piatto ceramica transferware

Transferware – il vintage di classe sulla tavola

di Donna Bianca – Brocante Folies! English transferware vintage

Non è facile, in tempi di globalizzazione e mode totalizzanti, individuare oggetti per la casa e la tavola che consentano di distinguersi senza spendere cifre importanti. Non vanno in questo senso sottovalutate le opportunità offerte dal mondo del vintage, genere al quale possiamo senz’altro ascrivere piatti e altri articoli realizzati secondo l’antica tecnica decorativa inglese del transferware. Impossibile non riconoscerli: sono quegli oggetti – perlopiù stoviglie, ma non solo – caratterizzati da grandi bordure a disegno floreale che incorniciano paesaggi, scene di vita rurale o commemorazioni di eventi e personaggi storici.

Prodotto oggi in modo del tutto automatizzato, il transferware delle origini potrebbe appare ai nostri occhi come un’opera di alto artigianato, ma al contrario rappresenta uno dei primi fenomeni di produzione industriale su larga scala di articoli per la casa e la tavola. Il transferware nasce infatti verso la fine del XVIII secolo nella regione inglese dello Staffordshire per rispondere alla richiesta della nascente borghesia britannica di stoviglie e oggetti d’arredo eleganti ma più abbordabili delle porcellane dipinte a mano che ornavano le dimore nobiliari.

piatti ceramica transferware
La risposta a questo bisogno arrivò da due invenzioni. Da un lato, il perfezionamento di un particolare tipo di terraglia, detta Ironstone, caratterizzata da un impasto bianco e leggero ma dotato di una resistenza agli urti molto vicina a quella della porcellana, e molto meno costosa. L’Ironstone fu brevettato nel 1813 da Charles James Mason, titolare dell’omonima manifattura, anche se alcune fonti ne attribuiscono l’invenzione a William Turner di Longton e a Josiah Spode.

TECNICA DECORATIVA DEL TRANSFERWARE
L’altro elemento di svolta fu dato appunto dall’invenzione della tecnica decorativa del transferware, che andò a sostituire con ottimi risultati la lunga e costosa procedura di decorazione a mano. Il processo prevedeva innanzi tutto la trasposizione del decoro prescelto su una lastra di rame inciso simile a quelle utilizzate per la stampa su carta di incisioni e acqueforti. Tale piastra veniva inchiostrata, quindi utilizzata per stampare su carta velina che veniva successivamente applicata sulla superficie porosa della ceramica perché ne assorbisse l’inchiostro umido. La carta veniva eliminata con un’immersione in acqua, quindi la ceramica veniva cotta in un forno a bassa temperatura per fissare il decoro, vetrificata e sottoposta a una seconda e definitiva cottura. Il risultato finale era di notevole impatto, con un effetto grafico molto simile a quello della stampa su carta.

ceramica transferware bianco rosso
Non sappiamo con certezza a chi si debba l’invenzione di questa tecnica decorativa, ma è un dato di fatto che il suo perfezionamento e la sua applicazione industriale si realizzarono nel distretto della ceramica di Stoke-on-Trent, nello Staffordshire, tra la fine del Settecento e il principio dell’Ottocento.

La popolarità del transferware esplose tra il 1820 e il 1830. Inizialmente i motivi decorativi imitavano quelli delle porcellane orientali, ma ben presto nel pubblico si affermò un gusto diverso e la produzione si orientò sulla riproduzione di famose stampe e incisioni inglesi. Nel 1841 però una nuova legge sul copyright vietò il libero utilizzo di questo tipo di immagini, costringendo le singole manifatture a creare disegni personalizzati, se pur all’interno di linee decorative comuni.

transferware piatto english
I COLORI
Al principio i disegni erano monocromatici. Sempre per imitazione del modello orientale, il primo colore utilizzato – nonché il più amato, tanto che in UK il transferware è anche semplicemente detto blue and white – fu il blu cobalto. Altri colori furono introdotti a partire dal 1825, soprattutto in risposta ad una richiesta proveniente dal mercato americano, dove il transferware fu accolto con grande entusiasmo: dapprima il verde, poi il rosso, il nero, l’azzurro, il marrone, il viola, il seppia e infine il giallo. Con il tempo e l’affinamento delle tecniche si iniziarono a produrre anche servizi con decori multicolore che riscossero enorme successo soprattutto oltreoceano.

Questo processo, che si poteva applicare ad una molteplicità di materiali, dalla terracotta alla porcellana, dal Bone China all’Ironstone, ebbe così tanta fortuna che fu usato per decorare di tutto: stoviglie in primo luogo, ma anche vasi, suppellettili di ogni genere, articoli per l’igiene personale e persino sanitari.

piatto piano sottopiatto transferware
In Italia il genere transferware ebbe il suo momento di maggiore fortuna nel secondo dopoguerra, ed è proprio agli anni Cinquanta/Sessanta che appartiene la quasi totalità degli articoli che oggi troviamo con discreta abbondanza, e a prezzi solitamente abbordabili, nei mercatini di modernariato. Sono pezzi da non sottovalutare, perché vantano una storia e una tradizione di tutto rispetto, e perché prodotti da manifatture in massima parte non più esistenti e con tecniche ormai quasi completamente abbandonate.

Oggi i piatti e gli oggetti transferware sono perfetti – magari sapientemente mixati per un effetto finale più sbarazzino – per case e tavole di campagna dove si desideri mantenere uno stile country ma ricercato, e soprattutto autenticamente vintage. Si adattano però perfettamente anche a case cittadine dall’anima d’altri tempi: in questo caso, non sarà male abbinarli a pezzi moderni dalle linee pulite e dalla tinta unita, che regalino a questi articoli così deliziosamente retrò una leggerezza più in linea con il gusto contemporaneo.

tazza tè transferware ceramica
Tutte le immagini sono di proprietà ©www.acasadibianca.com.

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