di Costanza Carbotta.
“Spero di mantenere viva nel presente la memoria di ciò che è stato”. Ecco il nocciolo, l’anima del design di Patrizia Italiano, designer che, attraverso le sue opere ispirate ai colori e alle storie della sua terra, guarda al futuro della tradizione. Da giovanissima ha esposto le sue creazioni a Milano, New York, Tokyo e negli Emirati Arabi. Oggi ha ricominciato a lavorare dopo un lungo periodo di inattività con la Sicilia come fonte inesauribile di ispirazione, per trasmetterne la magia fatta di simboli e ironia.
Patrizia Italiano.
Come mai per le tue opere hai scelto il tema della Sicilia, i suoi colori e le sue tradizioni, ma in chiave contemporanea?
Ho scelto di raccontare la Sicilia nelle mie opere perché è la mia terra, il luogo che mi ha formato e che continua a ispirarmi. I suoi colori, le sue tradizioni e la sua cultura sono radici che mi legano indissolubilmente a essa. In un certo senso, è il mio affetto verso la Sicilia che mi spinge a portare alla luce questi temi e a raccontarne la bellezza e la storia.
Ma non si tratta semplicemente di un atto di nostalgia, è anche di un bisogno di innovare: la Sicilia è un mondo ricco di simboli e di storie, e trovo che sia interessante reinterpretarlo alla luce della contemporaneità. Cerco di unire la tradizione a una visione personale, trasformandone gli elementi in qualcosa di nuovo che sia in grado di parlare alle persone di oggi con leggerezza.
Vaso Il Fuochista di Salaputri.
Tutte le tue opere sono create esclusivamente a mano senza l’utilizzo di processi industriali o di serie. Come mai?
Questa mia scelta di lavorare esclusivamente a mano nasce dalla convinzione che l’artigianato, con la sua manualità e unicità, ha un valore intrinseco che non può essere replicato attraverso la produzione industriale. In un’epoca in cui il design è spesso percepito come un processo tecnologico e industriale credo sia fondamentale mantenere viva la tradizione del fare a mano, che ha un legame diretto con la storia, la cultura e la persona che lo esegue.
Non è solo una scelta ideologica, ma un fattore che si radica nel mio processo creativo: ogni pezzo che realizzo è unico, e non lo è solo per una questione estetica. Mi ha molto ispirato il libro “L’uomo artigiano” di Richard Sennett, un racconto tra presente e passato e tra antiche botteghe per scoprire come funziona la sinergia mente-mano-desiderio-ragione, che ha fatto grande il mondo occidentale e che forse oggi può restituirgli la saggezza.
Vaso Giano, La Testa Bifronte.
Le tue opere hanno un’estetica particolarmente piena di creatività, colori, storie e personaggi. Cosa desideria che trasmettano all’ambiente e alle persone che lo vivono?
Le mie opere nascono dal desiderio di trasmettere emozioni e raccontare storie che parlano di vita, di tradizioni e di colori. Vorrei che ogni oggetto potesse parlare non solo attraverso la sua estetica ma anche attraverso la capacità di evocare suggestioni, con uno sguardo complice vicino alla bellezza e alla complessità del mondo siciliano. Le mie opere sono pensate per portare gioia in case, terrazzi, ma anche spazi pubblici, rendendoli più accoglienti, più vivi e più in sintonia con la cultura contemporanea.
Vaso Il Riccio.
Esponi e presenti le tue opere, fortemente legate alla tradizione siciliana, anche in ambienti internazionali. Come vengono percepite da un pubblico straniero, rispetto a un pubblico italiano?
Quando espongo i miei lavori all’estero vedo che c’è grande interesse e talvolta addirittura sorpresa da parte del pubblico internazionale. Molte persone, anche al di fuori dell’Italia, riescono a connettersi con il linguaggio visivo che propongo. La Sicilia, con i suoi colori vividi, i suoi miti e la sua storia affascinante, ha un’energia che parla a tutti, indipendentemente dalla cultura di appartenenza.
Certo, è chiaro che il pubblico italiano può cogliere sfumature e riferimenti più sottili e immediate, grazie alla vita quotidiana siciliana, le tradizioni popolari o gli archetipi culturali che fanno parte della nostra identità collettiva. All’estero le persone tendono invece ad avvicinarsi alle mie opere con una curiosità maggiore, cercando di scoprire il significato e le storie che si celano dietro ogni elemento.
Vaso Calogero, venditore di mandarini.
In copertina: vaso La Conturbante, la donna che difende i tulipani di Blufi.