Oggi torniamo da Rigodritto a distanza di qualche anno dal primo incontro, per sapere come e dove sta andando il design autoprodotto, quel patrimonio nazionale, del quale dovremmo essere molto più orgogliosi di quanto lo siamo, che in una società ormai globalizzata, quasi a pretendere una “cultura unica”, è capace ancora di attirare a “fare impresa” molti giovani.
Ci siamo lasciati qualche tempo fa con una nutrita panoramica di prodotti che avevate anche portato in qualche fiera. Oggi quegli stessi prodotti, hanno avuto il successo che vi aspettavate o sono diventati dei “prototipi” per nuove idee ?
Quei prodotti continuano ad essere felicemente in produzione, i cassetti modulari in particolare sono un nostro must…ma soprattutto ne abbiamo aggiunti altri, accessori per la cucina e lampade, piccoli economici e fortemente identificativi del nostro marchio. Bene, queste news stanno avendo un ottimo successo di vendita consentendoci di raggiungere un pubblico molto più ampio di quello che avevamo due anni fa, stanno diffondendo il nostro brand.
Tajo, set per il taglio by Rigodritto
Il confine tra design e artigianato, secondo voi, esiste ancora? La vostra realtà, che nasce come un laboratorio di lavorazione del legno, si sostiene di più con la parte artigiana o con quella dei prodotti di design?
Certo che esiste! Credo che le differenza afferisca primariamente ai contenuti di creatività dei prodotti : l’artigiano esercita un mestiere, delle tecniche, nel design quei contenuti esecutivi e tecnici si arricchiscono di una forma , di creatività appunto. Questo credo valga indipendentemente dalla scala produttiva.
La nostra realtà per anni si è sostenuta soprattutto con la parte artigiana, ad oggi le due componenti sono pari merito grazie alla crescita della varietà e della vendita degli oggetti di design, domani vorremmo andare proprio in questa direzione: diventare un brand di prodotti di design tout court.
Oggi l’autoproduzione rappresenta un fenomeno strutturale o è semplicemente un modo alternativo di definire il lavoro?
Per noi è strutturale, nel senso che oltre a disegnare i nostri prodotti il processo produttivo viene gestito in prima persona, anche con le nostre mani.
Lampade Flora by Rigodritto
Quali sono i nuovi prodotti di Rigodritto e quali concetti stanno alla base della loro realizzazione?
Come dicevo all’inizio sostanzialmente le nostre novità’ rientrano in due categorie, food e lampade. In particolare come accessori per la tavola abbiamo disegnato una collezione di taglieri in microlamellare di faggio, l’altra caratteristica oltre il materiale è che più che semplici taglieri sono set per il taglio in cui il coltello è integrato nel tagliere, un modello è double face, una faccia in legno e l’altra in marmo di Carrara. La collezione si chiama Tajo.
Come lampade invece, abbiamo due nuove collezioni: la prima si chiama Bag, dei sacchetti di carta illuminati da dentro con delle grafiche stampate o delle composizioni di rametti al loro interno; la seconda collezione si chiama Flora, un sandwich di plexiglas retroilluminato con foglie e fiori veri al suo interno, il modello di punta con i papaveri si chiama Flora Poppy, sta avendo un grande successo di vendita, abbiamo la presunzione di credere che sia davvero una delizia!
In comune questi prodotti hanno una forte’ identità di brand e la semplicità esecutiva, vogliono essere facilmente replicati ed irresistibili nel prezzo che crediamo sia un aspetto fondamentale dei prodotti al pari del design e dei materiali.
Lampade Bag by Rigodritto
Coltivate durante la progettazione la sperimentazione di nuovi materiali? Se sì, quali e con che genere di prodotto?
Capita di rado, sui taglieri l’impiego del micro lamellare di faggio è fondante per il progetto ma è un caso direi isolato. La nostra tendenza è verso prodotti semplici: materiali comuni e tecniche/contenuti produttivi semplici appunto possono comunque essere declinati in modo diverso, sorprendente. Sono le idee a fare la differenza per noi, non i materiali e la tecnica.
Perbacco, set cantina + calici by Rigodritto
Le persone che acquistano il design oggi, secondo voi, vogliono semplicemente soddisfare un bisogno estetico o realmente portarsi a casa una storia? E quanto sono disposte a spendere in media per avere un oggetto di design in casa? Un oggetto funziona anche perché è bello?
Ambedue. Il quantum di spesa non e’ un fattore isolato, credo che ciò che conta davvero e’ il rapporto prezzo-prodotto, un prodotto per avere successo di vendita non necessariamente deve essere economico ma necessariamente avere un buon rapporto tra il prodotto in se ed il prezzo: tale rapporto deve essere irresistibile !
Tante piccole “imprese” di design, se così vogliamo definire la miriade di laboratori artigiani sparsi per l’Italia, capitate negli ultimi anni in un mercato non più florido come in passato, si sono ridotte a “editori” di serie limitate su richiesta. Anche voi vivete la stessa situazione o siete “salvi” grazie all’attività del laboratorio di falegnameria ?
Diciamo che noi grazie all’attività artigianale possiamo continuare a disegnare e produrre le “nostre” collezioni che comunque nel mentre stanno incontrando un discreto successo di vendita.
Lampada da tavolo Zolla by Rigodritto
All’estero, alcuni designer riescono a promuoversi molto bene, malgrado a volte i loro prodotti siano molto basici. In Italia, laboratori di design come il vostro, fanno fatica a promuoversi, ad esempio attraverso il circuito delle varie manifestazioni dedicate, dalle fiere al Salone Satellite o al Fuorisalone. Forse queste realtà non incarnano più quel concetto di “nursery” per i designer come voi?
Intanto queste realta’ davvero non sono “nursery” in senso economico…i costi medi degli stand ne precludono praticamente l’accesso a piccole realta’ tipo la nostra, sono cliniche per clienti facoltosi piu’ che pronto soccorso.
In secondo luogo queste manifestazioni riflettono la realta’ culturale del nostro paese in cui si va dal grande brand extra lusso all’ikea, manca la zona grigia, il tessuto di piccole realta’ che non sono ne’ l’uno ne’ l’altro e che abbondano in tutta Europa; qui mancano tali realta’ e la cultura delle stesse, non so tra le due quale sia la causa e quale l’effetto.
Lampade Flora by Rigodritto
Già la scorsa volta avevate sottolineato la mancanza in Italia di una formazione ad hoc per un designer. A distanza di qualche anno, le cose sono rimaste immutate o è cambiato qualcosa ?
Per noi il modello formativo di riferimento è il Bauhaus o le università dei mestieri svizzere o tedesche, scuole per progettare e costruire, corsi di studio in cui scegliere il triennio di specializzazione tra ferro legno e vetro…non la triennale o lo IED…Quindi purtroppo mi viene da dire che non è cambiato assolutamente nulla.
Quali sono i progetti futuri di Rigodritto ?
Immediati, consolidare il brand aumentando le vendite nel nostro showroom e promuovendo il nostro e-commerce. A medio lungo termine ancora non sappiamo bene, forse un altro negozio non a Roma o magari una farm in campagna in cui proporre un lifestyle, quello che anima le nostre creazioni !
Per maggiori info e acquisti dei prodotti di Rigodritto – rigodritto.it
Il duo di Rigodritto, Edoardo, a destra, e Francesco Giusti