In un periodo di crisi economica generale che ha coinvolto in modo più o meno vasto la totalità degli stati europei, si registrano delle eccezioni. Come nel caso di Heimtextil, la fiera internazionale dedicata al tessile casa e contract, a Francoforte, 9 – 12 gennaio 2018 che invece ha registrato una crescita costante tanto che il fatturato dell’industria tessile in Europa è passato da 77,9 mld di euro nel 2016 a 84,2 mld di euro nel 2016. La risposta quindi sta proprio nel settore in cui opera Heimtextil.
Viene spontaneo chiedersi, visto il trend positivo che ha avuto in questi anni Heimtextil, come ha fatto il settore del tessile a passare indenne questo periodo di crisi?
Il tessile è un settore un po’ particolare rispetto agli altri e segue delle logiche, più che diverse, direi “anticipate” – spiega Donald Wich, Amministratore Delegato di Messe Frankfurt Italia – è stato infatti il primo settore a subire il fenomeno della delocalizzazione quindi, se vogliamo, il tessile è il trendsetter un po’ in tutti i sensi: sia per le mode e quant’altro ma anche per quanto riguarda gli sviluppi industriali perché appunto è stato il primo a delocalizzare dall’Europa verso l’Asia, soprattutto verso Cina e Turchia. Quindi c’è stata la prima fase, parliamo di 10-15 anni fa, dove questa ondata di delocalizzazione ha influito parecchio anche sulla struttura delle aziende, parliamo sia di tessile casa che di tessile abbigliamento. Diciamo un po’ tutti i settori del tessile delle aziende europee, perchè tanti distretti produttivi, anche in Germania, si sono drasticamente ridotti piuttosto che reinventati proprio per far fronte a questa nuova tendenza.
Anche Heimtextil ha risentito di questo contraccolpo e infatti abbiamo registrato un leggero calo. C’è però anche da aggiungere che Heimtextil è uno dei pochissimi esempi di fiera ad avere avuto un turnaround, ovvero dopo la fase di calo ha saputo trovare nuovi spunti per tornare a crescere. Questa crescita si è manifestata all’incirca 6/7 anni fa, da una parte, grazie alle politiche della Fiera che hanno saputo cogliere esattamente quali erano le esigenze del mercato e di conseguenza dare nuove risposte, e dall’altra, le aziende stesse hanno saputo affrontare il cambiamento reinventandosi. Tant’è che molte aziende si sono riconvertite al tessile tecnico e infatti è quello che, in questo momento, sta crescendo di più.
D’altro canto, ci sono tante aziende nel settore tessile tradizionale (casa, arredo, abbigliamento) che si sono convertite solo parzialmente, per quanto riguarda la produzione, e adesso stiamo assistendo al fenomeno di reshoring (rilocalizzare), ovvero quello che era il fenomeno di delocalizzazione degli anni passati, sta dando luogo a un ritorno della produzione in Europa perché con l’automazione torna ad essere conveniente produrre qui rispetto ad altri mercati. Questo riguarda soprattutto le aziende europee dove, nello specifico, Italia e la Germania, rappresentano i due grandi mercati del tessile per quanto riguarda la produzione. Tutto questo ha fatto si che anche Heimtextil tornasse a crescere in questi ultimi anni, registrando numeri estremamente positivi. Tant’è che quest’anno (gennaio 2018) punteremo per la prima volta a superare i 3mila espositori. Un fenomeno unico per una fiera del tessile.
Donald Wich
Quindi mi sta dicendo che c’è stato investimento, in un periodo di crisi, in ricerca e sviluppo. Due settori dove in genere, in caso di crisi, si tende a tagliare. Come mai secondo lei questa filosofia così illuminata?
Questo è dipeso dalla scelta fatta dalle singole aziende. C’è chi non ha saputo cogliere le sfide del mercato e quindi ha chiuso o si è ridimensionato, altri hanno avuto la lungimiranza (forse ha concorso anche il cambio generazionale ai vertici delle imprese) e si sono riorientati e poi sono entrati, grazie anche alle nuove tecnologie e ai nuovi materiali, in nuovi segmenti come ad esempio il contract che è diventato uno dei nostri focus all’interno della Fiera. Ed è sicuramente uno dei settori dove le aziende italiane primeggiano. Quindi il Made in Italy anche per quanto riguarda il contract, a livello internazionale, è molto ricercato.
