Andiamo a mangiare? Ecco la domanda che decreta, anche sul posto di lavoro, la pausa pranzo. Un invito che molti accettano con gioia perché interrompe la routine lavorativa. Gioia che finisce nel momento in cui ti rendi conto, una volta seduta al tavolino di un bar o del ristorante, che il vicino o vicina di scrivania non è esattamente la persona che ti aspettavi.
Innanzitutto il cellulare resta nella borsetta o nella tasca della giacca, e se proprio dovete rispondere, il panino resta nel piatto e non nella vostra mano mentre parlate al telefono. È scientificamente provato che la telefonata fatta tenendo il telefono con una mano e l’hot dog con l’altra o mentre si condisce l’insalata, non consente la necessaria concentrazione per svolgere il proprio lavoro. Quindi o rinunciate alla pausa pranzo o la fate da soli.
Da soli in ufficio comodamente seduti alla vostra postazione di lavoro. Attenzione però, ricordatevi di spostare la tastiera del computer per non dover poi cercare di rimuovere il lapillo di parmigiana caduto fra i tasti pc. Sarebbe meglio munirsi di una tovaglietta all’americana, se non altro per non sbriciolare direttamente sulla scrivania.
E non approfittate dell’assenza del collega per mangiare le polpette al sugo sul tappeto di fogli che ha lasciato nel suo spazio in un ordine ben definito. Naturalmente no a tutte quelle pietanze cosiddette “puzzolenti”, come panini al tonno, alle sardine in scatola, i formaggi troppo maturi e cibi troppo speziati. I vostri colleghi potrebbero non condividere gli effluvi del vostro pranzo, decisamente poco piacevoli. Pensateci oggi, con largo anticipo sul lavoro di domani. Bon appétit.