Un “blend” di arte, design, progettazione e artigianato: è così che presenta il suo lavoro Qian Jiang, giovane designer cinese che nel 2015 ha deciso di aprire a Stoccolma il suo studio, battezzandolo Dejawu: un nome che da un lato richiama quel senso di straniamento che tutti conosciamo e che ci lascia sempre un poco attoniti, e dall’altro – banalmente convertendo una “v” in una “w” – comprende la parola cinese che indica l’oggetto (Wu, appunto). Questa combinazione porta in sé la filosofia sottesa alle produzioni di Qian Jang: lo abbiamo scoperto al Salone Satellite del 2018 e ve lo presentiamo con una intervista in cui si parla degli oggetti ma anche dell’unione delle due culture da cui essi scaturiscono.
Lightop, design Qian Jiang. Tre elementi in ottone con le loro forme semplici si uniscono come un’unica famiglia. Eppure, ognuno svolge una funzione diversa: quello superiore è uno spegnifiamma, al centro sta un portacandele per cena, e il fondo può contenere una tea light. Si possono combinare in vari modi, per giocare con il design.
Nonostante tu viva in Svezia da molto tempo, avrai certamente mantenuto i contatti con la Cina: cosa sta succedendo – dal punto di vista del design – in quel grande Paese?
Da quello che posso sentire in generale, nel settore della progettazione di mobili in Cina gli studi di design si stanno sempre più aprendo, come centinaia di boccioli in fiore. Soprattutto nelle grandi città come Shanghai, Pechino, Shenzhen, Hangzhou, si sta vivendo un momento di forte imprenditorialità, i progettisti e i creativi stanno crescendo, beneficiando dell’accesso facilitato dei clienti locali e della quantità di risorse produttive a disposizione.
Per questo ci sono un sacco di nuovi marchi di mobili, sia già effettivamente avviati sia in fase di fondazione da parte dei designer. D’altra parte, il sapore nordico ha avuto una grande influenza nei confronti del mercato cinese negli ultimi cinque anni, mentre nei decenni passati era dominato dagli stili italiano, francese, tedesco, oltre a quelli cinesi, innovativo o tradizionale (Muji, “super normale”).
Tuttavia, ciò non significa che tutti questi riferimenti siano scomparsi, rimanendo costantemente popolari in luoghi diversi e puntando a gruppi target diversi: si pensi alla grande popolazione cinese e al suo diverso gusto… anche una piccola percentuale può ancora significare una notevole quantità di oggetti prodotti. “Diversità” è quindi la parola che sintetizza questo fenomeno: la mia sensazione è che questa fioritura durerà per molto tempo, e ovviamente ogni settore andrà ad approfondire la sua nicchia di mercato.
Archipelago, design Qian Jiang. L’estate svedese è breve e dolce, e per ricordarla tutti i giorni, Studio Dejawu ha ideato una serie di tre candelabri che prendono spunto dalle scalette delle barche e delle piscine e che consentono di portare un piccolo arcipelago in ogni casa.
Parliamo ora del Nord Europa…
Vivo in Svezia da quasi 9 anni, dal 2011; ho lavorato in due diverse capitali nordiche, Copenhagen e Stoccolma, svolgendo la mia attività sia come designer in uno studio di progettazione di mobili sia come produttore. Gli arredi industriali e i designer qui hanno sempre messo in discussione il loro stile, e compiuto continue sperimentazioni che sono sfociate nel cosiddetto “nuovo design nordico”.
Quello che sta accadendo ora è che molti players di riferimento stanno mantenendo l’eredità della semplicità e dell’artigianato scandinavo che è il fondamento della cultura di questi Paesi, aggiungendo inoltre altri valori in una prospettiva diversa. Ad esempio, giocando con nuovi materiali, nuovi colori, nuove finiture, lavorando con un metodo di produzione intelligente e allo stesso tempo economico; si sta diffondendo anche un nuovo modello di business (più trasparente), si sperimenta l’interdisciplinarietà, e con tutto ciò gli addetti ai lavori mantengono un mercato florido e interessante.
Whale Home, design Qian Jiang. Qian Jiang ha creato questo portaombrelli per compensare il dispiacere di aver dovuto rinunciare a un tour di avvistamento delle balene in Islanda. Ha allora immaginato e disegnato una balena, trasformandola poi in un portaombrelli.
Quindi, confrontando se vogliamo i due Paesi, possiamo affermare che…
Che ciò che sta accadendo in Cina è più che altro da interpretare in senso orizzontale, mentre il design industriale dei mobili nel Nord Europa è profondamente verticale e prospera grazie a tutto ciò che rientra nella definizione di “New Nordic Design Culture”.
