arredi casa cuoio sedie rete

Franco Poli – una mostra a Parma dei suoi prodotti

di Marta Santacatterina.

Una lunga carriera, una fama internazionale, molti premi e riconoscimenti ricevuti: stiamo parlando di Franco Poli, che abbiamo intervistato in vista dell’imminente opening (stasera alle ore 19) di una mostra che a Parma espone la sua produzione di alcuni elementi di arredo – prototipi compresi – per importanti marchi industriali.

Abbiamo voluto approfondire in particolare una recente collezione, disegnata da Poli in collaborazione con Beatriz Sempere per l’azienda friulana Midj e che si basa su un’originalissima tecnica di intaglio del cuoio ideata dal designer basandosi su ricerche relative alle reti topologiche e alla geodesia di Fuller.

sedie dondolo rete cuoio verde

Da dove è nata l’idea di creare una rete di cuoio? E quali sono le caratteristiche principali che la distinguono dalle reti costituite da altri materiali?

La rete in cuoio nasce da alcune considerazioni di carattere economico e dalla voglia di raccontare la contemporaneità attraverso la multidimensionalità, ovvero nel far vedere alcune dimensioni nascoste con degli accorgimenti di geometria topologica. Euclide è lontano e le superfici elastiche non sono calcolabili con la geometria classica… ecco come stare nell’oggi.

Utilizziamo da anni le lamiere stirate, ma sono lontane concettualmente dalle mie perché in sostanza sono sempre bidimensionali… superfici bucate in un’altra maniera. In breve non si possono fare delle nicchie (dei cocoon) mentre le mie sono avvolgenti e per farlo tutti i tagli sono differenti. Ma ci sono altri segni (come si potrà vedere nella mostra) che espandono la superficie anche in larghezza e non solo in lunghezza, e che sono graficamente e concettualmente molto differenti.

arredi e complementi rete
La collezione Guapa nasce dalla collaborazione di due designer – lei e Beatriz Sempere – con una azienda friulana. Mi racconta qualcosa sul lavoro che avete realizzato insieme e sulla sintonia che si è creata tra di voi?

La creazione delle reti nasce molto prima (il brevetto è del 2000) sostanzialmente da una scommessa fra Massimo Grassi e me, ma questa è un’altra storia. Beatriz è una cara amica e una valida collega che mi ha presentato alla Midj. Mi è sembrato corretto coinvolgerla nel nuovo progetto che l’azienda mi chiedeva e questa collaborazione entusiasta e la grande disponibilità della Midj hanno dato dei risultati incredibili che solo con la passione vera e la tecnologia intelligente si possono ottenere.

Alla fine, invece di incollare il cuoio alla struttura, siamo riusciti a implementare una lavorazione totalmente nuova che ha dato un notevole ritorno economico. Un’idea GUAPA!

sedie e tavolo tondo design

Come mai avete scelto il nome “Guapa” per questa serie di sedute e lampade?

Non Guapa… ma Guapissima! La collezione parla un po’ spagnolo e ha un sapore internazionale nonostante il “Made in Italy” ostinatamente ed efficacemente sostenuto dalla Midj di Cordovado. È un bel nome, si ricorda bene e vuol dire “bella”… più di così?!

Lei ha lavorato con grandi – grandissime – aziende fin dagli anni Settanta. Ha seguito quindi da vicino la crescente passione per il design, termine che ormai affiora sia sulla bocca di chi veramente lo conosce sia di chi lo ignora, ma lo nomina per apparire o “approfitta” del design per partecipare ai party del Salone del Mobile. Qual è la sua opinione sull’attuale panorama del design in Italia?

Ah ah ah certo! La parola design è davvero abusata, ma sempre meno compresa nella sua essenza primaria. Mario Bellini (il nostro Vate) afferma che ne è felice e che la sua diffusione non può che espandere il concetto del bello e sottolineare un primato tutto italiano, sarà così, anzi è così di sicuro, ma il vero design è una disciplina difficile che richiede dedizione e grandissima passione per essere espressa ai livelli che i grandi maestri ci hanno consegnato.

