di Sebastiano Tonelli.
All’ultima edizione milanese di Source Self- made design abbiamo incontrato Francesco Fusillo, un designer, o meglio, progettista come preferisce definirsi, che con i suoi progetti ha saputo indagare ed interpretare sapientemente le caratteristiche proprie dell’autoproduzione.
Chi è Francesco Fusillo e come è arrivato ad interfacciarsi al mondo del design?
“Ho studiato prima allo IED di Milano, poi ho intrapreso gli studi in architettura al Politecnico di Milano, concludendo il percorso accademico alla UEM di Madrid sviluppando progetti di belle arti. Al progetto, mi sono avvicinato per una passione che avevo fin da piccolo verso il disegno. Disegnavo tutte le cose che desideravo, le auto, le scarpe , i giochi, tutto quello che un bambino può desiderare io lo disegnavo. Adesso non ricordo se lo disegnavo in modo corretto ma mi piaceva crearmi un personale mondo di oggetti.”
Gli aspetti positivi e quelli negativi, se ce ne sono, dell’autoproduzione?
“L’autoproduzione non dovrebbe essere associata al disegno industriale. L’industria ha processi, sviluppi, comunicazione, distribuzione e volumi che l’autoproduttore non potrà mai soddisfare e quindi da progettista non inseguo l’autoproduzione, piuttosto è un mezzo di restituzione di un progetto . Si autoproduce un prototipo o una certa quantità di prototipi nella speranza che poi possano entrare nella distribuzione industriale .Forse, una connessione positiva tra autoproduzione e “design” si può riscontrare nelle contaminazioni tra queste due differenti processi. L’autoproduzione la considero una pratica artigianale e mi piace pensare che sarebbe positivo portare all’interno dell’industria le qualità artigianali e viceversa ,portare un artigiano ad avvicinarsi ad alcune caratteristiche produttive dell’industria.”
Che importanza ha un’iniziativa come Source al giorno d’oggi? Come è andata l’esperienza di quest’anno?
“Le iniziative come quelle sviluppate da Source sono fondamentali se sviluppate in modo filantropico. Il periodo storico nel quale viviamo deve aprirsi alla partecipazione, alla condivisione di iniziative e progetti. Non tutti i progetti arrivano ad un committente quindi sono positive quelle figure che, in modo filantropico e tramite all’associazionismo cercano di congiungere due anelli di una stessa catena, il progettista e un produttore, portando poi queste due figure in una vetrina. L’ultima esperienza è stata molto positiva anche perché nella gestione è stato aggiunto un progetto curatoriale, che ha permesso di definire un tema comune con linguaggi progettuali abbastanza simili e quindi coerenti”.
FAN
Il progetto presentato a Source si chiama Fan, una collezione di moduli circolari in paglia fiorentina, ottenuti tramite i primi passaggi ella produzione dei cappelli. Con tale modulo si possono ottenere dei ventagli, mentre addizionandoli è possibile comporre dei separè o degli arazzi con geometrie variabili.
I COLOMBINI
Una collezione di tavolini composti da due materiali: un basamento in ceramica -realizzato a mano- e un piano in ottone tornito tramite braccio meccanico. Questo progetto riassume il pensiero precedente sull’autoproduzione, cioè che quest’ultima aiuta il progettista nel restituire un progetto ma l’ attitudine personale porta a perseguire e inseguire una produzione calcolata, calibrata, precisa quindi industriale. In questo caso le due realtà produttive si interagiscano ottenendo un risultato parzialmente controllato.
Sotto, Francesco Fusillo – francescofusillo.com
credits foto Sofia Cesena ceramica artist.