Autore di questo articolo è Trend Lab del Salone del Mobile, il nuovo laboratorio di ricerca e centro di intelligence del Salone del Mobile.Milano. Il suo compito è intercettare i principali trend che emergono a livello internazionale nel mondo del design, dell’arredo e dell’abitare. LivingScapes, è il titolo della ricerca condotta da Trend Lab che pubblichiamo in versione (quasi integrale) dove si spiega come anche la nostra casa possa contribuire alla salvaguarda del pianeta. Come? Scegliendo elementi di arredo eco-sostenibili (realizzati ad esempio con prodotti di scarto). Fatta questa premessa, vi lasciamo alla lettura di questa interessante ricerca.
Norwegian Wood è il titolo del manuale scritto da Lars Mytting – giornalista e narratore norvegese – dedicato all’arte tutta nordica di tagliare la legna e accatastarla per l’inverno. L’importanza di questo manuale, aldilà del successo editoriale planetario, è legato al fatto che i gesti di Lars toccano temi universali ed esistenziali come quelli del rapporto primigenio tra uomo e natura e del rispetto dei tempi e dei cicli vitali di un materiale considerato il più naturale per eccellenza. Il legno.
Più che un metodo, quindi, una lezione di vita che regala un nuovo sguardo sulle cose incrociando una sensibilità che emerge in molti aspetti del consumo – dal cibo alla moda – e che si traduce nell’adozione di comportamenti ecoconsapevoli e nella ricerca di prodotti sostenibili, eco-compatibili e rispettosi dell’ambiente. Questa predilezione comincia a manifestarsi anche all’interno delle mura domestiche sia nella scelta di mobili, arredi e materiali che impattano in modo positivo sul pianeta sia nella gestione sempre più efficiente e senza sprechi delle risorse energetiche.
Un atteggiamento che si inserisce nella tendenza più ampia a ridurre le ricadute negative sull’ecosistema e che sta poco alla volta abbracciando tutti i campi di applicazione del design generando alternative eco-friendly per ogni genere di prodotto. A tal fine aziende e designer stanno incorporando le istanze della sostenibilità nei processi produttivi facendo propri i principi dell’economia circolare e sperimentando l’utilizzo di materie prime provenienti dalla rigenerazione degli scarti. La progettazione comincia a riguardare l’intero ciclo di vita degli oggetti aprendo la strada a pratiche innovative per questo settore, come il riuso creativo o l’impiego di materiali biodegradabili.
In tema di legno e foreste, ad esempio, Ventura è un marchio di arredamento spagnolo che fa della sostenibilità la sua mission. Il payoff recita testualmente “wood comes from trees”, a costante monito – che vale per se stessi tanto quanto per i consumatori – della responsabilità che abbiamo nei confronti dell’ambiente. Per assicurarsi che i loro prodotti lascino un’impronta minima sul nostro habitat utilizzano esclusivamente legno proveniente da foreste certificate e gestite in modo sostenibile.
Ventura ©LUIS RIAL
Il rispetto per questo materiale si traduce anche nel metodo di lavorazione artigianale, che riprende le antiche tecniche manuali, così come nell’estetica che ne deriva. I loro pezzi sono caratterizzati, infatti, da forme semplici e contemporanee, dall’utilizzo di colori tenui, dettagli retrò e rimandi a un gusto modernista e geometrico, che esaltano la personalità del legno al di là dell’oggetto stesso, creando una piacevole ed equilibrata sintesi degli elementi. Una testimonianza, tra tante, di come questo approccio non implichi nessuna rinuncia in termini estetici ma generi nuove tendenze espressive e nuovi atteggiamenti del gusto.
Ragionando in quest’ottica, fioriscono soluzioni creative per riutilizzare in modo inedito materiali di scarto dando loro una seconda vita e la possibilità di assolvere a nuove funzioni. Abbiamo già visto come il recupero dei container dismessi sia diventato un’opportunità per urbanisti e retailer per riqualificare in modo temporaneo e a basso costo intere parti di città, ora l’azienda canadese Modpools ne sta sperimentando l’applicazione nella progettazione di giardini e esterni per impiantare in modo semplice e veloce una piscina con funzioni di Spa.
