di Roberta Del Vaglio.
Un design fatto di competenza e rispetto per le tradizioni, raw material ricercati e antiche eccellenze artigianali.
Agustina Bottoni è nata in Argentina ma ha trovato a Milano l’habitat ideale per portare avanti il suo lavoro di creativa ad ampio raggio, dal design di prodotto e di arredo al tessuto, agli spazi privati, fino al settore contract. Ama lavorare sia come freelance, sia come parte del collettivo femminile The Ladies Group, costituito insieme a Ilaria Bianchi, Sara Ricciardi e Astrid Luglio.
Nei suoi progetti esprime un’estetica femminile fatta di forme gentili e materiali ricercati, attingendo volentieri alle eccellenze artigianali che scopre in Italia ma anche nel resto del mondo. Il tappeto Foliage, ultimo progetto realizzato per una galleria francese, ne è la conferma.
Tappeto Foliage di Agustina Bottoni per Galerie Chevalier & Parsua
Come è nato il progetto del tappeto Foliage per Galerie Chevalier & Parsua?
In occasione del suo ventesimo anniversario la galleria, che è specializzata in tappeti, mi ha invitato, insieme ad altri designer, a creare un progetto ad hoc. Mi è stata data grande libertà e ho cercato l’ispirazione nella storia dell’arte tessile in cui il tema botanico è molto presente.
L’ho tradotto nel mio linguaggio, con l’intenzione di occupare con il disegno una buona parte della superficie, di riempire quasi tutto lo spazio. Il disegno è nato durante il lockdown, quando la natura era un elemento a cui non potevo accedere, e forse in un certo senso ho elaborato questa mancanza attraverso di esso.
Dove e come viene prodotto il tappeto?
Il tappeto è realizzato in lana pura a mano in Iran ed è un procedimento molto lungo e laborioso: occorre il lavoro di due persone per sei mesi per ottenerne uno e, in ciascun esemplare, si contano circa centosessantamila nodi per ogni metro quadrato.
Collezione Calici Milanesi di Agustina Bottoni
Quali sono stati, invece, i riferimenti estetici per i Calici Milanesi?
È un omaggio al progetto di Piero Portaluppi per la Villa Necchi di Milano, da cui ho tratto ispirazione per l’aspetto scultoreo di questa linea. L’ho ideata nel 2018 e, poiché ha avuto un’accoglienza davvero bella, ho deciso di ampliarla e di continuare a proporla, anche perché mi piace il fatto che questi calici accompagnino dei momenti speciali di celebrazione. Sono tutti fatti a mano in Veneto e sono contenta di spedirli in tutto il mondo e far conoscere queste abilità artigianali.
L’artigianato è un tema ricorrente nei tuoi progetti, che rapporto hai con questa realtà?
È vero, molti miei progetti usano l’artigianato. Del resto, vivere in Italia, offre un vantaggio in questo senso perché c’è una grande varietà di competenze artigiane. È un valore aggiunto per il prodotto, perché ci vogliono tempo, pazienza, capacità e tutto questo si vede e si apprezza. Sono pezzi unici, in un momento in cui siamo sempre più abituati alla produzione in serie di oggetti tutti uguali.
Collezione Gynoecium per galleria Amelie Maison D’Art
Un altro elemento ricorrente è il “femminile”, che hai declinato in modo ampio nel progetto Gynoecium, ce lo racconti?
Nel 2019 la galleria parigina Amelie ha chiesto a me, e al collettivo di cui faccio parte, di presentare dei progetti autonomi ma legati dallo stesso tema. In questo caso si tratta dell’immaginario femminile, di cui celebriamo con intenzione la gentilezza e il senso di accoglienza. Ecco perché nel progetto Gynoecium troviamo, ad esempio, sia il richiamo alla parte femminile del fiore, sia uno al gioiello.
Seduta Hang Out di Agustina Bottoni per Abet Laminati
In occasione dell’ultima settimana del design hai presentato per Abet Laminati il progetto Hang Out, che cosa ti ha ispirato?
Abet Laminati mi ha chiesto un progetto che celebrasse i quarant’anni dalla nascita del Gruppo Memphis, ho dunque ripreso le loro forme ma con la mia sensibilità. Ho progettato una sedia a dondolo che invita a rilassarsi e può essere usata anche all’esterno, con un pattern geometrico che richiama lo stile Memphis, ma è stato creato da me.
In copertina, Agustina Bottoni con il tappeto Foliage da lei disegnato. Immagine di Roberto Nino Betancourt