Tutti noi tendiamo a migliorare (giustamente) il comfort in casa propria. Per quanto riguarda il clima è sufficiente installare un climatizzatore per avere caldo in inverno e fresco in estate.
Ma c’è sempre il rovescio della medaglia. Per quanto avanzata sia la tecnologia che scegliamo, efficiente ed eco-friendly, la climatizzazione non può fare a meno di consumare energia elettrica e provocare, di conseguenza, l’emissione nell’ambiente di gas di scarto, il famigerato CO2, nocivo per noi e soprattutto causa di inquinamento ambientale.
Un deciso passo in avanti
Negli ultimi anni la maggiore sensibilità di noi tutti consumatori verso la riduzione del consumo energetico, complice forse anche la crisi economica, ha determinato lo sviluppo di nuove tecnologie che hanno permesso la realizzazione di nuovi climatizzatori in grado di consumare meno energia elettrica pur garantendo migliori prestazioni e un comfort ottimale.
Per quanto riguarda invece il secondo aspetto, quello dell’immissione di gas nocivi, sono in atto diversi cambiamenti soprattutto a livello normativo globale: i refrigeranti, ad esempio, devono essere più rispettosi dell’ambiente e garantire un basso potenziale di riscaldamento globale (GWP, Global Warming Potential).
Infatti il Regolamento Europeo 517/2014, in vigore dal 2015 sui gas fluorurati (F-gas), la regolamentazione statunitense SNAP, la riduzione dei fluidi HFC (idrofluorocarburi) in Giappone e l’eliminazione dei refrigeranti CFC (clorofluorocarburi) e riduzione degli HFC previsti dal protocollo di Montreal, si sono prefissati tutti lo stesso obiettivo: salvaguardare l’ambiente.
Ma cosa sono i gas fluorurati e perché sono così importanti?
Sono gas che vengono impiegati nei sistemi di climatizzazione (compresi quelli presenti nelle nostre case) per il raffrescamento dell’aria, mentre con GWP si intende l’indice che esprime l’impatto ambientale che avrebbe la dispersione nell’atmosfera di un determinato gas. Nonostante tale impatto possa essere scongiurato evitando perdite e assicurando il corretto recupero del refrigerante al termine del suo ciclo di vita, la scelta di un refrigerante con un minore GWP e il suo utilizzo in minori volumi riduce il rischio per l’ambiente in caso di perdite accidentali.
Parola d’ordine globale: rispetto per l’ambiente
Dunque efficienza energetica ed ecocompatibilità, insieme alla scelta di un refrigerante rispettoso dell’ambiente, sono fattori chiave nell’ottenere un comfort in casa che sia anche sostenibile. Il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei gas fluorurati ad effetto serra ha stimolato il lancio di sistemi innovativi e performanti.
Per questo alcuni refrigeranti ad alto GWP verranno banditi, anche se in generale purtroppo si parla di phase-down (riduzione) e non di phase-out (uscita). In altre parole, tutte le nuove installazioni beneficeranno di tecnologie e gas a basso impatto, ma quanto già presente potrà continuare a funzionare e non dovrà essere sostituito con i nuovi refrigeranti.
Si tratta di un discorso complesso ma necessario per capire le dinamiche legate alla climatizzazione. Quindi per ottenere risultati validi sono necessarie azioni combinate:
– sui nuovi prodotti è opportuno introdurre alternative a basso GWP riducendo il quantitativo di refrigerante richiesto;
– su quelli esistenti è fondamentale ridurre le perdite e, quando necessario, sostituire solo con soluzioni con refrigerante a basso GWP;
– infine bisogna recuperare in modo corretto a fine vita i prodotti obsoleti, in particolare il refrigerante.
Il mondo della climatizzazione è molto complesso e diversificato: alcuni mercati hanno già a disposizione refrigeranti a bassissimo GWP, come la CO2 a GWP 1, mentre in ambito residenziale e piccolo commerciale il gas R32 (difluorometano) è una ottima soluzione in sostituzione all’R410A. Per il mercato commerciale ad espansione diretta il gas R410A rimane la soluzione preferita.
Climatizzatore Stylish by Daikin.
Nel 2020 (2020 per i portatili – per i fissi 2025) il gas R410A verrà comunque bandito per i piccoli condizionatori ad uso domestico. Occorre però agire in anticipo: molti climatizzatori, infatti, sono già equipaggiati con l’R32 per consentire ai consumatori di effettuare una scelta consapevole.
Quali sono i vantaggi del gas refrigerante R32?
Rispetto al vecchio R410A, il nuovo refrigerante è tre volte meno dannoso. A livello impiantistico le differenze non sono significative: si ha un leggero aumento della pressione e un lieve miglioramento dell’efficienza (pari a circa l’8-10%). Per chi fa manutenzione l’unico obbligo è quello di dotarsi di attrezzatura compatibile ma, superato questo scoglio, la gestione di eventuali ricariche di refrigerante diventa più semplice perché si ritorna all’utilizzo di un gas puro e non di una miscela. L’R32 è quindi più facile da recuperare e da riutilizzare.
R32, un gas dall’anima green
R32 rappresenta la soluzione ideale per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla nuova normativa europea sui gas fluorurati:
- efficienza energetica – a parità di consumi, l’R32 permette ai sistemi in cui è contenuto di essere più efficienti;
- impatto ambientale – riduce il potenziale impatto ambientale del 30% rispetto all’R410A, influendo meno sul riscaldamento globale;
- bassa tossicità – appartiene alla stessa categoria di scarsa tossicità dell’R410A;
- bassa infiammabilità – può essere utilizzato in modo sicuro nella maggior parte dei climatizzatori e delle pompe di calore.