di Floriana Morrone.
Nel 2018 nel nostro Paese sono state raccolte e avviate al riciclo 3,4 milioni di tonnellate di carta e cartone. Merito di una pratica virtuosa sempre più diffusa tra i cittadini, ma anche dell’azione dei consorzi di riferimento che gestiscono in modo efficiente il sistema di recupero. Ma tu, ne sai abbastanza? Mettiti alla prova.
Il nostro piccolo viaggio alla scoperta dell’universo del riciclo inizia dal libro ricevuto in regalo dal nostro amico che si è ricordato in ritardo del nostro compleanno. Scartiamo il pacchetto, guardiamo compiaciuti la copertina e mettiamo via la carta che lo avvolgeva, riponendola nel nostro cestino destinato alla carta. Ci rendiamo conto che è pieno e alla prima occasione buttiamo la nostra raccolta domestica nel cassonetto della carta più vicino alla nostra abitazione.
Qui inizia il cammino del “nostro” imballaggio di carta che grazie ad un’azione combinata tra la municipalizzata che si occupa della raccolta e il Consorzio Comieco, (il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica), a sua volta coordinato dal sistema di gestione del Conai, il Consorzio Nazionale imballaggi, viene avviato ad un corretto smaltimento e, in seguito al riciclo, per tornare ad essere di nuovo carta buona da utilizzare.
Nel 2018 grazie a questo processo virtuoso, nel nostro Paese, secondo il 24° Rapporto di Comieco, che ogni anno mette in evidenza i numeri principali della raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone, in Italia sono state raccolte più di 3,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, oltre 56 kg per abitante, un ottimo risultato e per di più, in crescita del 4% (+ 127.000 tonnellate), rispetto all’anno precedente a conferma che nonostante le difficoltà di alcuni comuni, piccoli e grandi, la tutela dell’ambiente è ormai un principio cardine del senso civico dei cittadini del nostro Paese, sempre più attenti a differenziare in particolare carta e cartone dagli altri materiali.
Dietro buoni risultati però non c’è solo l’impegno a differenziare, comunque fondamentale, ma anche un sistema di gestione efficace ed efficiente, capace di garantire il ritiro e l’avvio a riciclo degli imballaggi su tutto il territorio nazionale.
La raccolta differenziata della carta, dunque, funziona. Ma anche noi siamo bravi a farla nel modo corretto? Qualche esempio, suggerito dal Consorzio Comieco, per mettere alla prova la nostra abilità e confermare la nostra conoscenza in materia.
1. Cartone della pizza: Se è sporco non si butta nel contenitore di carta e cartone! Nel caso in cui, invece, il cartone sia molto unto e abbia residui di cibo va conferito nell’umido o indifferenziato, secondo quando stabilito dal Comune di residenza.
2. Carta Oleata: va nel cassonetto della Carta e Cartone.
3. Cartone per bevande: Può andare nella carta o nella plastica a seconda degli accordi che ha stipulato il comune con i consorzi di riferimento. Come si fa: si sciacqua (avendo cura però di non consumare molta acqua nel corso di questa operazione), si schiaccia e si ricicla il contenitore. Se è previsto lo smaltimento nella carta, bisogna togliere prima l’eventuale tappo in plastica, che andrà smaltito nel contenitore della plastica. In alcuni comuni, va differenziato tutto nel contenitore della plastica.
4. Confezione di sigarette: In questo caso è richiesto uno sforzo in più! Nel cassonetto della carta metteremo la confezione in cartoncino; nell’indifferenziata, la carta argentata; nella plastica, la pellicola trasparente esterna.
5. Coppetta del gelato: Se sulla coppetta è scritto “compostabile” il rifiuto va nell’organico; nella carta andrà la coppetta (vuota) che non sia compostabile; nell’indifferenziata, invece, la coppetta con residui di gelato.
6. Porta uova: Controllare attentamente se è di carta oppure di plastica! E quindi differenziare di conseguenza.
7. Scontrino: Nell’indifferenziata!Al contrario di quanto comunemente si pensi! Gli scontrini sono in carta termica che reagisce al calore e può generare problemi nelle fasi di riciclo, quindi.. no carta!
8. Vassoio di pasticcini: La doratura interna può trarre in inganno ma che sia dorato oppure no, il suo cammino finisce tra gli scarti in carta.
9. Colomba pasquale (o panettone): È un ottimo esempio di uno scarto “complesso”: il cartone esterno va conferito nella carta; il sacchetto interno nella plastica; lo stampo va nell’organico o indifferenziato a seconda del comune di appartenenza.
10. Tè: La parte di etichetta di carta attaccata alla bustina va con carta e cartone; la bustina di tè usata va nell’organico. Una volta finite tutte le bustine, la scatola va con carta e cartone.
Occhio all’etichetta
Quando lo scarto è riciclabile con carta e cartone c’è scritto sulla confezione. In caso contrario, va nell’indifferenziato. Questa indicazione è un’assunzione di responsabilità da parte del produttore che con questa comunicazione sta dichiarandone la sua riciclabilità.