La vasca-container ha dimensioni ridotte, si monta facilmente e altrettanto facilmente può essere spostata, integra un sistema di riscaldamento dell’acqua e tutte le funzionalità possono essere gestite dallo smartphone. In questo modo anche un giardino molto piccolo può trasformarsi – senza eccessivi costi – in un solarium e allo stesso tempo contribuire al riuso di ingenti quantità di materiale senza ripercussioni sull’ambiente.
Questo macro-trend si articola in tre micro-trend che ne raccontano le diverse declinazioni e sfaccettature: Zero Waste Design, Upcycled Materials e Low Impact Living.
1. Zero Waste Design
E’ una filosofia partita dal mondo del Food in cui sta generando nuovi modelli di vendita e pratiche di consumo del cibo considerato “in eccedenza” ma a tutti gli effetti ancora passibile di essere consumato. A pioggia i suoi principi si stanno progressivamente estendendo a tutti i settori produttivi. Applicato al mondo del design questo approccio significa iniziare a ragionare in un’ottica di circolarità, minimizzando gli scarti della produzione e progettando non solo la durabilità degli oggetti ma anche la loro disassemblabilità e capacità di riciclo o di smaltimento.
Zero Waste vuol dire anche sperimentare l’uso di materiali innovativi e implementare la ricerca sui biomateriali che permettono di ridurre l’impatto ambientale di mobili e arredi, rendendoli biodegradabili come i rifiuti organici. A questo scopo il processo di ideazione e creatività diventa strategico, improntato al design thinking ed esteso a tutta la filiera produttiva.
R16 Lamp by Studio Waarmakers
R16 è una lampada o, meglio, un packaging che diventa lampada. Lo studio olandese Waarmakers ha provato a dare una risposta a un tema molto critico della produzione in qualsiasi settore: l’imballaggio che nella maggioranza dei casi, dopo aver assolto alla sua funzione, diventa un rifiuto da smaltire con alti costi sia economici che per l’ambiente. Partendo dalla considerazione che i tubi di cartone non solo sono estremamente resistenti ma anche portatori di un’estetica neutra che s’addice a ogni tipo di interno, i designer Simon e Maarten hanno voluto rendere omaggio a questo materiale così versatile. L’involucro, infatti, contiene la lampada LED e tutto l’occorrente per il montaggio e la sospensione. Basta rimuovere una parte pretagliata dal tubo/packaging per ottenere lo spazio da cui passerà la luce e utilizzare una semplice matita per fissare il LED cilindrico.
Zero Per Stool by Hattern ©Park Yoon
L’obiettivo che i designer dello studio sudcoreano Hattern si sono dati è stato quello di realizzare un prodotto la cui lavorazione non generasse alcuno scarto. È così che sono nati lo sgabello Zero Per Stool e l’estetica che lo contraddistingue. La struttura è composta di due parti – gambe e seduta – l’una realizzata utilizzando i residui della lavorazione dell’ altra. Le gambe, infatti, vengono ricavate da fogli rettangolari di quercia bianca e la loro forma è stata studiata per essere montata a incastro, senza il ricorso ad altro materiale. Gli avanzi prodotti dal taglio vengono ridotti in pezzi e messi in uno stampo in cui viene colata della resina, regalando a ogni pezzo finito un aspetto diverso. Il modo in cui i pezzi di legno si dispongono, infatti, cambia ogni volta e la stessa resina può assumere colorazioni differenti, conferendo – con la sua consistenza translucida – un tocco artistico alla loro irregolarità.
