lampade parentesi sportello fiat

Castiglioni, Manzù, Calvi, Brambilla – quattro facce della stessa Parentesi

di Federica Capoduri.

L’iconica lampada Parentesi – vincitrice del Compasso d’Oro nel 1979 – è uno dei best seller di Flos, con più di 800.000 pezzi venduti. Nel 2021, per celebrarne il cinquantesimo compleanno, la storica azienda d’illuminazione ha deciso di reinterpretarla attraverso l’impiego di due colori amati dai suoi autori: Turchese, preferito da Achille Castiglioni e Signal Orange, tinta che Pio Manzù, designer della famosa Fiat 127, utilizzava per i suoi prototipi di auto.

Parentesi 50 di Flos, proposta nelle nuove finiture Turquoise e Signal Orange dai design curator Calvi Brambilla su design originale di Achille Castiglioni & Pio Manzù del 1971, lampada in elastomero e acciaio con sorgente Led, prezzo € 450. Foto di Alecio Ferrari – flos.com
lampade parentesi turchese e arancio

Le due cromie – che insieme con altri accorgimenti identificano la nuova versione della lampada, chiamata Parentesi 50 – sono state individuate dopo un attento studio del lavoro dei maestri, condotto da Calvi Brambilla con le rispettive Fondazioni Achille Castiglioni e Pio Manzù.

Pio Manzù, Courtesy Archivio Pio Manzù
ritratto pio manzu

Schizzi a mano e disegni originali di Achille Castiglioni, 1970. Courtesy Fondazione Achille Castiglioni
disegni parentesi castiglioni

A colloquio con Fabio Calvi, che insieme a Paolo Brambilla sono gli attuali design curator di Flos, abbiamo chiesto di raccontarci quest’appassionata operazione filologica che, oltre al colore, riguarda anche il rifacimento della confezione originale di Parentesi.

C’era da tempo l’idea di rieditare il packaging di quest’oggetto icona, che io definisco un miracolo: una lampada che è nata a quattro mani con due persone che non si sono mai conosciute. Achille Castiglioni, infatti, rielaborò un disegno di Pio Manzù (morto a 30 anni in un incidente stradale nel 1969, nda) recapitatogli dalla vedova del giovane progettista e lo fece diventare il capolavoro di design e ingegneria che tutti conosciamo.

Packaging originale, 1971. Courtesy Fondazione Achille Castiglioni
packaging parentesi lampada

flos parentesi packaging

Parentesi ha in sé tutto quello che – almeno i progettisti della mia generazione – viene considerato come buon design: un prezzo contenuto, un progetto flessibile, un progetto poetico che contiene alcuni aspetti oggi di grande attualità, come il tema della sostenibilità, poiché il prodotto può essere smontato in vari pezzi.

Elementi che all’epoca del lancio erano resi visibili separatamente attraverso l’uso di un packaging rivoluzionario. Era un piccolo display in cui si vedevano scomposti e ben sistemati tutti i singoli componenti: il portalampade in gomma, la base in gomma e zama, il cavo d’acciaio, l’elemento parentesi e il piccolo rosone.

Achille Castiglioni mentre lavora sul packaging di Parentesi, 1971. Foto di Jurgen Rudiger Becke. Courtesy Fondazione Achille Castiglioni
achille castiglioni parentesi

Questa soluzione d’imballaggio, una confezione “nuda” composta di due gusci di plastica, non durò però a lungo, come mai?

Il packaging originale fu usato per pochissimo tempo. Era un’idea di Castiglioni quella di fare questa sorta di quadro che spiegasse molto bene come funzionava l’oggetto mostrandone gli elementi separati.
Purtroppo, i due gusci che lo componevano erano originariamente uniti con semplici graffette e il peso della base, oscillando all’interno, non garantiva la chiusura della confezione.

Siamo partiti dallo studio di uno dei due esemplari originali presenti presso la Fondazione Achille Castiglioni e ne abbiamo sostanzialmente ridisegnato il bordo, il punto dove si verificava il problema. Abbiamo trovato una soluzione molto semplice per far si che la base sia vincolata ai due gusci attraverso una vite passante, evitandone quindi l’apertura accidentale.

Il nuovo packaging curato Calvi Brambilla, 2021. Foto di Alecio Ferrari
parentesi anniversario

Una soluzione semplice ed economica, oltre che in plastica riciclata

Esatto; dove l’oggetto rimane trasparente, molto bello. È una sorta di mito, per chi conosce la storia di Flos e di Achille Castiglioni, insomma un pezzo per veri design addicted.

Intervenire su un oggetto così “semplicemente perfetto” richiede rispetto ma anche una bella dose di coraggio. Avete incontrato difficoltà?

Direi di no. La storia del design e quella dei fratelli Castiglioni sono alcune delle nostre passioni. Io ho anche avuto la fortuna di lavorare con Achille, alla fine degli anni ’90 e la ricordo come un’esperienza meravigliosa. Conosciamo molto bene Giovanna (la figlia di Achille, nda) per cui ci siamo avvicinati al tema con tantissimo rispetto sia per l’oggetto che per la figura di Castiglioni, ma anche con un po’ di leggerezza, che per fortuna è sempre stata insita nella sua poetica.

Dettaglio della base colorata nelle due nuove finiture, 2021. Foto di Alecio Ferrari
basi parentesi turchese arancione

Una differenza sostanziale tra Parentesi 50 e Parentesi “classica”, è la base colorata. Anche qui torna un’idea originale?

