Partendo dal significato del suo nome la pirofila si elegge come la regina incontrastata della cottura al forno. ‘Piro’, deriva dal greco pyr, cioè fuoco. ‘Fila’, o philia, sempre dal greco antico, significa amore. Non ce ne vogliano gli esperti di lingue antiche, per la nostra spiegazione semplice, ma è romantico pensare che pirofila voglia dire, letteralmente, ‘amante del fuoco’. Questa è l’origine del suo nome. Il fuoco antico dei forni, il calore, è l’elemento su cui si basa la sua resistenza in termini di materiali e di tipologia, tutta sua, di cottura.
Pirofila Oblong di Le Creuset – lecreuset.com
Cocotte di Le Creuset
Le pirofile sono solitamente costruite in ghisa vetrificata oppure in terracotta smaltata, porcellana da forno e gres, ma esistono anche in vetro pyrex. Ognuno dei materiali ha la tenuta necessaria per resistere alle alte temperature, consentendo di cucinare senza il rischio di rilascio di sostanze nocive o di rottura della pirofila stessa.
La cottura al forno è un mondo a parte che ha proprie caratteristiche e dona agli elementi una morbidezza imbattibile, in caso di pani e dolci lievitati, oppure una gustosa croccantezza, pensando a gratin e carni e verdure arrostite, unica nel suo genere.
Collezione Vintage di Tognana – tognana.com
Collezione Sweet Cherry di Tognana
Collezione Diamantea di Tognana
È inevitabile che, oltre alla materia prima della ricetta, sia proprio la pirofila a essere la resposabile della perfetta riuscita di una preparazione. Le forme che la caratterizzano sono innumerevoli e, in alcuni casi, hanno nomi propri del tutto evocativi. La classica è detta anche teglia, ma si pensi alle cocotte oppure alle pirofile con bordo a nastro.
Nel primo caso corredate dal tipico coperchio, per accentuare la loro caratteristica per eccellenza: la tipologia di cottura. Possono anche essere arricchite da plus e dettagli come griglie e accessori per la cottura a vapore. La fantasia non conosce limiti.
Pirofila teglia di Scanpan – scanpan.eu
La sua peculiarità è quella di scaldarsi gradualmente e mantenere la temperatura a lungo, anche quando viene tirata fuori dal forno. Ne consegue un modo di cucinare gli alimenti che ben si distingue dalle pentole che funzionano sul fuoco vivo o a induzione.
La forma canonica è rettangolare, seguita da quella ovale, con o senza manici, ha pareti alte e lo spessore stesso della sua struttura – soprattutto nel caso del pyrex, il vetro borosilicato studiato per gli alimenti – è una delle sue peculiarità, anche se molto dipende dal design e dal materiale in cui è fatta.
Ne esistono, infatti, di sottili e la fantasia dei designer le hanno trasformate in must have indiscussi da avere assolutamente nella propria batteria di pentole.
Pirofila classica di Emile Henry – emilehenry.com
Non c’è collezione di pentole, disegnate dai brand più famosi, in cui non ci siano pirofile di varie misure. La fantasia spazia e le colora di nuances divertenti, oppure le celebra nel rigore metafisico del bianco e del nero. Il tutto si trasforma in una moltitudine di forme e relativi usi.
Si spazia dalla classica pirofila alle tortiere, ai pirottini da muffins, agli stampi – capaci di creare forme eleganti e divertenti – fino a raffinate interpretazioni in ceramica. Questo perché la pirofila non solo è un mezzo per cucinare ma diventa anche il modo ideale di servire, direttamente in tavola, i propri successi culinari.
Collezione Mami di Alessi – alessi.com
Collezione Pizza Passion di Villeroy & Boch – villeroy-boch.it
Nell’immagine di copertina, pirofila Oblong di Le Creuset