di Marta Meggiolaro.
A tutti è capitato prima o poi di ricevere una pianta di orchidea in regalo, o di comprarsene una: le specie più comuni costano poco, si trovano ovunque, e sono così affascinanti con i loro grandi fiori sensuali che si arrampicano su esili steli. Ma cosa succede quando la prima fioritura finisce?
La pianta va buttata, o possiamo continuare a coltivarla fino a farla rifiorire? La seconda, naturalmente: basta sapere come fare. Per questo abbiamo chiesto a Gioele Porrini, di Varesina Orchidee, di spiegarci come mantenerle belle, a lungo, fornendo la giusta dose di acqua, di nutrimento, di luce e di calore.
La Phalenopsis è l’orchidea più diffusa a livello commerciale, con una grande gamma di colori e di dimensioni. Credit: funnyhowflowersdothat
LUCE? SÍ, GRAZIE
La maggior parte delle orchidee ha bisogno di luce: il più delle volte le piante che abbiamo in casa non riescono a fiorire di nuovo proprio perché vivono in ambienti troppo bui. Fra le specie che possono adattarsi anche ad ambienti poco luminosi abbiamo le Phalaenopsis, che sono le orchidee più diffuse a livello commerciale, e i Paphiopedilum.
Con la bella stagione, è una buona idea trasferire gli esemplari di orchidea all’aperto, se ne abbiamo la possibilità, evitando di esporle al sole diretto, che le brucerebbe. Alcune specie, come i Cymbidium, le Vanda e alcune varietà di Epidendrum, se abituati fin dalla primavera, possono stare in pieno sole per tutto l’arco della giornata.
Un tocco esotico in casa, grazie a grandi esemplari di Cymbidium. Credit: funnyhowflowersdothat
ACQUA SENZA ESAGERARE
Il motivo per cui di solito gli esemplari di orchidea non sopravvivono a lungo nelle nostre case è il fatto che vengono bagnate troppo. L’indicazione generale da osservare per l’irrigazione: è questa: vanno bagnate, ma poco. Le orchidee sono quasi tutte epifite, cioè in natura vivono sugli alberi, e sono dotate di radici aeree che sono sempre esposte all’aria. È per questo motivo che vengono alloggiate in vasi trasparenti riempiti con un composto a base di corteccia.
Questo substrato non deve restare bagnato per troppo tempo, altrimenti le radici non riescono a respirare e muoiono. Quindi, bagnate solo quando siete sicuri che le radici sono ben asciutte. Dalla primavera all’autunno, ogni tre bagnature va aggiunto il nutrimento, diluendo nell’acqua il concime per orchidee secondo la concentrazione riportata dall’etichetta del prodotto.
Un centrotavola lussureggiante composto da esemplari di Brassia, Cattleya, Dendrobium, Paphiopedilum e Zygopetalum coltivati con la tecnica del kokedama (le radici vengono racchiuse in un involucro di muschio). Credit: funnyhowflowersdothat
FIORIRE DI NUOVO
Le orchidee sono rifiorenti e quindi, farle rifiorire, è possibile. La fioritura delle Phalaenopsis dura circa tre mesi, poi i fiori appassiscono e cadono. Dopo 100 giorni la pianta è pronta per la nuova fioritura. Per favorirla si può tagliare lo stelo fiorale a un’altezza di circa 10 cm, lasciando uno o due nodi (i rigonfiamenti sullo stelo) per barriera.
Il consiglio è di non recidere alla base lo stelo perché è un procedimento innaturale che potenzialmente mette in pericolo la pianta, in quanto ogni taglio è tessuto aperto e vulnerabile alle infezioni.
Se non tagliamo lo stelo, la pianta fiorirà ugualmente, proprio come succederebbe in natura, ma partendo dall’apice dello stelo vecchio, e farà meno fiori. Invece tagliando la parte superiore il nuovo stelo partirà dal nodo o dall’ascella della foglia, e porterà più fiori.
La Vaniglia che usiamo in cucina è il frutto di un’orchidea del genere Vanilla. Originaria delle foreste del Sudamerica, è una liana che può superare i 30 metri di lunghezza, ed era già conosciuta dagli Aztechi che la usavano per aromatizzare il cioccolato.
STARE AL FRESCO
La famiglia delle Orchidaceae conta 30mila specie distribuite in circa 800 generi: è una delle più grandi e diversificate del mondo vegetale, e copre tutti i continenti, dall’Equatore fino quasi alle zone artiche, dal livello del mare fino ai 4mila metri di altitudine sulle Ande.
Questa incredibile varietà dei climi di provenienza fa sì che le esigenze colturali siano altrettanto diverse, ma per comodità possiamo dividere le orchidee in tre grandi gruppi: da clima freddo, temperato e da caldo. Le specie che stanno bene a temperature intermedie e si adattano bene a varie condizioni di coltivazione sono moltissime.
Tutte le orchidee però gradiscono il fresco notturno: se è possibile lasciamole vicino a una finestra socchiusa, la sera. Vedrete che le vostre orchidee vi ringrazieranno crescendo più rigogliose e fiorendo più abbondantemente.
Un tocco di colore vivace e scanzonato, usando fiori di Cymbidium, Phaleanopsis e Vanda. Credit: funnyhowflowersdothat
Nell’immagine di copertina, Orchidea Miltonia. Credit: funnyhowflowersdothat