di Anna Vittoria Zuliani.
Flat House è un progetto di Practice Architecture, studio di architettura con sede a Londra fondato nel 2009 che realizza edifici caratterizzati da un forte senso dello spazio e grande coerenza costruttiva rispetto alla funzione svolta.
Il progetto è situato a Margent Farm nel Cambridgeshire, una fattoria che pratica metodi di coltivazione rigenerativa fondata dal regista Steve Barron. La struttura rurale di ricerca e sviluppo produce bioplastiche con canapa e lino. Flat House è una piccola casa a basso tenore di carbonio, progettata allo scopo di prototipare un modello costruttivo prefabbricato a base di canapa da applicare a scale più grandi di edifici. La canapa è sempre più spesso impiegata come materiale da costruzione ecologico perché sintetizzatore di carbonio, contribuendo a combattere l’inquinamento.
I progettisti, lavorando con ingegneri e figure specializzate, hanno sviluppato un pannello prefabbricato utilizzando la canapa coltivata nei 20 acri della fattoria. È’ nato dunque un nuovo materiale impiegato per la prima volta nella costruzione di questo edificio. Il sistema prefabbricato è stato alzato in soli due giorni, il modello costruttivo è risultato rapido ed efficiente. Il corpo della casa è perciò realizzato interamente con materiali coltivati a Margent Farm, utilizzando legno del luogo: l’edificio respira naturalmente.
Dallo studio del materiale e dalla ricerca allo scopo di impiegarlo nel settore delle costruzioni è nata un’organizzazione dal nome Material Cultures, che esplora le caratteristiche dei prodotti naturali e approfondisce il loro uso nel campo edilizio.
La costruzione occupa lo spazio di un vecchio fienile preesistente. Al piano terra della costruzione Practice Architecture ha collocato un’area living a doppia altezza, le due camere da letto e un bagno. La zona giorno ha caratteristiche di uno spazio intimo nonostante l’ampiezza del volume a lei dedicato.
Uno spazio riscaldato dal sole e da un camino funge da filtro tra il soggiorno, il laboratorio e lo spazio esterno: è la “casa calda”.
Al primo piano è collocato lo studio al cui servizio vi è un piccolo terrazzo, lo spazio è intimo, caldo, allo stesso tempo aperto verso il paesaggio circostante. Tutti gli ambienti sono in comunicazione, la canapa alle pareti è lasciata a vista senza intonaco, al tatto le superfici verticali restano ruvide e i pannelli dalle proprietà fonoassorbenti creano un’intimità acustica particolare.
La costruzione, attraversata dalle camere allo spazio esterno, perde progressivamente consistenza, svuotando le superfici verticali piene nell’approssimarsi al paesaggio circostante, creando un dialogo crescente, un vero e proprio avvicinamento alla natura.