di Pietro Bruni – botanico e co-fondatore di Yougardener.com
I giardini giapponesi sono inconfondibili e appassionanti. Esprimono la tradizione millenaria di cui ogni elemento è intriso, la cura meticolosa visibile nei dettagli e il rispetto per la natura che ogni fortunato visitatore respira quando ne varca la soglia.
Si tratta di ambienti magici difficili da riprodurre, da progettare e da mantenere, ma vogliamo invitarvi a conoscerne piante tipiche e caratteristiche perché l’ispirazione non basta mai. Chissà che questo post sia il punto di partenza per una bella passione o per la progettazione di un angolo particolare del vostro giardino.
Iniziamo a parlare di alcune piante iconiche utilizzate nei giardini in stile giapponese ma anche facilmente coltivabili nei nostri giardini: Le azalee, dello stesso genere dei rododendri, sono piccoli arbusti sempreverdi o decidui dall’abbondante fioritura primaverile. La loro particolarità è l’esigenza del terreno acido. Per garantire una fioritura tardo autunnale un’altra acidofila da tenere in considerazione è la camelia sasanqua.
Gli aceri, in particolari quelli popolarmente conosciuti come aceri giapponesi, o Acer palmatum, sono molto rappresentativi, coltivati per la bellezza del fogliame verde, rosso o giallo, che trascolora in sorprendenti sfumature autunnali: l’elemento del tempo che scorre è riconoscibile nelle sfumature della chioma e nella caduta delle foglie. Colore non mancherà anche introducendo un esemplare di Ginko Biloba il cui giallo autunnale è incantevole.
Il tempo che scorre, ma anche la bellezza e fragilità della vita sono simboleggiati dal Prunus, il ciliegio da fiore. Importanti componenti sono anche le conifere, modellate nel loro aspetto con sapienza e pazienza, ricercando la perfezione non artificiale della natura. Parliamo del Tasso, del Falso cipresso (Chamaecyparis obtusa), del Ginepro e del Pino bianco.
Le piante sono uno dei quattro elementi che costituiscono un giardino giapponese. Gli altri sono l’acqua, rappresentazione della vita nelle sue più diverse sfaccettature, presente persino nei giardini secchi sotto forma di sabbia lavorata con le tipiche traccie di rastrello; poi ci sono le rocce che devono sempre avere la forma il più naturale possibile ed infine elementi antropici, si ricordino le lanterne, i lavabi e i ponticelli.
Il tutto va a formare paesaggi in miniatura: lo stagno rappresenta il mare, le rocce sono le isole. Il tutto inserito armonicamente nel paesaggio intorno e disposto in modo che il visitatore non riesca a vedere tutto allo stesso tempo ma che debba intraprendere un percorso ricco di sorprese. Molti simboli sono legati allo Shintoismo giapponese e al Buddismo.
Per concludere, le principali lezioni che possiamo imparare dalla cultura giapponese del verde: l’importanza del giardino come parte principale della casa. In Italia troppo spesso gli spazi esterni sono considerati poco importanti, lasciati in secondo piano, invece possono trasformarsi in un’area vivibile, un ambiente in più, e valorizzare l’immobile.
E il piacere del giardinaggio: la bellezza del contemplare ma anche del lavorare perché in ogni piccolo e grande gesto si nasconde un momento di contatto pacifico e profondo con la natura.
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