbiamo domandato cosa troveranno gli appassionati dandismo e dintorni ad aspettarli sulle bancherelle della fiera più grande e più bella tra i mercati antiquari all’aperto in Italia.
Piazza Grande, Arezzo. Foto © Giulio Cirinei
“Partirei dal contesto storico e architettonico nel quale si svolge. Uno spazio ideale sia per gli amanti di antiquariato, modernariato, vintage e collezionismo, che per i gentleman alla ricerca del pezzo particolare per rendere unico l’outfit, le proprie collezioni e la propria casa. Pazzi per i bei tempi andati, faranno incetta di oggetti antichi e ricercati. Penso ai vecchi grammofoni e agli utensili da barbiere, alle valigie vintage, ai reggi-riviste, alle étagère per le collezioni di pipe e macchine fotografiche, agli orologi da taschino, alle sveglie, alle ormai rare bottigliette delle colonie dopobarba, ai pennelli per la schiuma e rasoi. E ancora, vecchi lucchetti, posate d’argento con cui apparecchiare la tavola, appendiabiti, svuota tasche, orologi da parete, poltrone di pelle dove sedersi comodamente a fumare un sigaro con i propri amici, magari sorseggiando un bicchiere di rum, whisky o brandy in bicchieri serviti da belle bottiglie di cristallo sfaccettato, rigorosamente d’antan”.
Lucchetti d’epoca
Trattando il tema, non possiamo non approfittarne e chiedere al nostro esperto di buone maniere quali sono le regole d’oro del ricevere con stile e gli errori assolutamente da evitare quando si invita un ospite a casa propria.
“La prima regola è quella di non farsi trovare pronti, quindi vietato aprire la porta in vestaglia e ciabatte. Quindi il consiglio è di tenere d’occhio le lancette dell’orologio. E’ importante stabilire un’ora e che almeno mezzora prima del tempo stabilito si sia già pronti, sia dal punto di vista estetico che organizzativo. Un altro aspetto da non sottovalutare è l’outfit che dovrà essere coordinato in base al tipo di invito, formale o informale. Inoltre non bisogna farsi condizionare dall’aspettarsi di ricevere un qualsivoglia pensiero dai propri invitati, sia che si tratti di una bottiglia di vino o di un mazzo di fiori”. Come a dire, il vero regalo sarà la loro compagnia.
Macchine fotografiche d’epoca.
“Infatti se organizziamo un pranzo o una cena, lo facciamo fondamentalmente per stare assieme. Tanti tralasciano questo aspetto per fare bella figura, concentrandosi sulla preparazione di piatti particolari, ricercati e succulenti per stupire i propri invitati. Sarà sufficiente anche una semplice pasta al pomodoro o un roast-beef ben cucinato”. Largo quindi alla semplicità, con piatti che possano piacere a tutti. “Non dobbiamo aver alcun timore di chiedere ai nostri ospiti se soffrono di intolleranze, allergie di sorta o se sono vegetariani, perché nostro compito è quello di farli sentire sempre a loro agio”.
Stefano Agnoloni, cerimoniere del primo raduno Dandy ad Arezzo. Foto © Matteo Bianchi Fasani
Altra questione spinosa, come fare le presentazioni. “Tocca ai padroni di casa introdurre gli ospiti e fare le presentazioni. Far socializzare gli ospiti fra loro con un argomento che li coinvolga: la passione per l’arte, l’antiquariato, la professione. Un’altra cosa in cui non bisogna mai inciampare riguarda l’attenzione da riservare ai nostri ospiti, deve essere sempre la stessa per tutti. Anche nel caso ci sia un ospite d’onore, anche se a tavola lo si terrà alla nostra destra, lo si servirà per primo, lo si accompagnerà e lo si guiderà fra gli altri invitati, ma ciò non significa che goda di diritti particolari rispetto agli altri”.
Nell’immagine di copertina, Stefano Agnoloni – Foto © Matteo Bianchi Fasani