di Floriana Morrone.
Una villa in provincia di Cagliari coniuga comfort e risparmio energetico senza rinunciare a una distribuzione ottimale degli spazi abitativi.
Questo progetto coniuga l’attenzione alla sostenibilità con l’edilizia tradizionale tipica della Sardegna meridionale, studiata per lasciar passare il sole invernale e proteggere l’abitazione dall’insolazione estiva.
La villa progettata a Quartu Sant’Elena, in un quartiere residenziale non lontano dalla costa cagliaritana, punta alla massima armonia nella relazione spaziale interno-esterno ed esprime elevate prestazioni energetiche a basso impatto ambientale.
L’edificio è suddiviso, volumetricamente, in tre parti, ciascuna con funzioni differenti. La zona notte è nel blocco est, su un solo livello. Gli spazi di ingresso e soggiorno sono nel blocco centrale, mentre la zona pranzo, la cucina e gli spazi di servizio si trovano nel blocco ovest.
Il blocco centrale si estende anche al primo piano, dove si trovano due camere da letto con i rispettivi bagni e un piccolo disimpegno. Vi si accede tramite una scala in prossimità dell’ingresso che permette di accedere anche al piano interrato.
L’idea dei progettisti Ortu e Pillola, che hanno operato in collaborazione con l’interior designer Elisabetta Ciani, è stata quella di dare a tutti gli ambienti living un’esposizione sul lato sud-est, in modo da favorire la massima luminosità nelle ore giornaliere.
Per questo motivo i loggiati rappresentano una vera e propria estensione dell’abitazione, uno spazio intermedio tra interno e esterno. Una tradizione edilizia diffusa, in questa area della Sardegna, per sfruttare al meglio le straordinarie caratteristiche del clima mediterraneo.
Gli ambienti di servizio sono disposti lungo il lato nord-ovest dell’edificio e svolgono una funzione di filtro tra la zona living e la parete nord, più fredda ed esposta al vento di maestrale. Nelle sistemazioni esterne sono state preservate le piante preesistenti, privilegiando quelle di maggior pregio come gli ulivi e quelle di maggiori dimensioni, come i fichi. Entrambe le specie costituiscono la storia del luogo e sono coerenti con il paesaggio rurale che si apre attorno.
Il legno campeggia sia nella struttura architettonica, con i solai in legno lamellare e con i loggiati della parte meridionale dell’edificio, sia negli interni dove il parquet conferisce agli ambienti una sensazione diffusa di comfort. Gli infissi, dello stesso materiale, garantiscono grazie alle robuste sezioni, ottime prestazioni termiche ed acustiche, oltre ad arricchire gli spazi di luce naturale.
Tutta la progettazione, la forma della casa, l’esposizione e le scelte funzionali derivano dalla volontà di realizzare un edificio che ricavi il massimo dei vantaggi in termini di comfort, risparmio energetico, illuminazione e isolamento acustico, in accordo alla distribuzione degli spazi abitativi e del giardino. In linea con i principi della bioarchitettura e nelle scelte green consapevoli.
Si è partiti con l’utilizzo di materiali naturali, riciclati o riciclabili, in particolare legno PEFC, sughero, laterizi, basalto e tadelakt. Successivamente è avvenuta la scelta accurata di impianti a basso consumo energetico, come i pannelli radianti per riscaldare gli ambienti e un impianto di ventilazione meccanica controllata, per garantire un sistema di aerazione che ricambi costantemente l’aria nell’abitazione.
Anche lo studio illuminotecnico del colore, rivolto al benessere abitativo e all’inserimento armonico della costruzione nell’ambiente, ha contribuito a rendere questa abitazione perfettamente ecosostenibile.
La richiesta del committente era quella di ottenere un elevato comfort con consumi limitati. La scelta degli architetti è stata quella di declinare queste esigenze in chiave mediterranea: l’involucro punta sull’inerzia termica grazie al sistema a cassetta in laterizio e adotta come coibentazione sughero prodotto in Sardegna.
L’edificio è in classe energetica A3, grazie a un accurato progetto del sistema involucro-impianti e al calcolo dei principali nodi per eliminare i ponti termici, principale causa della dispersione termica degli edifici e della scarsa tenuta in termini energetici.
Un impianto di domotica consente il controllo da remoto dei sistemi elettrici – illuminazione, prese controllate, allarme antintrusione – e dell’impianto termico, tramite dispositivi mobili e a muro, oltre a monitorare i consumi in tempo reale.
Prestazioni Energetiche
- Riscaldamento: EP H, nren: 8,20 kWh/mq anno
- Acqua calda: EP W, nren: 2,29 kWh/mq anno
- Raffrescamento estivo: EP C, nren: 11,12 kWh/mq anno
- Ventilazione: EP V, nren: 22,65 kWh/mq anno
- Emissioni di CO2 evitate: 14 kg/mq, pari a 3,1 tonnellate di CO2 non emesse ogni anno.
Considerate le indicazioni del progetto “Parchi per Kyoto”, il quale indica che “ogni albero piantato permette l’abbattimento di 700 kg di CO2 nel corso del suo intero ciclo di vita”, il numero di alberi da piantare ogni anno per assorbire la medesima quantità di emissioni è pari a 4,5.
Impianti
Solare termico: uso ACS o ACS e riscaldamento e la superficie dell’impianto (mq pannelli)
N. 2 Collettori solari sottovuoto a 15 tubi per la produzione di acqua calda sanitaria, con serbatoio di accumulo da 500 litri con doppio scambiatore a serpentina. Superficie 6,84 mq.
Generazione:
Potenza in kW 13.8 kW.
Pompa di calore elettrica aria-acqua per la climatizzazione e la produzione dell’acqua calda uso igienico dell’unità immobiliare.
Tutte le foto sono di Stefano Ferrando.