di Laura Tasso.
La storia dei cristalli Lalique è strettamente legata a quella del fondatore del marchio, René Lalique. Gioielliere per formazione, dopo aver collaborato con marchi prestigiosi quali Cartier e Boucheron, apre un negozio tutto suo a Parigi. Già nel 1888 comincia a rompere con la tradizione e si distingue con le sue parure ispirate al giapponismo, rinunciando spesso all’eccesso di ornamenti e scegliendo pietre semipreziose, avorio, madreperla, smalti e vetro.
Grazie a questa esperienza, già negli anni Novanta dell’Ottocento comincia a sperimentare con il vetro e, nel 1905, apre a Parigi un negozio dove espone gli oggetti realizzati nella sua tenuta di Clairefontaine. Il celebre profumiere Coty, colpito dalla sua originalità, gli chiede di realizzare i flaconi per i suoi profumi. Il grande successo di questa collaborazione spinge Lalique a dedicarsi sempre più alle tecniche della produzione vetraria.
Nel 1921 fonda la sua vetreria in Alsazia, a Wingen-sur-Moder, tuttora l’unica fabbrica Lalique nel mondo.
Il trionfo dell’Art Déco a metà degli anni Venti segna il culmine della carriera di Lalique che, grazie alle sue tecniche, crea uno stile che si esprime nel contrasto fra vetro trasparente e opaco. Le commissioni per i suoi progetti si susseguono, sia nel campo della vetreria vera e propria che in quello della decorazione di interni: realizzerà infatti vetri e specchi per il treno di lusso che porta da Parigi in Costa Azzurra, gli interni del piroscafo Normandie, l’atelier della celebre stilista Madeleine Vionnet e le porte in vetro della residenza di Tokyo del principe Yasuhiko Asaka.
L’epoca moderna non ha tolto nulla al fascino delle sue creazioni e l’azienda da lui fondata prosegue nel solco della tradizione occupandosi ancora di gioielli, profumi, decorazione di interni e realizzazioni artistiche in vetro.