Nella concezione dei tuoi progetti, quanto pesa la cultura cinese e quanto quella cultura nord-europea?
È davvero difficile dirlo… Quando lavoro su nuove idee, spesso i riferimenti culturali non sono necessariamente la base da cui partire, ma possono spontaneamente risiedere nell’ispirazione, o emergere durante il processo di progettazione. Una volta finito, osservo il risultato e scopro che l’influenza della cultura orientale e occidentale per ogni progetto ha un peso molto diverso.
Ballet, design Qian Jiang. La trottola, roteando, rivela il suo contenuto: il nastro adesivo. Ma quando si ferma, riposa ordinatamente sulla scrivania, in attesa di un nuovo giro.
I tuoi lavori sono spesso caratterizzati da una “low technology”: dalla lavatrice manuale ai tavoli da assemblare con pochi semplici gesti. È un ritorno al passato o un nuovo modo di concepire il futuro, meno legato alla tecnologia e quindi più umano?
Questi progetti sono “nuovi” perché il design è un valore aggiunto contemporaneo, anche se le loro radici sono “vecchie”. La lavatrice low-tech e il tavolo Tjena Kina (Ni Hao China), guardano entrambi al passato, ma in realtà sono stati eseguiti con modalità diverse.
Lo-fi Washer pone delle domande: come può una categoria di prodotti che in qualche modo è scomparsa dalla storia, avere ancora oggi valore in termini di riprogettazione? La sfida in questo caso è trovare la possibilità di uno scenario moderno che sia in grado di soddisfare la caratteristica specifica del vecchio prodotto. Può quindi essere un modo per comprendere e predire il futuro, lasciando un punto interrogativo? In fondo, Lo-fi Washer è più simile a un’installazione artistica che a un oggetto davvero pratico.
Tjena Kina Furniture Collection è invece più pragmatica: l’ho realizzata studiando gli incastri in legno delle architetture tradizionali cinesi e considerando contemporaneamente le moderne possibilità di produzione di massa. Alla fine, tutto va a vantaggio per il cliente, dalla soluzione “flatpack” al prezzo accessibile e all’onesta funzionalità e l’estetica. Quindi, sì: i miei progetti vogliono essere più “umani”, ma per me la “tecnologia” rimane uno strumento importante per la progettazione.
Tjena Kina e Tjena Kina 2.0, design Qian Jiang. È una collezione di mobili (tavolo da pranzo e tavolino da caffè) nata dalla ricerca dell’intersezione tra design senza tempo e moderno approccio alla produzione di massa: si ispira al minimalismo scandinavo e all’architettura tradizionale cinese in legno (cioè basata sull’assemblaggio delle parti chiamate “mortasa-tenone”). Lo scopo è mantenere la combinazione ottimale tra facilità d’uso ed economicità. I tavoli sono realizzati in legno di rovere e fusione di zinco.
Dal punto di vista della forma (che è sempre basata sulla semplicità), quali sono le tue fonti di ispirazione?
Comincio molto spesso con lo scegliere un frammento di memoria, e il risultato si manifesta nell’oggetto con semplicità e moderazione, mantenendo sempre l’equilibrio tra funzionalità ed estetica e cercando di comprendere i bisogni e il comportamento dell’utente finale.
Lo-fi Washer, design Qian Jiang
Quali sono i tuoi più recenti ambiti di ricerca e a quali progetti stai lavorando attualmente?
Sto sperimentando la laminazione dell’impiallacciatura di betulla pressata in forma: è una lavorazione artigianale tradizionale in serie, ma per me è una novità: mi dà la possibilità di imparare moltissimo, oltre che di giocare e di offrirmi molte opportunità. Uno sgabello è quasi finito e, spero, un’intera gamma di mobili della stessa collezione arriverà presto. Inoltre, ho altri due prodotti in fase di lancio, da parte di altrettanti produttori svedesi: si tratta di Cone Candle Holder Set per Design House Stockholm e Skruvad Stand Coat Hanger per Essem Design.
Per maggiori informazioni e per contatti con Qian Jiang, consultate il sito studiodejawu.com
Qian Jiang
Nell’immagine di copertina, Bell opener, design Qian Jiang per Normann Copenhagen. “Alcune persone non saranno mai capaci di bere. Dopo una birra sono pronti per un pisolino. E io sono una di quelle persone. Quindi, la prossima volta che viene aperto un drink, ti svegli o qualcun altro ti sveglia”. Uno scherzo, naturalmente, perché già esistevano oggetti ibridi che coniugavano apribottiglie e campanelli, ma in genere si trattava di ripensamenti della forma originale. Qian Jiang ne è stato colpito e ha così disegnato un nuovo strumento con leggerezza e ironia.