di Giulia Mura.
Letteralmente “malridotto, vissuto”, lo shabby indica quello stile di design in cui mobili e arredi sono scelti per il loro aspetto simil-invecchiato, il quale però, più che essere autentico, è frutto di un’apposita lavorazione di finitura superficiale (decluttering). Nato in Gran Bretagna come rievocazione decorativa della tipiche – e bellissime – case di campagna inglesi, entra in voga nel 1980 grazie alla rivista “The world of interiors” che utilizza il termine per la prima volta. Da allora, lo stile shabby non ha mai smesso di avere estimatori, continuando a riscuotere un successo globale: al mare soprattutto, ma anche in città. In particolare per le cucine, che ad un’estetica classica, oggi abbinano elementi e dettagli di derivazione industriale, super contemporanei.
FINITURE & MATERIALI
Effetto carteggiato, usurato, decapato non vuol dire un mobile che cade a pezzi, anzi. La lavorazione superficiale non incide minimamente sulla resa funzionale di un elemento, quanto, piuttosto, sulla sua resa estetica. Lo stile shabby predilige l’utilizzo del legno trattato come fosse un pezzo di recupero ritrovato e rimesso in sesto per un nuovo uso, abbinato spesso a metalli tipo ottone, rame o acciaio spazzolato. Oppure a materiali lapidei, come pietra a spacco, cotto e marmi.
Cucina Lignum et Lapis by Arclinea
PALETTE CROMATICHE
Tinte prevalentemente chiare, toni opachi, nuances pastello. Lo stile shabby si contraddistingue per un massiccio uso del bianco, di toni freschi e luminosi come il grigio, il carta da zucchero, il cipria o il crema. Un po’ country – ad omaggiare la sua origine campagnola – è spesso ritenuto appropriato e utilizzato per arredare case fuori dal contesto urbano, decisamente più sobrio e meno decorativo. Lo stile industriale, invece, ama le tinte piene, di carattere: i grigi grafite, i neri, i verdi.
Cucina Maestrale by Scandola
MODANATURE SI, MODANATURE NO
Lo stile shabby è uno stile lavorato e non minimalista. Quello industriale, invece, l’esatto opposto: quasi chirurgico, predilige le ante lisce, senza orpelli, anzi, con gole al posto di maniglie, per non intaccare la pulizia formale della composizione. Molto spesso oggi, a moduli dichiaratamente shabby vengono abbinati invece elementi dal sapore più industriale, a finitura metallica. Un contrasto interessante, no?
Cucina Artis by Marchi Cucine
DETTAGLI
Curve, maniglie, scanalature, ferro battuto, vetrinette? O piuttosto, piani di lavoro specchiati, luci a led sotto-pensile, prese a scomparsa, accessori high tech, ante a ribalta? Bel dilemma. Le possibilità ormai offerte dal mercato sono molteplici, per prezzi, dimensioni e abbinamenti possibili. L’importante è dare una linea di coerenza al proprio ambiente domestico, che ci rappresenti, non stufi e sia disegnata sulle nostre esigenze.
Cucina Silver Grey by Officine Gullo
Cucina XP by Zampieri
FOR VINTAGE LOVERS
Sicuramente questo stile dal sapore retrò incontra il gusto degli amanti del vintage, mentre lo stile industriale, grazie alla sua eleganza essenziale, incontra il gusto degli amanti del contemporaneo. Trovare il giusto balance tra i due può non essere un’operazione semplice in effetti, ma se si è capace di dare equilibrio, il risultato può essere sorprendente. E molto, molto, originale.
Cucina Trevi by Aran Cucine
MASCHILE O FEMMINILE?
Lo shabby è da sempre considerato uno stile dichiaratamente femminile, delicato e anche un po’ lezioso. Lo stile industriale, invece, dichiaratamente maschile: funzionale, pulito, senza decorazioni. O forse, semplicemente, solo molto pratico. La distinzione di genere oggi non è più cosi netta, quindi via libera ad ibridazioni stilistiche che siano il punto di incontro tra entrambe le tendenze.
Cucina Sipario by Aran Cucine
DIMMI CHE CAPPA VUOI E TI DIRO’ CHI SEI
Un elemento su cui i due stili non vanno proprio d’accordo è la cappa aspirante. Mentre lo stile industriale tende a nascondere tutto – attraverso elementi a scomparsa ultra tecnologici – che non rovinino l’essenzialità generale, quello shabby fa eco ad uno stile più antico, tipico delle cucine di campagna, con grandi cappe classiche, esteticamente impattanti, quasi sempre rivestite in ceramica più che in acciaio. E voi, quale preferite?
Cucina Italia by Arclinea
Nell’immagine di copertina, Cucina Maestrale by Scandola