Si attendono ospiti per cena, niente esagerazioni e una disinvolta spontaneità nel ricevere. Il primo dovere è assicurarsi che ci sia abbondanza di tutto senza strafare, nessuno deve guardare nei piatti degli altri ma è poco elegante anche presentare una montagna di vivande a una tavola di quattro persone. Ricevere è un conto, “sfamare”, magari chi non lo richiede neanche, diventa solo imbarazzante, soprattutto per l’invitato che non sa più come rifiutare l’ennesima portata. Ecco le premesse per la riuscita di una cena qualsiasi. Il diktat? Mettere a proprio agio gli ospiti.
Al padrone di casa spetta il compito di accogliere gli ospiti sulla porta di casa ma sarà la signora ad accompagnarli a tavola, indicando i posti prima alle signore, per ordine di anzianità e importanza, e successivamente agli uomini, dove prenderà posto per prima, invitando i commensali a seguirla. Durante la cena i padroni di casa si serviranno due volte di ogni portata per dar libertà agli invitati di fare lo stesso, tenendo a mente che non si offrono due volte i consommè, i formaggi e l’insalata, senza ovviamente negarli a chi ignora la regola e chiede il bis.
Una volta controllato che ai propri invitati non manchi nulla, i padroni di casa non dovranno essere né i primi né gli ultimi a finire, adeguandosi alle dinamiche e tempistiche altrui, mantenendo alto il livello di conversazione e quello dei vini nei bicchieri. Nel caso un invitato sporcasse la tovaglia o rompesse un piatto prezioso, la signora non si abbandonerà a scene di disperazione e minimizzerà l’incidente con un sorriso sulle labbra. Starà all’ospite farsi perdonare, nel caso il danno sia davvero irrimediabile, facendo recapitare il giorno dopo alla padrona di casa un piccolo regalo corredato con un biglietto di scuse.