di Alessia Varalda – elettricomagazine.it.
Belli, connessi e funzionali: i dispositivi smart stanno rendendo le nostre case sempre più intelligenti. Ma qual è il rovescio della medaglia della domotica?
Ne sentiamo parlare ogni giorno: promette risparmio energetico e maggior comfort, conditi con quel pizzico di novità che tanto ci piace. La domotica sta stravolgendo il nostro modo di pensare la casa – o addirittura un intero palazzo – grazie a una tecnologia sempre più avanzata e accessibile anche dal punto di vista economico.
Ma si tratta solo di rose e fiori, o c’è anche qualche spina in questa rivoluzione casalinga?
In effetti esistono alcuni fattori da tenere in considerazione quando si approccia questo mondo, ad esempio: per quanto tempo potrò utilizzare i miei dispositivi connessi? Cosa avviene dei dati che noi stessi generiamo utilizzando quotidianamente questi oggetti? E quanto sono sicuri?
La continuità del servizio
Siamo entusiasti del nostro nuovo climatizzatore, che possiamo comandare tranquillamente tramite smartphone per farci trovare la casa fresca e confortevole. E che dire della telecamera di sicurezza che abbiamo installato? Un clic e vediamo in tempo reale ciò che sta accadendo nel nostro appartamento! Tutte comodità innegabili, ma stiamo dando per scontato un fattore: la disponibilità del produttore di questi dispositivi a darci accesso ai nostri elettrodomestici attraverso i propri server.
Mantenendo gli esempi citati, cosa succederebbe se il produttore del climatizzatore decidesse di interrompere lo sviluppo della App di comando? Dopotutto sono prodotti che hanno già 3 o 4 anni, in termini informatici sono una eternità! Il vostro telefono Android o l’iPhone hanno un sistema operativo sempre più avanzato, mentre la App è ferma a due generazioni prima. Non potrete installarla sul nuovo telefono e non potrete più sfruttare tutte quelle funzionalità smart che tanto vi piacevano.
E che dire delle telecamere di sorveglianza? Le immagini che vedete attraverso lo smartphone in realtà transitano sui server del produttore della videocamera, che ve le rimanda affinché possiate visualizzare la situazione di casa vostra. Cosa succederebbe se venisse deciso di chiudere questi server, magari per destinarli a una nuova linea di prodotto? Le videocamere si limiterebbero a registrare in locale su scheda di memoria (se previsto dal costruttore) o su un server casalingo configurato opportunamente (alzi la mano chi sa come costruire, impostare e far funzionare un simile oggetto!).
Insomma, in entrambi i casi ci si troverebbe con oggetti menomati, incapaci di svolgere al 100% il compito per il quale sono stati pensati e acquistati. Possiamo pensare che i produttori garantiranno una vita utile ragionevole alla propria tecnologia, ma è un dato di fatto che prima o poi si dovrà fare i conti con oggetti smart ridotti a costosi soprammobili.
La vera ricchezza sta nei dati
Quando si effettua una ricerca su internet (di qualsiasi genere essa sia: automobili, detersivi, elettrodomestici, programmi TV ecc.) ci si trova immancabilmente circondati da banner che trattano proprio quell’argomento. Come è possibile?
Lo stesso motore di ricerca analizza ciò che desideriamo e propone contenuti pubblicitari compatibili con le nostre necessità: in un colpo solo fa contenti noi (ci mostra ciò che stiamo cercando) e gli inserzionisti pubblicitari (i cui prodotti vengono mostrati a un pubblico potenzialmente interessato).
Cosa c’entra questo con la domotica? Poniamo che tutti i giorni vogliate far partire il vostro climatizzatore durante una determinata fascia oraria. Il costruttore del dispositivo connesso conosce le vostre abitudini e, nel momento in cui avete accettato di usufruire di questi servizi, avete fornito anche l’autorizzazione all’uso di questi dati. Potrà quindi vendere le informazioni legate ai vostri consumi a un gestore elettrico, il quale potrà fornire un pacchetto pensato per farvi risparmiare proprio in quella fascia oraria.
Moltiplicando questa semplice informazione per milioni di dispositivi e di utenti è chiaro come il futuro sarà sempre più vincolato alla qualità e alla quantità dei dati, la cui gestione purtroppo è ancora a senso unico: se vuoi usufruire di questo servizio, devi permettermi di fare ciò che voglio con le informazioni che otterrò dal suo impiego. In alcuni casi il gioco può valere la candela (i banner), mentre in altri potremmo non essere d’accordo (comunicare quando siamo fuori casa).
In balia degli hacker
Infine, un altro dubbio che può tormentare l’utente finale è quello legato agli hacker. Non serve scomodare Hollywood con i suoi tecno-thriller per vedere in azione ciò che milioni di dispositivi connessi possono fare: recentemente semplici elettrodomestici connessi (frigoriferi, climatizzatori, persino videocamere di sorveglianza) sono stati “presi in ostaggio” da alcuni pirati. Proprio come avviene con i computer, possono essere infettati da virus (i cosiddetti malware) e utilizzati per attaccare tutti insieme i server di alcune aziende. Le conseguenze possono essere limitate, come non poter accedere alla propria e-mail, ma quando a finire in ginocchio sono gestori e fornitori energetici, di telefonia e di altre importanti servizi allora i danni economici diventano rilevanti. E il tutto (anche) per colpa del nuovo microonde smart che abbiamo acquistato.
Aboliamo la tecnologia connessa, quindi? Per niente! Vengono costantemente rilasciati aggiornamenti, si studiano strategie per evitare che casi simili si possano ripetere, si introducono sistemi di sicurezza aggiuntivi (sia a casa, sia direttamente presso i gestori dei servizi) affinché simili situazioni non si ripetano. Ma è innegabile che queste condizioni si siano verificate in passato e si potrebbero verificare in futuro.
Quindi, valutate con attenzione i pro e i contro delle vostre scelte, così da ottenere solo il meglio dalla vostra nuova casa domotica.