Diaframma è un progetto che incorpora luce diretta e luce diffusa nella stessa lampada. Un sofisticato sistema di apertura/chiusura permette alle persone di modulare la luce e adattarla alle proprie esigenze con una semplice rotazione e stabilirne l’intensità usando il sensore incorporato nella base in metallo – che fa anche da caricabatteria wireless.
Dettaglio del sistema di rotazione che permette di modellare la luce
Il progetto è nato all’interno di un workshop universitario e ha visto coinvolti tre studenti del master in Industrial Design dell’SPD (Scuola Politecnica di Design di Milano): Angie Uesseler Cala, Farah Pérez e Juan Torres.
I ragazzi hanno presentato i primi prototipi alla Milano Design Week (Isola Design District, Fabbrica Sassetti) e agli Isola Design Awards, dove si sono aggiudicati il premio degli sponsor nella categoria ‘Smart Living and Mobility Design’. Ecco la storia del progetto e dell’ambizione di portarlo sul mercato.
Angie Uesseler Cala ritira il premio degli sponsor agli Isola Design Awards, Luglio 2021
Come avete iniziato a lavorare insieme?
Ci siamo incontrati durante la prima settimana del nostro master. I professori hanno formato dei gruppi per un workshop e noi ci siamo trovati a lavorare insieme. Non ci siamo scelti, ma siamo stati fortunati perché ci siamo trovati molto bene fin dall’inizio.
Abbiamo tutti origini sudamericane, ma le nostre esperienze e la nostra formazione – rispettivamente in industrial design, architettura e product design – erano molto diverse. Alla fine, la varietà delle nostre prospettive si è dimostrata uno dei nostri punti di forza nello sviluppo del progetto.
Diaframma nasce come una lampada da scrivania destinata agli alloggi per studenti
Com’è nata l’idea per Diaframma?
Il tema del workshop era l’illuminazione e il brief era creare una lampada da tavolo destinata agli alloggi per studenti. Ci siamo focalizzati molto sulle necessità del nostro target di riferimento e abbiamo sempre progettato pensando a studenti e designer impegnati a lavorare alla scrivania.
Abbiamo dedicato molto tempo a ricerca e sondaggi, che ci aiutassero a capire appieno le loro esigenze e il loro modo di usare lo spazio, trovandoci a riflettere sul fatto che i dormitori sono tipicamente ambienti piccoli, che vengono adattati a molteplici usi.
Schizzi preparatori per Diaframma
Ci siamo chiesti: che tipo di lampada è più adatta alle diverse attività che si svolgono in questi spazi? Quanta illuminazione occorre per ciascuna di esse? Tutti e tre eravamo focalizzati sull’idea di creare un oggetto che non fosse solo bello esteticamente ma anche utile. È nato così il concetto di una lampada che permettesse di modellare la luce, cambiandone l’intensità e il tipo di illuminazione secondo le necessità.
Le diverse tipologie di luce di Diaframma
Come si è evoluto poi il progetto?
Una volta identificato il concetto, lo sviluppo non è stato lineare. La scelta dei materiali è cambiata radicalmente in corso d’opera: siamo partiti con l’idea di realizzare la struttura in legno ma ci siamo scontrati con problemi di durabilità e usabilità. La lampada era molto complessa, mentre noi volevamo qualcosa di semplice e immediato, che le persone potessero usare senza nemmeno pensarci.
È stato un lungo processo di semplificazione. Nella versione finale abbiamo optato per un’estetica minimalista che non solo esalta la semplicità dell’oggetto ma si adatta facilmente a stili e ambienti diversi.
Il design minimalista di Diaframma nei suoi diversi colori
Adesso che avete realizzato i primi prototipi, che sviluppi immaginate per Diaframma?
Ci piacerebbe molto collaborare con un’azienda per farla diventare un prodotto vero e proprio. Abbiamo raccolto molti feedback in occasione della presentazione alla Milano Design Week, ma c’è ancora tanto lavoro da fare prima che possa essere messa sul mercato. Noi abbiamo lavorato facendo ricerca su di un gruppo di utenti molto specifico e adattare la lampada ad un pubblico più ampio richiederà diverse modifiche.
Il prototipo di Diaframma esposto a Fabbrica Sassetti durante la Milano Design Week, Settembre 2021
Sicuramente dovremo ripensare le misure e farne una versione più grande; e anche includere considerazioni sullo sviluppo a livello industriale e la distribuzione. C’è poi da capire quale sia l’azienda giusta per il nostro progetto. È molto difficile trovarne una che abbia voglia di investire su dei designer giovani, perché per ragioni di marketing si tende sempre a preferire i grandi nomi.
Studi per il packaging della lampada in vista della potenziale commercializzazione del prodotto
Mentre a voi, come giovani designer, quali prospettive si sono aperte con questo progetto?
Farah: per me che arrivo da una formazione in architettura è stato un progetto complementare, mi piacerebbe però continuare a seguire altri progetti simili. Mi interessano molto gli oggetti che sono in grado di cambiare la percezione dello spazio ed è stato affascinante vedere quanto una singola lampada sia in grado di influenzare l’ambiente circostante.
La base della lampada funge anche da caricatore wireless. Sul retro del prototipo: dettaglio della firma dei designer
Juan: io arrivavo da una formazione molto orientata verso l’aspetto visivo del design. Conoscevo molti prodotti e all’interno del gruppo ero sempre quello che portava i riferimenti più interessanti. È stato affascinante per me vedere come sia possibile integrare la mia sensibilità per l’estetica all’interno di un prodotto dal carattere fortemente funzionale.
Juan Torres e Angie Uesseler Cala alla cerimonia di premiazione degli Isola Design Awards
Angie: è un progetto che mi ha aiutata a capire che il design è dappertutto e può davvero contribuire a migliorare la vita delle persone.Ho capito quanto sia importante concentrarsi non tanto sull’aspetto estetico del prodotto ma su come questo possa rispondere alle esigenze della gente.
Non mi piace l’idea di creare oggetti da collezione o che vengono dismessi dopo pochi giorni: gli oggetti sono fatti per essere usati. Sono convinta che questo lavoro abbia aperto a tutti noi nuove strade e prospettive per il nostro futuro.