In zona Cinque Giornate a Milano, l’appartamento di una giovane creativa situato all’interno di un tipico palazzo di ringhiera è completamente trasformato. A firmare il progetto è Studio Wok, fondato nel 2009 a Milano e composto da Marcello Bondavalli, Nicola Brenna e Carlo Alberto Tagliabue. Il team ha sviluppato nel corso del tempo una ricerca sul concetto di habitat, e sull’abitare come esperienza di interazione dell’uomo con il contesto.
Oggi Studio Wok è annoverato tra gli studi più promettenti del panorama nazionale. Il piccolo appartamento milanese è caratterizzato da un metratura ridotta, pari 68 mq di superficie. Lo spazio gode del vantaggio di un duplice affaccio su fronti opposti, rivolgendosi verso il cortile interno e verso la strada, caratteristica che consente l’apporto di aria e luce.
Il ripensamento dello spazio si è confrontato con una pianta “rigida” che costituiva vincolo progettuale: l’accesso all’abitazione avviene dal ballatoio comune, e l’appartamento si sviluppa in profondità.
L’intervento ha voluto recuperare l’identità storica sbiancando le travi in legno originali liberate da controsoffitti e interventi posteriori, adeguando allo stesso tempo lo spazio alle esigenze contemporanee.
Il nucleo centrale della casa che ospita l’ingresso e il bagno è rinnovato attraverso l’impiego a pavimentazione delle tradizionali cementine esagonali bianche e rosse, tipiche delle case milanesi del primo ‘900. La doccia si configura come un blocco materico con affaccio sul cavedio e il lavandino è sorretto da un arredo in dialogo cromatico con i pavimenti e i rivestimenti del locale.
Alle due estremità e in corrispondenza degli affacci sono collocate la zona giorno e la zona notte, caratterizzate dall’uso del parquet chiaro a pavimento. Il progetto libera planimetricamente la zona living attraverso la demolizione di un tramezzo. Una più leggera struttura metallica con vetro stampato separa ora delicatamente lo spazio riservato alla cucina da quello adibito a soggiorno.
La trasparenza della soluzione si lascia attraversare dalla luce naturale evocando continuità spaziale. Custodisce una cucina su misura impreziosita da un piano in marmo di Carrara e struttura in Fenix colore verde Commodoro.
La struttura in vetro e metallo ha funzione non soltanto di separazione ma anche di interazione con lo spazio della zona living. Di giorno, la superficie varia in funzione della luce che la attraversa, di notte si trasforma in una lanterna luminosa che scalda l’ambiente domestico e lo ravviva con ombre e vibrazioni di luce.
È proprio la luce l’elemento fondamentale di questo progetto: nella forma naturale e in quella artificiale. Le sue sfumature, l’intensità e la mutevolezza nel passaggio tra una superficie e l’altra, danno luogo a spettacoli visivi che rendono lo spazio presente e vivo.