Sette regole d’oro che vi guideranno nella scelta dei contenitori giusti. Per avere un balcone bello, fruibile e ricco di piante in salute
Esistono vasi di ogni forma, dimensione e colore: una tale quantità che potrebbe disorientare! Proviamo allora a vedere quali sono i punti da tenere in considerazione quando scegliamo i vasi da mettere sul nostro balcone, ricordandoci sempre che i protagonisti sono due: il nostro spazio, e le piante che dovranno abitarlo. La scelta del vaso dovrà essere coerente e adeguata per entrambi.
1. Colore
Sembra un dettaglio puramente estetico, ma non è proprio così: ricordiamoci che i colori chiari respingono un pochino i raggi solari, mentre quelli scuri li assorbono. Questo significa che in un vaso scuro il terriccio e le radici all’interno si scaldano, e l’acqua si asciuga, prima. Per quanto riguarda invece lo spazio, se è piccolo, meglio orientarci verso colori chiari, neutri, e uniformi, in modo che il balcone non sembri chiassoso e più ingombro di quello che è. A dare colore ci penseranno i fiori.
2. Materiale
La plastica è molto durevole, ed è leggera: l’ideale per i balconi e i terrazzi, soprattutto se vogliamo mettere più elementi vicini. Se avete qualche obiezione sulla plastica, ricordate che un vaso trattato bene dura davvero moltissimo tempo, e che oggi le case produttrici che propongono vasi riciclabili, o in plastica riciclata, sono molte.
L’alternativa è la terracotta, un materiale naturale e bellissimo, ma molto più poroso della plastica: quindi il terriccio si asciuga molto più velocemente. La terracotta inoltre non è robusta, può rompersi e scheggiarsi e infine… è pesante. Quindi, soprattutto nel caso di vasi di grandi dimensioni, valutate bene l’acquisto, perché spostarlo sarà difficoltoso e perché il carico che può sopportare il balcone non è infinito.
3. Forma
Le forme sono fondamentalmente tre: tonda (cilindri o tronchi di cono), la più classica e anche quella in cui le radici si sviluppano meglio; rettangolare e quadrata, ottima per i balconi, sia nel caso si appendano i vasi alla ringhiera (le balconette), sia nel caso vogliate realizzare una bordura a terra; e infine gli angolari, che permettono di sfruttare al meglio lo spazio negli angoli.
Nel caso vogliate creare grandi masse di verde, o una schermatura, sconsiglio i vasi tondi: se affiancati, fanno sprecare molto spazio. Meglio scegliere contenitori rettangolari e giocare a creare composizioni e mix nello stesso vaso. Il vaso tondo è meglio per valorizzare un esemplare, magari di grandi dimensioni, che deve avere tutta la scena per sé.
Le vasche lunghe e rettangolari permettono di sfruttare lo spazio creando bordure miste
4. Dimensione
Il vero campo in cui si gioca il compromesso fra spazio e piante. Il punto di partenza però deve essere lo spazio che avete a disposizione: se il balcone è piccolo, usate vasche lunghe e strette, prediligendo le fioriere che si agganciano alle ringhiere e che occupano quindi spazio esterno a quello calpestabile. Le piante andranno scelte di conseguenza, a seconda di quanto spazio ha bisogno l’apparato radicale per svilupparsi correttamente.
Le piante grasse, ad esempio, crescono molto lentamente e senza sviluppare grandi radici: per questo stanno benissimo anche in vasi piccoli. L’agapanthus, al contrario, ha radici ingombranti che hanno bisogno di espandersi, quindi il vaso dovrà essere grande per forza. Considerate anche lo sviluppo della parte aerea però: su un balcone a sud la gaura è bellissima, ma non va bene in un balcone piccolo, perché lo invaderebbe con le sue fronde e non ci sarebbe più spazio per voi!
Un balcone lungo e stretto ha spazio per tutti, se le piante vengono disposte nelle fioriere appese alla ringhiera!
5. Disposizione
Le dimensioni e la disposizione dei vasi dipendono dal punto che volete arredare. Qualche esempio: i vasi alti sono adatti per arredare i lati di una porta o di una finestra danno eleganza e importanza, oppure per realizzare una quinta dietro a vasi più bassi; vasi lunghi e bassi sono adatti a creare bordi e schermi; i vasi tondi sono perfetti per valorizzare gli esemplari e se usati singolarmente in grandi dimensioni, creano punti focali.
Due vasi alti, in cui sono collati due cespugli di bosso: un modo semplice ed elegante per valorizzare l’ingresso di casa
6. Drenaggio
Quando innaffiamo, permettiamo alle piante di idratarsi. Ma il fatto che abbiano bisogno di bere, non vuol dire che vogliano stare a bagno tutto il giorno. Bisogna fare in modo che l’acqua non ristagni dentro i vasi. Questo si ottiene in due modi: ponendo sul fondo del materiale drenante, come l’argilla espansa; e con i fori che permettono all’acqua di scolo di uscire dal vaso. In questo modo evitiamo i marciumi radicali.
Se avete trovato un vaso bellissimo, ma senza buchi sul fondo, si tratta di un coprivaso: ovvero di un contenitore esteticamente gradevole, in cui viene posto il vaso di coltivazione. in questo caso, ricordate che i coprivasi vanno svuotati dall’acqua in eccesso dopo aver innaffiato, o ancora meglio, i vasi vanno innaffiati fuori dal coprivaso. Altrimenti, se vi piace molto ed è in plastica, potete praticare i fori voi stessi con una punta del trapano e usarlo come un vaso qualunque.
Se invece avete scelto i vasi con fori di drenaggio, uno strumento utilissimo è il sottovaso, che permette all’acqua di non colare da basso, facendo infuriare l’inquilino che abita sotto di voi. Anche il sottovaso, però, va svuotato quindici minuti dopo aver innaffiato. Il sottovaso deve avere un diametro di poco superiore al vaso. Oggi è possibile anche acquistare vasi “con riserva d’acqua”: sono pensati con un doppio fondo, in modo che l’acqua scenda senza fuoriuscire e non resti a contatto con le radici. Questi vasi sono dotati di fori per il troppo pieno che, nel caso il doppio fondo si riempia, fanno uscire l’acqua in eccesso. Una soluzione comodissima per chi innaffia prima di uscire e poi deve scappare!
7. Rinvaso
Pensiamo al vaso come a un vestito: mano a mano che i bambini crescono, adattiamo gli abiti prendendo taglie più grandi. Per le piante è lo stesso. Anche qui, a seconda della specie, troviamo esigenze diverse; ma di regola è opportuno considerare un cambio di vaso ogni due anni, aumentando la taglia di qualche centimetro (senza esagerare, altrimenti lo stress per le radici, che si espandono nel nuovo spazio a disposizione, è troppo alto e va a discapito dello sviluppo della parte aerea). Il rinvaso è anche l’occasione per rompere un pochino la zolla, liberando delicatamente le radici dal terriccio vecchio, ormai esausto, a favore di terriccio fresco e ricco. Le vostre piante vi ringrazieranno e vi faranno compagnia ancora a lungo!
Le piante grasse hanno crescita lenta, quindi per loro il rinvaso può essere fatto anche dopo alcuni anni, meglio se con terriccio specifico