bosco verticale milano porta nuova

Stefano Boeri – il Bosco Verticale

di Stefania Fanchini – architetto paesaggista – stefaniafanchini.it.

Nata nel 2006, l’idea progettuale di Bosco Verticale dello studio Stefano Boeri Architetti di Milano è un vero e proprio manifesto urbano di una nuova architettura per il futuro, in cui la vegetazione e la natura diventano elementi costitutivi e non più solo ornamentali del costruito.

Ma qual è il valore rivoluzionario del Bosco Verticale?
La sostenibilità ambientale di cui tanto si parla è ormai un dato acquisito in caso di nuove costruzioni. Il progetto di Boeri ha ricevuto in tal senso un certificato Gold Leed in materia di risparmio energetico e idrico, di riduzione di CO2 e per la sostenibilità dei materiali impiegati: grazie ad un sistema impiantistico centralizzato e integrato dell’intero complesso Isola Porta Nuova, le torri sono in grado di recuperare e trasferire l’energia in eccesso dagli uffici verso le residenze e assorbono ogni anno 30 tonnellate di anidride carbonica, restituendo in cambio 19 tonnellate di ossigeno.

In realtà, quello che a mio parere rende straordinario questo nuovo prototipo di architettura è il concetto di forestazione urbana come risposta per combattere il riscaldamento globale e le problematiche ambientali. Boeri sostiene che questo trend futuro non sia “solo una necessità per migliorare l’ambiente delle città nel mondo, ma l’occasione per migliorare le condizioni di vita dei cittadini meno abbienti”. Vediamo di capire il perché.

Immagine da Wikimedia.org

disegno vantaggi bosco verticale
L’idea non è nuova. Verso la fine del XIX secolo, il famoso urbanista inglese Howard Ebenezer teorizzò nel suo saggio ‘A Peaceful path to real reform’ (1898) il concetto di città-giardino, in risposta al problema del sovraffollamento delle città a causa della Rivoluzione industriale, ma soprattutto alle diseguaglianze sociali, ai problemi di inquinamento e traffico e ai rischi igienici e di ordine pubblico prodotti dalla travolgente crescita urbana.

Oggi lo scenario impone una rigida riduzione del consumo di suolo naturale e agricolo e il progetto di piccole “città verticali” ad alta densità e intensità di vita, che riducano i costi di gestione dei servizi energetici e di trasporto proponendo un nuovo equilibrio tra sfera urbana, sfera agricola e sfera naturale, può diventare un’opportunità importante per il nostro futuro. Il processo delle megalopoli ha alterato molti equilibri biologici e le biodiversità sono a rischio per l’estinzione di alcune specie vegetali e animali e l’invasione di territori estranei. A tal proposito è capitato di avvistare una volpe nel centro di Londra o un cinghiale in Maremma vicino a una rotonda stradale. Luoghi lontani dai normale habitat di queste creature.

L’architettura può cambiare il volto delle aree urbane più dense e congestionate per dare vita a vere e proprie città vegetali, a patto che non “ospiti” o “recinti” porzioni di natura, ma che nasca insieme con la natura stessa.

Immagine da stefanoboeriarchitetti.net

palazzo grattacielo verde verticale
Sono circa una ventina i Boschi Verticali in tutto il mondo, da San Paolo in Brasile fino alla Cina. L’ultimo nato è il Trudo Vertical Forest, primo Bosco Verticale rivolto a un’utenza popolare che sorgerà a Eindhoven in Olanda, sull’area che un tempo era occupata dai grandi insediamenti industriali della Philips. L’operazione di riqualificazione sarà gestita dalla Sint-Trudo, da cui il nome.

Alcuni dati: 19 piani, 75 metri di altezza, 125 unità abitative da 50 metri quadri per giovani coppie, affitto a canone calmierato (circa 681 euro mensili). L’edificio a pianta quadrata garantirà ad ogni abitazione un balcone: le piante saranno collocate a raso pavimento e non dentro grandi fioriere come nelle precedenti realizzazioni, per lasciar entrare più luce all’interno dell’edificio. Per quanto riguarda la componente vegetale, sono previsti 125 alberi alti circa 6 metri e più di 5mila tra arbusti e piante di diverse specie che daranno vita a un vero e proprio ecosistema. Costo di realizzazione? 1.200 euro al metro quadro.

Immagine da stefanoboeriarchitetti.net

piantina progetto verde verticale
Piccola precisazione: i detrattori del Bosco Verticale hanno sempre criticato i costi di realizzazione e gestione, dimenticandosi che proprio grazie alla sperimentazione del prototipo di Porta Nuova si sono potute affinare tecniche e tecnologie costruttive che rendono oggi replicabile il progetto a costi più accessibili e per utenze non necessariamente ricche. Dietro all’indiscussa bellezza del Bosco Verticale c’è tantissima professionalità, ricerca e sperimentazione che va riconosciuta, così come una visione futuristica positiva del nostro pianeta. L’invidia verde è sempre in agguato. Complimenti Boeri, tutti avremmo voluto avere la tua idea.

Immagine da stefanoboeriarchitetti.net
palazzi alti verde verticale

Immagine di copertina tratta da stefanoboeriarchitetti.net

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