Kuskoa Bi by Alki ©Mito
Rendere gli arredi domestici biodegradabili è una strada che parecchi produttori e designer indipendenti stanno percorrendo, come Alki, un collettivo di designer baschi che – con l’approccio eco-friendly che contraddistingue tutti i loro progetti – ha ideato Kuskoa Bi, la prima sedia in bioplastica totalmente biodegradabile. Lo studio è specializzato in metodi di produzione integrata per la realizzazione di elementi di design eco-consapevoli, confortevoli ed eleganti, che utilizzano materiali naturali e risorse amiche dell’ambiente. Questa seduta caratterizzata da una sagoma particolarmente avvolgente, è disegnata in modo da ottimizzare il supporto della schiena e delle braccia. È qui che entra in gioco l’idea di sperimentare l’uso della bioplastica, un polimero con caratteristiche e proprietà simili alla plastica, poiché può essere iniettato, estruso e termoformato ma, al contrario di quest’ultima, è composto al 100% da prodotti a base vegetale (barbabietola, amido di mais, canna da zucchero, ecc.).
Flax Chair by Christien Meindertsma for Label Breed
La designer olandese Christien Meindertsma ha introdotto l’uso alternativo della fibra di lino nella produzione di arredi, cosa che le è valsa l’assegnazione di ben due Dutch Design Award. La sua Flax Chair è, infatti, completamente realizzata in questa fibra tessile combinata col PLA, il polimero dell’acido lattico. Due materiali di derivazione naturale che rendono il prodotto finito completamente biodegradabile. La sedia, prodotta da Label Breed, viene realizzata a partire da un unico pannello di questo composto da cui viene prima tagliata la seduta e poi, da ciò che rimane, vengono ricavate le gambe. Ciò permette di azzerare quasi completamente gli scarti di lavorazione.
2. Upcycled Materials
Il connubio tra riciclo e design nasce da una sempre maggiore consapevolezza che materiali o oggetti destinati a diventare spazzatura possano essere recuperati per creare qualcosa di completamente nuovo.
LaFlor Lamp and Dama Lamp by Lucirmás VictorMax©Photo
Considerare gli scarti una risorsa è alla base di ogni processo di riciclo creativo. Materiali poveri, di recupero e i rifiuti generati dalla produzione o dal consumo, possono rappresentare una nuova frontiera per il design e per i designer. Lucirmás è uno studio di Barcellona fondato dalla designer italiana Lucia Bruni che ha fatto propria la pratica dell’upcycling attraverso cui, utilizzando tecniche tradizionali di manifattura a mano, trasforma le bottiglie di vetro in oggetti per la casa durevoli e funzionali. In questo modo le bottiglie di vetro che normalmente finirebbero nel cassonetto dei rifiuti diventano la preziosa risorsa per la realizzazione di lampade e di originali accessori per la tavola. LaFlor Lamp, ad esempio, è una lampada a sospensione che combina una bottiglia a un paralume in rame fatto su misura mentre Dama Lamp è un punto luce da tavolo che nasce dal riutilizzo di una comune caraffa da 5 litri poggiata su una base di legno proveniente da foreste sostenibili e anch’essa lavorata a mano da artigiani locali.
Paperbricks by Woojai Lee
Nelle mani del designer coreano/neozelandese di base a Eindhoven Woojai Lee, la carta dei giornali diventa una nuova materia da plasmare. Ridotta in polpa e mescolata alla colla, infatti, si trasforma in un materiale molto più resistente di quanto la carta più volte riciclata non sia e può essere utilizzata – alla stregua di un mattone o di un asse di legno – sia per realizzare arredi che strutture costruttive. A partire da questi elementi modulari Woojai ha dato vita a due serie di sgabelli, panchette e tavolini da caffè che esaltano le differenti caratteristiche che può avere la carta. Il designer sta già lavorando allo sviluppo di un’ulteriore collezione che potrebbe comprendere librerie, scaffali e pannelli divisori.
