di Evi Mibelli.
È il classico esempio di genio incarnatosi in un corpo femminile, in un’epoca non favorevole all’affermazione della donna in professioni considerate maschili. L’ Architettura era una di queste.
Qualcuno l’ha definita la Frida Kalo dell’architettura americana, sicuramente è stata un vero talento, purtroppo dimenticato. Marion Mahony Griffin nasce a Chicago il 14 febbraio del 1871, seconda di cinque fratelli. Una famiglia, la sua, decisamente fuori dal comune per approccio educativo e per apertura culturale. La madre Clara Perkins, insegnante, è un’attivista impegnata nel sociale, nell’istruzione delle classi povere e nella promozione della giustizia e dei diritti delle donne. Il padre, migrante irlandese, è uno scrittore, insegnante e giornalista affermato e stimato.
L’anno di nascita di Marion vede la città di Chicago in grande espansione: terza città americana per numero di abitanti, importantissimo centro industriale e luogo estremamente attivo sul piano delle attività culturali. Nello stesso anno la città, tuttavia, subirà un gravissimo incendio che la raderà al suo per quasi due terzi, costringendo la famiglia Mahony a trasferirsi a Hubbard Woods, alla periferia della grande metropoli immersa nel verde tra il lago Michigan e le grandi foreste, luogo che molto influenzerà la visione di Marion circa la natura, l’ambiente e l’architettura che svilupperà nel corso della sua carriera.
Ward W. Willits house, Highland Park, Illinois, 1902. Disegno prospettico ad acquarello e inchiostro di Marion Mahony Griffin. (Frank Lloyd Wright Foundation)
Va ricordato come Chicago sia stata il cuore della grande rivoluzione architettonica americana, alla fine dell’800. Qui trova i natali la famosa Scuola di Chicago, il gruppo di architetti e ingegneri – Daniel Burnham, William Le Baron Jenney, John Root e lo studio di Dankmar Adler e Louis Sullivan – che dettero vita a questa corrente architettonica il cui emblema sarà il grattacielo. Marion Mahony li conoscerà da vicino e ne condividerà la visione moderna e avanguardista.
Disegno di Marion Mahony Griffin, acquerello e china, Unity Temple, 1905, Oak Park, Illinois.
È stata una delle prime donne architetto al mondo (la prima fu Sophia Hayden Bennett che si laureò al MIT), la prima nello stato dell’Illinois e la prima ad avere l’abilitazione all’esercizio della professione. Fin dalla frequentazione della facoltà del MIT si distinse per il suo approccio anticonformista e critico. Qui l’insegnamento era ancora fortemente legato allo stile classico ottocentesco europeo.
Marion, invece, guardava all’architettura in modo completamente nuovo. Era convinta che l’architettura dovesse essere funzionale, semplice e libera da inutili orpelli. E, soprattutto, dovesse rappresentare la visione originale americana (e non importazione di stili europei).
Entra nello studio dell’amato cugino Dwight Perkins, anch’egli architetto, e nei sette mesi di collaborazione affina le sue straordinarie capacità progettuali e di disegno tecnico. È nella cerchia dei professionisti che si raccoglievano attorno all’attività progettuale di Dwight che incontrerà un giovane e ambizioso Frank Lloyd Wright, all’epoca alle dipendenze dello Studio Adler – Sullivan dal quale, tuttavia, fu allontanato per aver violato una norma contrattuale che interdiva qualsiasi attività autonoma esterna.
A.Mueller House a Decatur, Illinois, 1909/1910. Esterno. Photo by ChicagoGeek via Flickr.
Nel 1895 Marion Mahony entra da professionista nello Studio di Oak Park di Wright il quale, non avendo mai formalmente terminato i suoi studi, si garantì una collaboratrice brillante e dall’intelligenza rara, formata nella migliore scuola di architettura degli Stati Uniti.
Dalla collaborazione, durata 15 anni, nascerà quella corrente architettonica nota come Prairie House School. Marion Mahony è fondatrice e unica donna del gruppo. Di Wright condivideva la visione dell’architettura organica, di integrazione tra costruito e natura circostante. Un’idea di architettura che fosse la rappresentazione del Midwest americano, il cui paesaggio si compone di ampie pianure verdeggianti, di colline e di foreste.
Le linee orizzontali, gli aggetti, le forme geometriche ne diventeranno il linguaggio espressivo cardine. Un appunto è doveroso, e tutt’altro che secondario: la posizione di Marion non fu mai subalterna, sul piano umano, architettonico e critico, a F.L.Wright. Spesso s’incorre nell’errore di ritenerla una ‘seguace’. Non lo fu mai. Il suo apporto fu sempre originale e autonomo.
