Per secoli ha mantenuto il suo posto d’onore nei tableware più raffinati, perfetta durante l’ora del tè, è proprio in questo contesto che ha visto la sua nascita. Parliamo di un oggetto che, nella sua semplicità, ha una forma iconica e dona, inevitabilmente, quel tocco très chic a qualsiasi mise en place. Signore e signori: l’alzatina. Caduta nel dimenticatoio, a favore del minimalismo del design degli ultimi vent’anni, nel grande ritorno del vintage ha ritrovato prepotentemente il posto che le è sempre spettato sulle tavole più eleganti.
Linea Madame di Sambonet – sambonet.it
Se in epoca vittoriana, e in alcuni casi anche barocca, era un elemento indispensabile per presentare dolci e torte. Nelle ultime collezioni, votate alla riscoperta del vintage, è tornata pressoché immutata, trovando strade contemporanee che l’hanno spogliata del décor superfluo per enfatizzare la sua funzione primaria, strettamente legata all’uso.
Linea Madame di Sambonet
Le collezioni contemporanee dedicate alle alzatine – chiamate anche alzate – al di là dell’evegreen in vetro con coperchio a cupola annesso, riscoprono una raffinatezza decorativa di fondo che diventa una rispettosa celebrazione delle più eleganti decorazioni d’epoca.
Le linee moderne ricalcano le forme iconiche, quando non celebrano i pattern d’antan con splendide fantasie che ricordano la grandeur della ceramica antica.
Linea Penelope di Sambonet
Questo non vuol dire, però, che le alzatine si limitino a essere semplici riedizioni di antiche produzioni. Il design contemporaneo le trasforma, oltre che alleggerirle da decori extra del tutto superflui, creando ibridi con ciotole e piatti dai bordi alti, con o senza cupola, creando nuove forme per altrettante destinazioni d’uso.
Linea Renaissance di Easy Life – easylife.boutique
Oltre alla versione classica, in ogni dimensione e che nasce per torte e pasticcini, in pendant con i servizi da tè, il design si dedica all’alzatina con versioni rivisitate che si discostano da quelle che solitamente vengono pensate per pasticcierie e sale da tè, come punto di esposizione.
Le novità si presentano come complementi d’arredo che escono dai vincoli della loro funzione primaria e diventano portaoggetti e svuota tasche in salotto, così come all’ingresso e in qualsiasi altra stanza della casa.
Linea Ayli di KnIndustrie – knindustrie.it
Quest’ultime si avvicinano, grazie al minimalismo progettuale, ad essere vere e proprie piccole sculture, già belle così di per sé, che celebrano in maniera moderna un idea antica che profuma di eleganza e di tradizioni.
Come in tutto il mondo del tableware, vicino alla modernità continua a esistere una produzione nostalgica che ripropone antiche decorazioni e diventano splendidi regali, da farsi o da fare, che donano una nota di carattere a ogni tavola imbandita.
Il perché non c’è da spiegarlo, perché ammettiamolo, come bambini, davanti a una tavola con alzatine imbandite di tanti piccoli dolci, nessuno rimane indifferente. Sia per gola, sia per la gioia degli occhi.
Linea Ayli di KnIndustrie
Nell’immagine di copertina, linea Madame di Sambonet
A Carnevale non solo chiacchiere…
Con l’arrivo del Carnevale, torna a comparire sulle nostre tavole, il misterioso dolce che, diffuso in tutte le regioni italiane, è conosciuto con tanti diversi nomi: Bugie, Chiacchiere, Cioffe, Cròstoli, Fiocchetti, Frappe, Galani, Gasse, Lattughe, Saltasù, Sfrappole, Sossole e Sprelle.
Che sia coperto di zucchero a velo, di cioccolato, miele o confettura, questo dolce friabile e dal sapore inconfondibile, tramandato nei secoli, porta con sé una storia antica: conosciuto già nell’antica Roma con il nome di “frictilia” perché fritto nel grasso di maiale , semplice ed economico da preparare, veniva cucinato in grandi quantità in occasione dei Saturnali una festa molto simile al nostro Carnevale, periodo di banchetti e feste, veniva offerto ai passanti che festeggiavano lungo le strade.
C’è invece chi sostiene che la sua origine sia napoletana e che sia da attribuire alla Regina Savoia, che famosa per la sua parlantina, ordinò al suo cuoco Raffaele Esposito di preparare un dolce che potesse allietare lei e i suoi ospiti con cui stava chiacchierando, nacquero così le Chiacchiere.