Alessandro Zambelli è un designer che nel corso degli anni ci ha abituato a progetti dall’ironia raffinata, che spesso trovano la fonte d’ispirazione in piccoli racconti autobiografici e, forse proprio per questo motivo, sembrano uscire dalla memoria personale di ciascuno di noi, come le collezioni tableware disegnate per Seletti, oppure la lampada in stampa 3D Afillia.
Il percorso professionale del designer, senza rinnegare questi aspetti, è andato evolvendosi verso un alto tasso di sperimentazione, per affiancare sempre di più alla progettazione di design l’attività di ricerca per la definizione di nuovi materiali ed applicazioni. Alessandro Zambelli Design Studio si trasforma così in un vero e proprio hub, dedicato alla progettualità in tutte le sue forme.
Il percorso intrapreso da Alessandro – che da anni ha scelto di vivere nella sua terra di origine, la campagna mantovana – trova inoltre piena corrispondenza nell’evoluzione del suo luogo di lavoro e di vita: un complesso rinascimentale che ospita l’area dedicata alla professione in contiguità a quella destinata alla vita privata. L’edificio cela tra l’altro una storia singolare: sorto alla fine del 1400 per volontà di una famiglia nobile mantovana, sembra essere stato la dimora di Lucrezia Crivelli, amante di Ludovico il Moro, secondo il parere di molti immortalata dallo stesso Leonardo da Vinci in uno dei suoi dipinti più celebri, La Belle Ferronière.
La parte destinata allo studio, in particolare, appare ricavata da un’ala del complesso un tempo adibito ai rustici, restaurata in modalità conservativa con l’obiettivo di mantenere gli spazi nella loro originalità ed ospita – oltre agli ambienti dedicati alla progettualità – un laboratorio riservato alla parte più sperimentale.
In un contesto in cui le tendenze del design sembrano essere sempre più legate alla dimensione estetica e decorativa, i nuovi progetti del designer, tutti di carattere illuminotecnico, parlano il linguaggio di un nuovo rinascimento sperimentale, a partire dall’installazione legata alla tecnologia oled Motusorbitas, passando per Teleta, nuova collezione di lampade con filtro purificante firmata per Caimi, fino a Genuit, sistema illuminotecnico integrato nato delle esigenze di restauro di Alessandro per poi trasformarsi in un vero e proprio progetto imprenditoriale di cui il designer è direttore artistico.
Presentato in anteprima durante la Milano Design Week, Motusorbitas è il progetto che vuole indagare l’immensità del cosmo ricercando un linguaggio in grado di connettere l’astratto e l’ancestrale. Nascono così una serie di lampade-sculture che si illuminano di luce lunare grazie alla presenza di speciali pannelli oled e – attraverso congegni meccanici nascosti – danzano nello spazio quasi in assenza di gravità: un continuo volteggiare su sé stessi a voler mostrare la propria inarrestabile e infinita forza vitale.
Una riflessione tesa a collegare popoli e civiltà che hanno tracciato l’evoluzione sul nostro pianeta, mantenendo come fondamentale punto di riferimento il cielo e le stelle. Da questo presupposto nasce Motusorbitas, vero e proprio dialogo tra tecnologia, arte e design.
Motusorbitas
Teleta, sistema di illuminazione disegnato per Caimi, nasce invece dalla ricerca di un materiale di nuova generazione, ideato e brevettato dal designer: un filtro metallico che permette la purificazione dei fluidi, in particolare modo dell’aria e dell’acqua. Questo materiale diventa parte integrante della lampada stessa: composta da un diffusore in ceramica e da un modulo led sormontato dalla calotta filtrante, Teleta recupera l’energia che la fonte luminosa disperde, utilizzandola per creare un flusso d’aria che si purifica passivamente a contatto con il filtro stesso.
Lampada Teleta
Genuit nasce invece dall’esigenza di Alessandro di ristrutturare i suoi spazi lavorativi e domestici mantenendoli il più possibile vicini alla loro originalità, senza tagli alle pareti o altri interventi invasivi. Partendo da questo tipo di necessità, in primo luogo personale, il designer mette a punto una soluzione innovativa per la salvaguardia di contesti architettonici da preservare, quali ex edifici industriali e contesti storici, ideando un sistema illuminotecnico integrato – per l’energia, l’illuminazione, cui si uniscono inoltre aspetti domotici e audio – che confluisce in un nuovo progetto imprenditoriale, Genuit, di cui è direttore artistico.
L’essenza del brand è quella di proporre impianti completi, creati ad hoc, che consentano di usufruire delle tecnologie di ultima generazione in modo duttile, integrandole con le esigenze dell’interior. Per sviluppare questo progetto – a tutti gli aspetti un autentico universo illuminotecnico – il designer ha intrapreso un meticoloso lavoro filologico di riscoperta di forme ed estetiche costruttive del passato, riattualizzandole in una serie di componenti ed accessori contemporanei, potenziati da una nuova chiave tecnologica.
Sistema Genuit
Nell’immagine di copertina, Alessandro Zambelli