di Marta Santacatterina.
Giovani, giovanissimi, Federica Corona e Pietro Cristini sono tra i designer selezionati per l’esposizione organizzata da Source, manifestazione del Fuorisalone 2018 di cui “La casa in ordine” è partner.
Il tema della sostenibilità, al centro dell’ultima edizione di Source, è stato pienamente rispettato dal duo che, dopo studi approfonditi in materia di EcoDesign, ha elaborato un progetto sperimentale finalizzato a una differente modalità di crescita delle piante, le quali come tutti gli esseri viventi del pianeta sono chiamate ad adattarsi di continuo ai nuovi habitat che si vengono a creare.
Abbiamo chiesto a Federica e Pietro di rispondere a una serie di domande comuni a tutti coloro che hanno preso parte a Source: queste le loro risposte.
A quante edizioni di Source avete partecipato finora?
Questa è la nostra prima partecipazione con il collettivo Source Firenze.
Al Fuorisalone avete presentato “Invaso”, una collezione composta da quattro contenitori per piante che dichiarate ispirati alla design fiction. Quali sono le loro caratteristiche principali?
In vista dei cambiamenti generali che andranno a modificare la nostra vita sul pianeta, abbiamo ideato un prodotto in grado di ricreare le difficoltà di nuovi habitat per permettere alle piante una diversa modalità di crescita. Ci siamo infatti chiesti se esse saranno in grado di adattarsi a un nuovo ambiente o se avranno bisogno della tecnologia per sopravvivere nel tempo.
Ogni contenitore è quindi costituito da due parti: una base in resina semitrasparente che, inglobando dei microchip di scarto, è pensata per dare visibilità al terreno e alle radici, creando una connessione visiva tra interazione artificiale e naturale. Su questa si innesta una copertura in gesso che presenta quattro forme diverse, pensate per agire in modo sperimentale e morfologico sulla crescita della pianta all’interno del contenitore.
Il fine ultimo di Invaso – che al momento non è in vendita – è di immaginare un mondo futuro in cui una possibile invenzione possa indagare sui limiti e le possibilità presenti tra tecnologia e natura.
Avete ottenuto buoni risultati dall’iniziativa di Source allestita presso lo Spazio K?
I risultati ottenuti sono stati soddisfacenti poiché abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con altri progettisti ed esperti del settore, condividendo una bella esperienza. Inoltre ci ha fatto molto piacere ricevere diversi riscontri da parte del pubblico, incuriosito dai nostri prodotti di nicchia.
In base alla vostra esperienza, Source è una manifestazione valida o ci sono dei punti deboli che dovrebbero essere migliorati?
Nonostante la nostra prima volta con il team di Source abbiamo riscontrato da subito massima serietà e sostegno da parte degli organizzatori che hanno soddisfatto a pieno le nostre esigenze in merito all’allestimento e ad alcuni aspetti pratici. È una manifestazione che ha contribuito a dare vita a una settimana unica nel suo genere, rappresentando una valida vetrina per i nostri prodotti.
Source 2018 portava il titolo “Lovely Waste”: il design – quando si sposa con l’attenzione per la sostenibilità e per il riuso dei “rifiuti” – può salvare il mondo?
Siamo convinti che il design abbia il potere di migliorare il mondo in cui viviamo e noi, in quanto designer, abbiamo il compito di pensare e progettare secondo una responsabilità educativa affinché possano svilupparsi scelte e comportamenti più etici e sostenibili da parte gli utenti.
Qual è il maggior ostacolo che incontra un designer autoprodotto lavorando in Italia?
Una delle maggiori difficoltà è quella di instaurare delle collaborazioni con aziende che, anche a causa dei processi e dei tempi industriali, spesso non sono interessate all’opportunità di condivisione e allo scambio di idee e progetti.
Federica Corona e Pietro Cristini
Tutte le immagini del servizio sono della collezione Invaso, design Federica Corona & Pietro Cristini