Penta Collection by Anon Pairot Studio & Eqologist ©Anon Pairot
La manioca è una delle coltivazioni più diffuse in Tailandia tanto che in alcuni periodi dell’anno i contadini si trovano a fronteggiarne un’eccessiva produzione che genera grosse quantità di rifiuti e inquinamento. Il designer Anon Pariot ha intravisto nel problema l’opportunità di dare un valore estetico e simbolico a questa materia prima evitando che venga sprecata. È così che nasce Penta, una collezione di lampade costruite a partire da un modulo pentagonale che, non solo ricorda la foglia di manioca, ma conferisce la giusta resistenza alla struttura. Il materiale viene pressato sottovuoto in modo da rendere le fibre vegetali solide e rigide e allo stesso tempo traslucide. In questo modo i componenti risultano non solo estremamente leggeri ma anche adatti a creare una piacevole illuminazione, prestandosi a molteplici usi. Altra caratteristica eco-friendly è che il materiale così ottenuto è al 100% riciclabile e non rilascia sostanze chimiche nell’ambiente, così come ogni pezzo difettoso può essere riutilizzato e inglobato in un’altra lampada.
Forest Wool by Tamara Orjola Photo Courtesy of Design Academy Eindhoven ©Ronald Smits
Ogni anno in Europa vengono abbattuti 600 milioni di pini per ricavarne legname. Quello che ha attirato l’attenzione della giovane laureata alla Design Academy di Eindhoven Tamara Orjola è che, al di là del legno impiegato nella produzione industriale, gli aghi – che rappresentano circa il 20-30% della massa dell’albero – vengono trattati come rifiuti. Forest Wool, la sua collezione che comprende due sgabelli e un tappeto, nasce proprio dal riutilizzo degli aghi – sminuzzati, messi in ammollo e pressati – e trasformati in tessuto, composto e carta. Il processo permette, inoltre, l’estrazione degli oli essenziali e della tintura che possono a loro volta essere utilizzati. .
3. Low Impact Living
Adottare stili di vita sostenibili si traduce all’interno delle mura domestiche, in primis, nell’attenzione alla riduzione dei consumi energetici. Questo tema sta diventando sempre più cruciale in tutte le fasi di progettazione a partire da quella edilizia fino a quella di interni.
Netatmo by Starck ©Masaki Okumura & Marion Leflour
A questo scopo vengono in aiuto le tecnologie smart di ultima generazione che permettono di monitorare costantemente l’efficienza energetica degli ambienti e che stanno diventando parte integrante del paesaggio domestico. Come sta succedendo già nell’ambito del food, anche il design sta sperimentando l’uso di materie prime naturali “non convenzionali”, facendo proprio il concetto di foraging, ossia l’approvvigionamento di ciò che terra o mare producono spontaneamente. Netatmo, un’azienda francese specializzata in sistemi smart per la casa, ha ideato in collaborazione con Philippe Starck delle valvole intelligenti per i termosifoni che permettono di ridurre fino al 37% il consumo di energia per il riscaldamento domestico. Le valvole, infatti, consentono di regolare temperatura, spegnimento e accensione dei caloriferi a seconda degli usi e della composizione del nucleo familiare, anche da remoto. Diventa, così, possibile impostare il riscaldamento degli ambienti della casa solo quando vengono più utilizzati. Dotate di sensori, inoltre, le valvole sono in grado di analizzare in tempo reale e con precisione ogni elemento esterno – il meteo, l’isolamento della casa, il numero delle persone nella stanza, gli elettrodomestici in uso – e regolarne di conseguenza il funzionamento. Oltre a essere controllabile da un’apposita app per smartphone, il funzionamento delle valvole può essere gestito anche tramite Siri e i comandi vocali da chi utilizza l’Apple HomeKit.
Sea Me Collection by Nienke Hoogvliet ©Femke Poort
Secondo la designer olandese Nienke Hoogvliet in futuro le alghe faranno sempre più parte del mondo dell’interior design e dell’architettura. Oltre agli effetti benefici sull’organismo, le alghe marine stanno trovando inedite applicazioni in ambito tessile, costruttivo e come risorsa energetica per gli edifici e il dibattito sul loro utilizzo in questi campi è apertissimo. Dopo anni di studi in questa direzione, la designer ha messo a punto la sua prima collezione che comprende una sedia, un tavolino e delle ciotole e che dà una dimostrazione di tutti i possibili materiali che si possono derivare da questa materia prima. Gli scarti di questo processo, poi, sono stati utilizzati per ottenere la finitura del ripiano in legno del tavolino.
Nell’immagine di copertina, R16 Lamp by Studio Waarmakers