Può nascere un amore per la cucina, intesa come strumento o elettrodomestico per cucinare? Si. Ed è quello che è capitato allo chef Gionata Rossi quando, in cerca di una cucina adatta alle sue esigenze, si è imbattuto nel brand modenese Steel, ed è stato subito amore. Cucine solide, in acciaio inox, professionali ma studiate per l’utilizzo domestico e, soprattutto, in grado di soddisfare le esigenze di cottura di coloro che cercano prestazioni di alto livello.
Ma torniamo al nostro chef. Nato a Viareggio, Gionata oggi risiede a Salerno, ed è entrato nel mondo dell’alta ristorazione a 17 anni frequentando la scuola alberghiera di Massa Carrara. La sua inizia come professionista inizia poco più che ventenne quando inizia a lavorare nella cucina dello yacht di un armatore inglese. Ed è proprio in mare che avviene l’incontro che da una svolta alla sua carriera, quello con Ivana Trump che lo vuole come chef sul suo yacht ormeggiato a Saint Tropez. La collaborazione non si limita al periodo estivo ma prosegue, nei due anni successivi, anche nelle residenze Trump di San Francisco, New York e Miami.
Terminata l’esperienza “americana”, Gionata apre nel 2007 un ristorante a Viareggio annoverato tra i migliori 30 d’Italia. Esperienza unica ma, nel 2012, il richiamo del mare è più forte e decide di tornare “a bordo”. Da quattro anni lavora stabilmente come chef sullo yacht di proprietà di un armatore russo e anche quando è a casa, il suo regno resta la cucina.
Lo Chef Gionata Rossi nella sua cucina in compagnia di Amanda
Secondo te quanto influisce la qualità del “fuoco”? Intendo c’è differenza tra gas e induzione, nella realizzazione di un piatto?
Questa è una diatriba vecchia come il mondo. In realtà esistono diversi tipi di cotture e naturalmente diversi strumenti associabili a queste. In certe circostanze il fuoco tradizionale, il fornello a gas per intenderci, è imbattibile mentre per altre preparazioni l’induzione è fondamentale. Faccio un esempio, se devi fare un caramello, su un piano a induzione lo realizzi in maniera molto più semplice perché la pentola tocca una superficie che viene scaldata in modo omogeneo, mentre sul gas si potrebbe risentire dell’effetto lingua di fuoco, cioè il calore tocca in realtà una superficie più piccola e la temperatura della pentola non restituisce un calore uniforme all’alimento che stai preparando. Se però devi arrostire o rosolare molto, per avere la classica crosticina sulla carne, quello che in gergo si chiama reazione di Maillard, c’è bisogno del tradizionale fornello a gas e del suo potere calorifico.
Secondo te, il futuro sarà solo a induzione?
Il futuro deve essere tutto, quindi a gas e induzione. Nella cucina del futuro dovrà esserci il gas e l’induzione. In casa l’induzione è molto utile in accoppiamento con il gas.
La tua cucina perfetta, da un punto di vista pratico, come deve essere strutturata?
La cucina è come un guanto, ognuno vuole un suo ambiente personalizzato con un’attrezzatura adeguata. Le cucine Steel sono le uniche che ti permettono di avere un livello professionale tra le mura domestiche. Ho conosciuto il marchio Steel per caso, entrando in un negozio e chiedendo delle informazioni su una cucina esposta e successivamente documentandomi su internet e sentendo i pareri di chi l’aveva già.
Cercavo una cucina per la mia casa e inizialmente avevo anche pensato di traslocare la cucina del ristorante. In realtà poi il mio senso estetico me lo ha vietato, quindi ho iniziato a guardare in giro cosa offriva il mercato e mi sono innamorato di Steel.
E cosa ti ha colpito di più della cucina Steel che hai visto nello showroom?
La prima cosa che guardo nelle cucine sono le griglie, per me sono la parte più importante. Ho visto subito che Steel aveva le griglie in ghisa (pesano circa 5 kg l’una) e non quelle solite esili grigliette in metallo che dopo poco si arrugginiscono inesorabilmente. Tutta la cucina, in acciaio inox, pesa 150 chili. Per non parlare dei bruciatori, in ottone, oltre alla possibilità di inserire il forno multifunzione più adatto alle proprie esigenze. Da quello tradizionale a quello a vapore. Insomma, è una cucina che trasmette solidità dal primo sguardo.
Ma, secondo te, qual è l’aspetto meno valorizzato in una cucina?
La cucina è come una macchina, dipende da chi la guida e dal suo stile. Per me l’elemento fondamentale è la profondità. Bisogna partire da un minimo di 70 cm di profondità per lavorare bene e in più, intorno ad ogni fuoco devi avere 30-40 cm di area di lavoro, così puoi utilizzare diametri importanti di pentole.
Altra caratteristica importante, che le altre cucine non hanno, la sensibilità della regolazione del fuoco sulla manopola. Qui puoi ben interpretare un fuoco medio alto o una fiamma bassa da cottura giornaliera. Insomma, diciamo che l’hardware della cucina Steel è all’altezza della situazione e permette di avere tra le mura di casa un apparecchio professionale.
E per la pulizia?
La pulizia è una fase antipatica, sempre e comunque. L’acciaio è complicato da pulire e tende per la sua natura a evidenziare aloni o segni di usura come il classico graffietto. Però bisogna andare oltre e pensare che ad esempio l’acciaio pulito come si deve in fatto di salubrità non ha rivali. E sicuramente un acciaio vissuto sarà sempre più piacevole alla vista di quelle classiche lamierine smaltate che equipaggiano cucine e gas di livello inferiore.
Tutte le cucine del servizio sono di Steel