Tra velluti scenografici, palette inattese e richiami british, la mise en place festiva si fa colta e personale, abbandona il minimalismo e riscopre il piacere di un tableware pensato come gesto estetico, capace di raccontare storie e creare atmosfera.
La tavola delle feste 2025 abbandona definitivamente l’ovvio e si concede una leggerezza colta, quasi narrativa, dove ogni elemento dialoga con l’altro senza mai alzare la voce. È un racconto visivo che guarda già alla primavera, con discrezione, mescolando suggestioni d’antan e accenti contemporanei, fatto di colori polverosi, riflessi metallici e matericità importanti.
Collezione Vintage Pink di Once Milano – oncemilano.com

Collezione Vintage Pink di Once Milano – oncemilano.com

A definire questo nuovo linguaggio del tableware sono pochi elementi chiave, scelti con consapevolezza e mai per abitudine:
- Trame preziose, dal lino materico ai velluti più scenografici, capaci di dare profondità e carattere.
- Tonalità non convenzionali, dove rosa antico, verde salvia, carta da zucchero dialogano con accenti di blu profondo e incursioni di nero.
- Ceramiche espressive, decorate, smaltate o arricchite da dettagli metallici, lontane da qualsiasi neutralità.
- Posate e bicchieri pensati come veri accessori: finiture scure, ottone o oro per le prime, solo vetro chiaro e cristallo per i secondi.
- Elementi decorativi calibrati, tra composizioni floreali e particolari luminosi che catturano la luce senza mai appesantire.
A sinistra, piatti collezione Florence; a destra Pink Petals bowl, tutto di Rose & Gray – roseandgrey.co.uk

La palette cromatica guarda già avanti, con una predilezione evidente per il rosa antico, una nuance che continueremo a vedere anche nel 2026 e che oggi si afferma come un nuovo neutro emotivo. È un colore che funziona perché scalda senza invadere, soprattutto se bilanciato da tocchi gold e silver, capaci di riflettere la luce e dare ritmo. I fiori restano imprescindibili, freschi o secchi, purché di grande qualità. Personalmente li amo entrambi, ma sono inflessibile su un punto: se non sono bellissimi, meglio evitarli. L’effetto “cimitero” è sempre dietro l’angolo.
Collezione Gold Toast di Emma Bridgewater – emmabridgewater.co.uk

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IL POTERE DEL TEXTILE
Quando penso a una table festiva, parto sempre dai tessuti. Sono loro a impostare l’atmosfera. Il lino resta una certezza, ma il vero ritorno è quello del velluto, affascinante e scenografico, anche se decisamente impegnativo. È una scelta per i più coraggiosi, lo so, ma il risultato ripaga ampiamente. Le tovaglie diventano protagoniste, importanti, materiche, e vengono spesso arricchite da sottopiatti o tovagliette all’americana, da sovrapporre per creare movimento. Amo usarle a contrasto, ma anche ton sur ton, per un’eleganza più sottile.
Mise en place natalizia firmata Sophie Allport – sophieallport.com

I colori meritano un discorso a parte. Invito davvero a uscire dalla comfort zone: rosa e verde salvia sono un abbinamento raffinato e attuale, ma trovo interessantissimo anche l’inserimento del carta da zucchero, del blu notte o del nero, dosati con intelligenza. Il total white, ormai, è privo di personalità. Una tavola deve raccontare qualcosa, non limitarsi a essere corretta.
Meri Meri x Liberty Christmas Tableware – merimeri.co.uk

CERAMICHE E PERSONALITÀ
I piatti seguono la stessa filosofia. Li scelgo con carattere, ricchi, decorati, magari con particolari in oro, oppure in versione monocromatica in tonalità pink che anticipano la bella stagione. In alternativa funzionano molto bene pattern tematici o nuance soft green. Il consiglio è sempre lo stesso: lasciatevi guidare dal gusto personale, senza paura di osare. Una mise en place riuscita non nasce mai dalla timidezza.
Christmas table firmata col textile Perth di Ian Mankin – ianmankin.co.uk

POSATE, BICCHIERI & CO.
Per quanto riguarda le posate, io opterei sempre per l’argenteria. Ha un fascino senza tempo, una presenza silenziosa ma autorevole. Oggettivamente, però, non tutti dispongono di servizi completi, ed è qui che entrano in gioco le alternative intelligenti: acciaio con manici scuri, tra il blu e il nero – tonalità però da non mischiare – oppure finiture dorate, meglio se con un tocco handmade che le renda meno industriali.
A sinistra, posate fatte a mano collezione Rajni Rustic Carbon Black; a destra, posate fatte a mano Abha Rustic Gold, tutto di Anav – anav.co.uk

I bicchieri devono essere impeccabili nella loro semplicità. Cristallo o vetro bianco restano insostituibili, ma questo non esclude la possibilità di scegliere forme particolari, capaci di dare personalità senza appesantire. In pendant concettuale, amo inserire decanter importanti, soprattutto per vini speciali: quelli realizzati a mano diventano veri e propri pezzi da ammirare come plus.
Bicchieri collezione Sferico di Karakter, design Joe Colombo – karakter-copenhagen.com

Il décor è l’ultimo tassello, forse il più delicato. Deve sorprendere senza mai urlare. Oltre ai fiori, non rinuncio ai vassoi di servizio, che trovo fondamentali sia dal punto di vista estetico che funzionale. L’argento resta imbattibile – i vassoi delle nonne sono tra gli oggetti più chic che si possano portare in tavola – ma sono belle anche le versioni gold più contemporanee, perfette per dare luce all’insieme.
Decanter Fatto a Mano di Riedel – riedel.com

Se devo consigliare un mood per un tableware davvero festivo, non ho dubbi: lo stile British, il più ispirazionale. È l’unico che riesce a mantenere un’allure d’antan, un’eleganza senza tempo che nel design contemporaneo spesso si perde, sacrificata a favore di un minimalismo impersonale. È uno stile colto, stratificato, mai freddo, capace di raccontare storie e far rivivere ricordi. Ed è proprio questo che cerco quando apparecchio: non la perfezione, ma l’emozione. Una tavola che inviti a sedersi, a restare, a guardarsi intorno e sentirsi parte di qualcosa di bello, pensato e condiviso.
Vassoi Storm Collection di knIndustrie – knindustrie.it

In copertina, Collezione Vintage Pink di Once Milano – oncemilano.com
