In cinese la parola crisi equivale a cambiamento/opportunità, quindi una cosa porta all’altra. Ed è proprio in momenti di disruption (rottura) che le aziende sono costrette a reinventarsi per quanto riguarda i mercati, le politiche distributive, la ricerca di nuovi materiali e tecnologie di produzione. Si è scatenato tutto un circolo virtuoso in alcuni, vizioso in altri, e c’è stata una forte selezione che, nel caso positivo, ha portato nuova competitività anche nel mercato tessile europeo e anche nel tessile italiano.
Perché un’azienda italiana dovrebbe essere presente a Heimtextil? Cosa ci guadagna? Visibilità, contatti, business?
I motivi sono molteplici, il primo in ordine di importanza è proprio il business. Heimtextil è la più grande fiera al mondo del settore quindi è un polo di attrazione per tutti gli operatori a livello internazionale. Si svolge in Germania perché è un mercato, a livello europeo e mondiale, di grande importanza e per quanto riguarda le fiere è in assoluto il primo mercato, anzi il primo fornitore di servizi a livello mondiale. Se guardiamo i numeri di quest’anno, il 2017, su 69mila visitatori circa 20mila erano tedeschi e 50mila provenienti da tutto il mondo, che sono oltre il 70%.
Quindi l’azienda italiana che va a esporre a Heimtextil, va anche per il mercato tedesco, ma in primis per incontrare operatori provenienti dall’Asia, dall’America, States, oltre che da tutta l’Europa. Rappresenta una piattaforma, un network fieristico, mondiale. Qui incontro il mondo e non ci sono alternative. Posso andare a esporre nei singoli mercati però una fiera dove incontro tutti i principali operatori a livello mondiale, provenienti da tutti i mercati di riferimento del mondo, non ce l’ho da nessun altra parte. Quindi non esserci è impensabile perché è una vetrina mondiale, un punto di incontro assolutamente mondiale. Visto anche il periodo dell’anno favorevole per il settore (gennaio), il business lo svolgo a Heimtextil creando i presupposti per tutto quello che sarà poi il prosieguo dell’anno in termini di affari: sviluppo dei contatti, dei canali, tutti partono da qui.
Questo è il primo motivo, il secondo è che a Heimtextil trovo tutte le tendenze rilevanti del settore (tutte le tendenze all’interno del Team park rappresentate grazie agli studi che svolgiamo con i nostri consulenti di trend). Inoltre ho anche l’opportunità di vedere cosa stanno facendo i miei concorrenti, oltre ad avere una visione globale su come si sta muovendo l’intero settore, in quale direzione sta andando sia dal punto di vista di tendenze ma anche di mercato.
Parliamo di attenzione all’ambiente. Si tratta di un tema imprescindibile da qualunque azione noi possiamo compiere. Come si è organizzata Heimtextil: in fiera ci saranno eventi/spazi/incontri dedicati?
A dire il vero, in parte sono le aziende stesse che raccontano un po’ la loro storia in questo senso, quindi diamo spazio alle aziende in modo che siano esse stesse a raccontare un po’ quali sono le strategie, dando loro anche una visibilità particolare grazie a una serie di iniziative come ad esempio la green directory, un catalogo con un elenco di aziende da noi selezionate in base a precisi criteri di sostenibilità. Questa selezione di aziende è un aiuto al visitatore, sempre più attento a questa problematica, a orientarsi all’interno della fiera per andare a individuare le aziende che stanno attuando politiche innovative, anche a favore dell’ambiente.
Sostenibilità che riguarda solo il processo produttivo?
Rientra tutto, la produzione è un fattore importante come criterio, ma anche la sicurezza che non sia stato impiegato lavoro minorile, piuttosto che il risparmio energetico durante le fasi produttive o la scelta di materiali ecocompatibili e la politica di recycling. Insomma, tutto quello che fa parte delle tecnologie di produzione, fino a quello che è poi la destinazione del prodotto finale. Oltre alle green directory ci sono dei green tour per accompagnare i visitatori che fanno parte di questa green directory. C’è il green village al padiglione 8 dove si trovano gli Enti di Certificazione che spiegano quali siano i criteri di certificazione e sostenibilità. E poi ancora, ci sono tutta una serie di punti e di momenti attrazione, di incontro e di dialogo, proprio per chi è interessato a questa importante tematica.
Cosa sono e come funzionano i Trend Table e i Team Park. Perchè rappresentano due momenti centrali e importanti di questa manifestazione?
