Pareti domestiche, tempio per l’anima

di Elisabetta Badiello.

Dove c’è mat c’è yoga. Quel tappetino di gomma, meglio se manduka, simbolo stesso dello yoga e utilizzato dai praticanti di tutto il mondo, dall’India agli Stati Uniti, passando per l’Italia. Quei sessanta centimetri per centosettanta che sono lo spazio necessario per sciogliere tensioni, allungare i legamenti, mettere a loro agio piedi e mani, natiche e sacro, in una parola dedicarsi alla pratica.
E se i corsi di yoga spuntano in città come funghi dopo un’abbondante pioggia, un motivo ci sarà! La richiesta è in continua crescita e sono sempre di più le persone, di ogni età, ad aver scoperto che eseguire una sequenza di asana – posizioni abbinate al respiro, riesce a placare le ansie, superare la stanchezza e guardare alla vita con serenità.

E una volta imparati i rudimenti della disciplina, quale luogo migliore se non la propria casa per ritrovare flessibilità e vigore? Non c’è bisogno di molto spazio ed è preferibile scegliere un angolo vicino alla finestra, così da arieggiare spesso la stanza che si utilizza. Meglio se il pavimento è in legno, il contatto con un materiale naturale, cosiderato che dovrete stendervi a terra, è sicuramente la soluzione migliore. Oltre al tappetino, tenete a portata di mano una coperta in cotone, un bolster, quei cuscini cilindrici dagli svariati utilizzi, una cintura che può essere anche quella dell’accappatoio e, se ne disponete, due mattoni.

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Un altro aspetto da non trascurare sono gli oggetti circostanti. Togliete vasi di vetro, ganci e qualsiasi cosa potrebbe essere pericolosa se doveste caderci addosso. Importante disporre di una parete da utilizzare come vero e proprio “tutor” quando sarete pronti a sperimentare le posizioni invertite. Si comincia a praticare le asana sulla testa quando spalle, collo e schiena si sono sufficientemente rinforzate ma fin da subito risulta irresistibile la tentazione di provare a mettersi a testa in giù! Ecco che una parete che possa fare da sostegno diventa oltre modo auspicabile.

Non ultimo: scegliete uno spazio che possa diventare, anche se soltanto per il tempo della pratica, tutto vostro. Quindi, niente luoghi di passaggio, stanze condivise, elettrodomestici a portata da controllare. E non dimenticate, per i minuti che dedicherete alla pratica, spegnete cellulari e imparate a rendervi “irreperibili”.

Sotto Elisabetta mentre pratica e…Lapo controlla che l’asana sia corretta.

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