A.Mueller House a Decatur, Illinois, 1909/1910. Dettaglio facciata. Photo by Peter Rush, via Flickr.
Mueller House a Decatur, Illinois, 1909/1910. Dettaglio ingresso. Photo by Peter Rush, via Flickr.
A.Mueller House a Decatur, Illinois, 1909/1910. Dettaglio porta a vetri. Photo by Peter Rush, via Flickr.
Questo spiegherà, nel tempo, le ragioni delle sue tensioni con il Maestro dell’Architettura Moderna americana, il cui ego impediva di dare il giusto riconoscimento a chi lavorava nella sua cerchia. A maggior ragione se donna, e indiscutibilmente talentuosa (e pericolosa professionalmente, aggiungerei).
Di contro Marion Mahony Griffin era ben consapevole del ‘suo tempo’ e del fatto che una donna ‘architetto’ in un mondo di soli uomini, aveva chance prossime allo zero per emergere in completa autonomia. Di lì la sua scelta di assumere un ruolo meno visibile. Atteggiamento che mantenne anche con il marito Walter Burley Griffin – architetto e collaboratore di F.L.Wright – il quale però indicò nella moglie un sostegno indispensabile alla sua carriera.
Piano urbanistico città di Canberra, Australia. 1911. National Archivies of Australia.
A titolo di curiosità, il famoso Wasmuth Portfolio (libro di litografie) che permise a F.L. Wright di diventare famoso in Europa e di essere punto di riferimento oltreoceano della nascente Architettura Moderna, fu interamente disegnato e composto da Marion Mahony Griffin.
Melson House, 1912, Mason City, Iowa, Photo by A. Thomson via Flickr
La rottura definitiva con F.L.Wright avvenne intorno al 1911 (anno del matrimonio con Griffin). Walter Burley Griffin aprì con Marion Mahony il proprio Studio e, pare, che gli accordi con F.L Wright prevedessero una partnership paritaria. Ma: “Wright è stato sempre un one-man band per tutta la vita. Ma doveva avere intorno persone che glielo rendessero possibile” disse amaramente Marion Mahony Griffin.
The Fishwick House a Castelgraig, contea di Sidney, 1929. Esterno. Photography/ © Tamara Graham. In sequenza: l’esterno, il living, la biblioteca.
F.L Wright, appena l’attività dei suoi ex collaboratori si avviò, li diffamò. Ciò nonostante, il loro Studio di Chicago ebbe successo. Arrivò la grande occasione con il Concorso per la costruzione della nuova capitale australiana: Canberra. L’energia e la determinazione di Marion Mahony Griffin misero il marito nelle condizioni di partecipare. Lavorarono giorno e notte per inviare in tempo il materiale alla sede del concorso, viaggio per mare incluso. Lo vinsero grazie ai magnifici disegni elaborati da Marion, e la notizia fece gran scalpore a Chicago.
Il Cafè Australia, Melbourne, 1915. La sala banchetti. Foto Archivio storico Walter Burney Griffin/Marion Mahony Griffin.
A sinistra, Cafè Australia Chair, 1916. Disegnata per il Cafè Australia, a Melbourne. A destra, Haven Scenic Theatre a Castegraig.
Nel 1914 i Griffin salpano alla volta dell’Australia, dove apriranno uno Studio e dove ebbero modo non solo di seguire la nascita di Canberra intesa come città giardino, ma anche la città di Castegraig (1921) nel New South Wales, impegnandosi con la comunità locale piantando alberi, abbellendo il paesaggio e progettando luoghi di vita sociale come l’Haven Scenic Theatre, oltre a residenze private e luoghi di intrattenimento.
Nel 1935 una nuova commessa pubblica – la costruzione della Biblioteca dell’Università di Lucknow – vide Walter Burley Griffin recarsi in India, seguito dalla irrinunciabile Marion che supervisionò il completamento dei progetti. Nel 1937 Walter Griffin morì per una peritonite e Marion, conclusi i lavori, rientrò in Australia. Nel 1939 deciderà di tornare in patria dopo aver diffuso e promosso lo stile Prairie in due ben continenti.
Melbourne’s Capitol Theatre. Il soffitto della sala è realizzato su progetto di Marion Mahony Griffin.
Un rientro amaro l’aspetterà. Dimenticata e in difficoltà economiche, morirà a 90 anni al Cook County Hospital a Chicago e le sue ceneri sono state tumulate senza alcuna targa di riconoscimento.
In copertina, Marion Mahony Griffin, foto d’epoca.