di Gaia Mussi.
Lo Smart Working è un modello di lavoro che permette non solo più flessibilità e tempo libero per il lavoratore, ma anche di essere più sostenibili. Ecco perché. Ci si chiede spesso come rendere le nostre città più sostenibili e come combattere fenomeni come l’inquinamento atmosferico, l’inquinamento acustico, la congestione del traffico e così via.
Le soluzioni da attuare possono passare attraverso l’uso di tecnologie innovative, ma anche da nuovi modi di vivere e lavorare. A tal proposito, oggi si parla molto di Smart Working, in sperimentazione in diverse realtà già da qualche anno. Inoltre, oltre che per la sostenibilità ambientale, lo Smart Working è sicuramente positivo anche per aspetti socio-economici.
I vantaggi dello Smart Working per l’ambiente: meno traffico e CO2 emessa
Lo Smart Working e il telelavoro, anche se differenti, hanno in comune la possibilità per il lavoratore di non recarsi in ufficio ed è proprio da ciò che derivano i vantaggi più evidenti di questa forma di lavoro. Lavorare con più flessibilità e da dove si ritiene più comodo, oltre ad avere conseguenze sulla produttività e sulla soddisfazione delle persone, previene la congestione del traffico e, di conseguenza, riduce le emissioni di CO2.
Secondo i dati del Politecnico di Milano, ad ottobre 2019 gli smart worker italiani erano circa 570 mila (+20% rispetto al 2018), un numero che oggi è sicuramente cresciuto. Il Politecnico, inoltre, stima che in media i lavoratori italiani si spostano di circa 40 km per recarsi al lavoro. Lavorare da casa, quindi, significa evitare spostamenti con mezzi privati e pubblici per recarsi al lavoro, con una notevole riduzione del traffico e di CO2 emessa.
Un dato interessante emerge da Jojob, una piattaforma di carpooling che all’inizio del periodo di emergenza sanitaria ha lanciato una sfida ai lavoratori, dando loro la possibilità di iscriversi ed indicare i giorni di Smart Working fatti e i km che abitualmente sarebbero stati percorsi per andare al lavoro. Secondo i dati raccolti finora, in pochi mesi gli italiani avrebbero evitato l’emissione di circa 60 tonnellate di CO2.
Il risparmio energetico in casa
Un altro aspetto da considerare riguarda i consumi energetici per la gestione degli edifici. La maggior parte degli edifici per uffici, infatti, è di grandi dimensioni e l’energia consumata per l’illuminazione, il riscaldamento, il raffrescamento e la ventilazione è davvero molta. Permettere ai propri dipendenti di lavorare da casa, quindi, comporterebbe per le aziende un tangibile risparmio, sia energetico che economico.
La domanda che sorge spontanea a questo punto riguarda l’effetto dello Smart Working sui consumi domestici. Lavorare da casa con più frequenza, comporta un maggior consumo di energia elettrica e per la climatizzazione. In realtà, va anche considerato che durante il giorno il consumo per l’illuminazione non dovrebbe incidere e che la casa sarebbe comunque riscaldata ogni giorno.
In ogni caso, è opportuno prestare attenzione ai propri consumi e cercare di risparmiare energia.
Ecco alcuni consigli per risparmiare energia:
1. Sfrutta al meglio la luce naturale durante il giorno
2. Regola correttamente il riscaldamento e non superare i 21°
3. Non esagerare con il climatizzatore, la temperatura impostata non dovrebbe essere più bassa di 4-5° rispetto all’esterno
4. Scegliere un’offerta luce e gas adeguata alle nostre esigenze
5. Riscaldare, raffrescare e illuminare per tutto il giorno solo l’ambiente in cui si lavora. In ogni caso, il grosso risparmio energetico dovuto a un cambio di gestione degli edifici per uffici, rimane dominante.