di Anna Vittoria Zuliani.
Lo studio Brambilla Orsoni Architetti Associati è autore del progetto di recupero di un rustico a La Thuile, in Valle d’Aosta.
Il fabbricato è parte di un nucleo isolato di costruzioni immerse nel silenzio: il villaggio Petosan che si trova a 1752 metri. L’edificio, definito mayen, fu costruito in media montagna per dare protezione all’uomo al piano primo e ai suoi animali da pascolo al piano terra, nel loro cammino verso il fondovalle.
La sezione aurea governa la forma dell’architettura che esprime purezza, essenzialità, risponde alla propria funzione senza fronzoli. È lo specchio di chi lo ha edificato con approccio pragmatico, e che ha appreso e applicato un sapere costruttivo tramandato di generazione in generazione. Costruito dall’uomo, appartiene alla terra.
La costruzione ha muri in pietra, copertura in legno rivestita a lastroni di pietra a spacco e dettagli pregiati: lo sono le poche e piccole finestre in larice, estremamente sofisticate. I progettisti hanno deciso di conservare e tramandare il dettaglio perché non migliorabile, efficiente, riproducendole nel rispetto dei parametri attuali. L’edificio, rinnovato e reso energeticamente più funzionante, viene restituito al paesaggio con nuovo rispetto.
Il progetto di recupero ha previsto la collocazione di otto posti letto in 82mq di superficie. La distribuzione planimetrica svincola completamente il muro perimetrale, mentre un nocciolo interno ad isola contiene la scala, i bagni, il blocco cucina e gli armadi. Alle estremità, al piano terra si inserisce l’ingresso dotato di uno spazio per il deposito dell’attrezzatura di montagna e una camera, al primo piano si trovano una seconda stanza da letto e il soggiorno, scaldato dalla presenza di una stufa a legna in ferro realizzata su disegno dei progettisti. Tutta la superficie è utilizzabile e convertibile in spazio per il riposo.
Pavimenti e pareti interni sono rivestiti di doghe di massello di larice, ad eccezione di due fronti opposti finiti a gesso. La percezione è quella di un estruso in legno sezionato, con terminali in gesso bianchi. Il nucleo interno che contiene i servizi è in larice trattato con ossido di ferro finito con sciolina. Il contrasto con il colore naturale del legno è forte ma caldo, restano ben visibili le venature del legno e la preponderante natura del materiale originario.
“Il nostro piccolo lavoro continua l’opera anonima precedente”: gli architetti comaschi Paolo Brambilla ed Elisabetta Orsoni, con il contributo di Eugenio Castiglioni, hanno attuato un’operazione di recupero in continuità con la storia dell’edificio. Hanno saputo guardare e ascoltare l’essenza del luogo.
Con il progetto dell’Alpeggio Petosan hanno dimostrato che un rispettoso cambiamento è possibile anche per vecchi edifici che sembrano custodire un equilibrio difficile da conservare.
Tutte le immagini del servizio sono a cura di Eugenio Castiglioni