Può essere sublime e fare ancora la differenza fra chi questa cultura la possiede e chi ne è distante chilometri. Ma non dimentichiamo che l’uomo ha fatto la sua comparsa nel mondo proprio con i primi utensili, con l’intelligenza applicata agli oggetti, anzi con l’intelligenza tout-court. Esiste in tutte le culture, anche nelle più lontane dalla nostra.

appendiabiti e sedia seduta cuoio
“Senza industria, il design non esiste”, afferma in un’ intervista. E così dicendo torna idealmente alle origini del design, a quell’Arts&Crafts di morrisiana memoria che voleva la produzione di oggetti belli per “tutti” e quindi prodotti in grande numero e con tecniche standardizzate al fine di abbattere i costi. Un po’ provocatoriamente, allora, le chiedo: cosa pensa dei giovani designer che si autoproducono?

La mia risposta si divide in quattro per due motivi; il primo è che nel design dell’Ottocento e dei primi del Novecento ci sono due anime, e il secondo è che l’industria contemporanea è “post-moderna” almeno da trent’anni.

Quindi: Morris viene convinto da Ruskin che la serialità non poteva che essere volgare e, in totale antagonismo con l’industria nascente, afferma che la cultura gotica e medievale è migliore nella fabbricazione di utensili per l’uomo, per cui inneggia alle arti e mestieri del passato, gli “Art & Crafts” per l’appunto! Questo sottile antagonismo è ancora presente anche quando il design diventa maturo e afferma che il linguaggio artistico non può che derivare dall’ottimizzazione degli elementi costitutivi che sono belli perché funzionano bene, e quindi un motore perfetto ha anche una forma perfettamente estetica cioè è BELLISSIMO.

Quindi si arriva alla negazione di qualsiasi tipo di decorazione che diventa un crimine perché impedisce al linguaggio della tecnica di esprimere la sua essenza, la sua bellezza non codificabile e sempre nuova data dal progresso funzionale che rappresenta, pertanto ogni oggetto nuovo fonda anche il suo stesso linguaggio estetico. Questo passaggio chiarisce i fondamenti sia linguistici che tecnici del vero design.

Ma, come sappiamo bene, gli statuti della modernità si sono fatalmente infranti, la missione di rispondere ai bisogni della gente con oggetti belli, buoni e duraturi si è frantumata sulle istanze primarie delle aziende stesse che sono quelle del profitto e della sopravvivenza nella lotta con la concorrenza.

L’industria contemporanea è post-moderna: anteponendo il proprio interesse a quello della collettività non risponde più a reali bisogni, ma ne crea sempre di nuovi funzionali al proprio interesse ignorando sempre più il bene comune.

Quindi l’autoproduzione non è né un bene né un male in se, il design è tale solo se gli oggetti sono prodotti con tecniche ripetitive, cioè con attrezzature che permettono di replicare a lungo l’oggetto che deve essere più simile possibile a se stesso. Se non è così si fa arte o artigianato.

Il designer Franco Poli.
ritratto franco poli designer
L’intera collezione Guapa è visibile sul sito dell’azienda midj.com

Itinerario di una forma. Franco Poli – a cura di Guillame Pacetti ed Elisabetta Baratti
dove: CUBO – via La Spezia, 90 – Parma
quando: dal 19 maggio 2018 (inaugurazione ore 19) al 4 giugno 2018
orari: lunedì al sabato 10 – 19, ingresso libero
Per maggiori info – cuboparma.com

Tutte le immagini del servizio sono della collezione Guapa di Midj, design Franco Poli & Beatriz Sempere.

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Post comment

Share on Facebook
Share on WhatsApp
Share on Pinterest

Video

Calendario Icone di Design

Lun
Mar
Mer
Gio
Ven
Sab
Dom

Iscriviti alla newsletter

Ho letto l'informativa e acconsento al trattamento dei miei dati personali. *

Seguici

Share on Facebook
Share on WhatsApp
Share on Pinterest
Articoli correlati