di Arianna Giancaterina.
Un balcone può rappresentare un’ottima opportunità per creare un ulteriore ambiente domestico, riparato, da sfruttare anche nei mesi più freddi.
Lo spazio, in casa, non basta mai. È una cosa comune sognare di ampliare la zona living, per dar vita a una sala relax, oppure avere una stanza in più da adibire a palestra, ad attività ricreative o per accogliere gli ospiti con maggior agio. La buona notizia è che non bisogna, per forza, cambiare casa. Se la metratura interna a disposizione non viene in aiuto, ma si dispone di uno spazio esterno privato, chiudere un balcone con una veranda è possibile e permette, di fatto, di ricavare un nuovo locale autonomo.
Per effettuare questo tipo di intervento è però necessaria la richiesta di alcuni permessi, in quanto l’opera andrà ad aumentare la volumetria originaria dell’abitazione e a modificare la conformazione della facciata dell’edificio. Le uniche soluzioni che rendono possibile chiudere una loggia, senza la richiesta di autorizzazioni – non andando incontro a sanzioni – sono quelle previste in regime di edilizia libera, e che comprendono, esclusivamente, l’installazione di strutture amovibili e non permanenti come, ad esempio, pergole e gazebo.
Photo Tobias Wilden
Permessi necessari per chiudere un balcone
Le verande, fisse e durature, non sono infatti considerate opere temporanee. Solitamente sono realizzate con pannelli in policarbonato combinati con infissi in legno, PVC o alluminio per la cui installazione è necessario ottenere una licenza edilizia (CILA o Permesso di costruire) rilasciata dal comune di competenza su richiesta di un tecnico (architetto, ingegnere o geometra). Il lavoro eseguito senza le idonee autorizzazioni è infatti considerato un abuso edilizio. Proprio per questo motivo è bene confrontarsi sempre con un professionista competente in materia, che saprà valutare correttamente ogni specifica esigenza.
Hector J. Rivas
Il parere del condominio e il ricalcolo delle quote condominiali
Se l’abitazione è sita all’interno di un condominio, anche se non è obbligatorio per legge, è bene informare l’amministratore, prima di effettuare ogni lavoro, e sottoporre il progetto all’assemblea. La copertura del balcone, in ogni caso, non dovrà compromettere l’estetica generale della facciata, né condizionare l’affaccio del condomino del piano superiore. In aggiunta, andando a modificare la superficie di pertinenza dell’abitazione, l’intervento richiederà il ricalcolo della suddivisione delle quote millesimali in ambito condominiale.
Photo Lissete Laverde
Nuove regole per l’installazione delle Vetrate Panoramiche
Lo scorso settembre, in Senato, all’interno del Decreto Aiuti, è stata inoltre approvata l’introduzione di un emendamento (articolo 33-quater) che va a modificare il Testo Unico Edilizia (DPR 380/2001) in merito all’installazione di vetrate panoramiche, le cosiddette Vepa. Non risulta, cioè, più necessario alcun permesso comunale per la realizzazione di strutture vetrate di schermatura e ombreggiatura di balconi e terrazzi.
Photo Lissete Laverde
Nonostante i titoloni ad effetto, e la grande confusione in relazione a questa nuova norma, il “via libera” riguarda – solo ed esclusivamente – sistemi amovibili capaci di assolvere a funzioni temporanee di protezione dagli agenti atmosferici, che non vanno ad alterare la volumetria dell’abitazione, né a modificare la destinazione d’uso di tali ambienti.
Photo Sophie Dale
In copertina, photo Ricardo Gomez; photos Unsplash