Abbiamo visto in Fondazione degli schizzi in cui Achille l’aveva disegnata dello stesso colore del rosone, inizialmente la pensava evidentemente in zama verniciata piena, e poi è stata messa la gomma (nera) proprio perché l’oscillazione dell’oggetto fosse in qualche modo ammortizzato, in caso di urti. Sinceramente non sappiamo bene come mai sia stata abbandonata, supponiamo che sia per una questione d’impossibilità di realizzare – tra difficoltà tecniche e di costi – la gomma colorata, e fu deciso di lavorare solo sul nero.

Noi adesso l’abbiamo realizzata in silicone – che è separabile dalla base, e quindi riciclabile – e l’abbiamo anche potuta colorare della stessa nuance del tubolare elemento parentesi e del rosone. Perciò ora un unico colore riprende tutti i tre pezzi fondamentali della lampada. Anche in questo caso, ci siamo sentiti un po’ autorizzati: siamo partiti da un’idea progettuale di Castiglioni e abbiamo proseguito con lo spirito di chi tenta di migliorare un oggetto già quasi perfetto.

Proprio questo rispetto, immagino sia strumento imprescindibile per lavorare con Flos

Sono sempre stato appassionato di lampade. Quando ho avuto l’occasione di collaborare da così vicino con Flos è stata la realizzazione di un sogno. Evidentemente in azienda se ne sono accorti e dal 2006 siamo consulenti per la progettazione di allestimenti e spazi retail.

Il ruolo di design curator, invece, è arrivato nel 2019. Piero Gandini, presidente di Flos ha lasciato l’azienda che si è improvvisamente trovata senza nessun riferimento e legame con la sua storia. Abbiamo accettato questo difficile ruolo con una sorta di senso di protezione per cercare di tutelare e proteggere tutto il lavoro che era stato fatto in passato.

Parentesi 50, finitura turchese, 2021. Foto di Alecio Ferrari
parentesi color turchese

Cosa significa essere design curator?

Siamo dei consulenti sul prodotto e sulle sue strategie; noi non disegniamo per Flos né siamo art director. L’azienda ricercava delle figure trasversali che lavorassero per mantenere alto l’heritage e l’eterogeneità della collezione, continuando a lavorare con i suoi designer, che nel loro campo sono i migliori al mondo ed eventualmente facendo scouting, ricercando qualche nuovo talento. Siamo più alla ricerca di poeti della luce che di designer in senso stretto e non è assolutamente facile.

Capisco, però che soddisfazione quando si riesce nell’intento

Intanto il nuovo CEO Roberta Silva ha deciso di creare una nuova strategia: i prodotti, quando vengono presentati, sono già disponibili sul mercato. Questo è un grosso rischio che va attentamente valutato prima e che ci impone, per riuscire a creare un bouquet di prodotti novità, di lavorare non solo su prodotti completamente nuovi. Per questo motivo stiamo introducendo aggiornamenti anche dal punto di vista dei colori e delle finiture su lampade che sono già in produzione.

Lampada 265 nella versione Chromatica, design originale Paolo Rizzatto, Flos, 1973
lampada 265 chromatica

Questo metodo è utile anche a far riemergere il pezzo nella sua versione originale

Diciamo che è una possibilità di rilancio che, mantenendo l’ingegnerizzazione originale, dona la possibilità di avere una novità con dei tempi ovviamente minori, rispetto a quelli necessari per ingegnerizzare un prodotto completamente nuovo. Così come abbiamo fatto con Parentesi, abbiamo lavorato su altri pezzi storici, per esempio la nuova versione della lampada a braccio orientabile 265 di Paolo Rizzatto, che abbiamo chiamato Chromatica.

Questo perché si è scoperto uno schizzo in cui Rizzatto la immaginava con i tre elementi fondamentali di cui è composta colorati di tre colori primari: rosso, giallo e blu. Ci è piaciuta subito e l’abbiamo condivisa con il CEO, il marketing e la forza vendite; oggi la stiamo producendo e devo dire che è stato un successo che ha rilanciato anche le versioni monocolore.

Achille Castiglioni mentre lavora sul packaging di Parentesi. Sullo sfondo si intravede anche la calotta della lampada Arco, 1971 (foto di Jurgen Rudiger Becke, Courtesy Fondazione Achille Castiglioni); a destra la famosa Arco, conosciuta in tutto il mondo e impiegata in moltissime soluzioni d’arredo
castiglioni e lampada arco

A proposito di pezzi che funzionano: quest’anno Arco spegnerà 60 candeline (1962-2022); come la festeggerete?

Vero, ma poi è anche il sessantesimo dell’azienda e anche quello delle lampade Taccia e Toio, tutte icone firmate dai fratelli Castiglioni. Su questo ovviamente stiamo lavorando, lo festeggeremo e sarà una bella novità… ma più di questo adesso non posso dirti, top secret!

flos.comcalvibrambilla.it

Fabio Calvi (a destra) e Paolo Brambilla. Foto di Emilio Tini
calvi e brambilla design curator flos

Nell’immagine di copertina la presentazione di Parentesi 50, chiamata così in occasione delle sue cinquanta primavere, 1971/2021. Le versioni, nelle due nuove finiture, sono ritratte insieme a uno sportello della mitica Fiat 127, disegnata da Pio Manzù, progettista da cui è partita l’idea originale di Parentesi e poi rielaborata da Achille Castiglioni. Foto di Alecio Ferrari – flos.com

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