Il Trend Table è una costante per la nostra Fiera ma anche per altre manifestazioni che ruotano intorno al mondo del design e dei trend. Abbiamo un panel di consulenti di tendenze che periodicamente sviluppa quello che poi diventa il book delle tendenze. Quindi questo book raccoglie quello che è il lavoro, l’interpretazione, di quelli che sono i trend del momento da parte di questo panel di esperti.
Panel di esperti composto da?
Sono sette designer internazionali (ogni volta diversi) scelti da un comitato scientifico composto da elementi provenienti dall’Ente Fiera piuttosto che rappresentanti di espositori e anche di visitatori che seleziona questo Trend Table che porta, da un lato, alla creazione del book, e dall’altro queste tendenze ad essere fisicamente rappresentate all’interno della Fiera nell’area Team Park. Vuole essere, il Team Park, un momento di ispirazione per chi cerca tutte le nuove tendenze del momento, tra l’altro in un periodo favorevole perché siamo all’inizio dell’anno. Si tratta di uno spazio aperto e fruibile da tutti (padiglione 6), espositori e visitatori. Ci sono anche dei momenti di spiegazione da parte dei designer e membri del panel che raccontano, dal loro punto di vista, quali sono tutti gli elementi alla base di quello che è stato il lavoro di creazione del Team Park e del Trend Book. E poi ancora lectures, piccoli convegni, momenti di incontro, è sicuramente uno dei punti di attrazione della Fiera.
Si rivolge sia al contract che al consumer?
Si, tra l’altro non sono solo operatori tessili che vengono a vedere questi trend ma ci sono anche operatori del settore dell’automotive che vengono a prendere ispirazione, per esempio i colori dei modelli di auto che verranno, piuttosto che gli interni dell’auto. Quindi è assolutamente trasversale, anche su tutti i settori applicativi di quello che può essere tessile oppure con tutto quello che ha a che fare con le tendenze e le mode, colori e quant’altro.
Anche la moda?
La moda è sempre un pochino più avanti rispetto alla casa, quindi la moda spesso fa da ispiratore per la casa. La casa a sua volta fa da ispiratore per l’automotive. Funziona un po’ così, a cascata. La novità di quest’anno è Pets Fashion, nella Gallery 0. Vedremo cucce, lettini, copertine dedicate ai nostri amici a quattro zampe.
Ma è davvero un settore dove investire?
Per noi è un settore di nicchia perché Heimtextil è una fiera molto grande quindi cerchiamo sempre di diversificare l’offerta in termini di nuove proposte, nuove nicchie dove investire e il settore Pets in questo momento fa notizia. Questa iniziativa, molto marginale, rispetto a quello che è l’ambito complessivo della fiera, suscita interesse e crea visibilità. Quindi da questo punto di vista è utile per la Fiera, per gli espositori ed è anche un esperimento per vedere quanto eventualmente questa nicchia possa crescere.
Noi abbiamo una fiera top performer in Giappone che si chiama Interpets Tokyo e si cresce di anno in anno, dai 359 espositori, provenienti da 20 Paesi, nel 2016 siamo passati, nel 2017, 404 espositori provenienti da 17 diversi Paesi. Quindi già quello è per noi un osservatorio permanente sulle tendenze in questo settore. Quest’anno Pets lo proponiamo a Heimtextil ma sarà anche ad Ambiente e in tutti gli ambiti dove può essere di interesse. Una novità che potrebbe diventare appunto un appuntamento fisso, se il feedback sarà positivo.
Esiste ancora un settore nel tessile che ancora non è stato proposto ma potrebbe essere presente in futuro a Heimtextil?
Noi siamo un laboratorio a cielo aperto, come stiamo facendo adesso con Pets, ci sono altri 4/5 progetti su cui stiamo lavorando. Abbiamo da poco introdotto il settore del Digital Printing per esempio che è completamente nuovo e lo stiamo portando anche trasversalmente su altre nostre fiere tessili come Techtextil. E poi ci sono tutti i vari segmenti su cui stiamo lavorando, come quello del contract dove c’è questa nuova proposta al padiglione 4.2 questa Interior Architectual Hospitality Export. Cerchiamo di focalizzarci su determinati segmenti applicativi piuttosto che di prodotto, in modo da testare sempre quali nuove tendenze possono svilupparsi e diventare qualcosa di più importante e più grande all’interno della fiera.
Su 134 fiere che organizza Messe Frankfurt, 50 sono dedicate al tessile, è il settore numericamente più importante. Abbiamo fiere del tessile casa come Heimtextil, tessile abbigliamento e tessile tecnico.