Il velluto soprarizzo (nell’industria tessile, tipo di velluto operato, eseguito in riccio e taglio inserendo due ferri, uno di taglio e uno di riccio, ogni quattro trame. Fonte Treccani) veneziano non si può fare a macchina. Deve essere realizzato a mano dalle abili tessitrici che lavorano sui telai Jacquard del Settecento provenienti dalla Scuola della Seta della Serenissima i quali, nel laboratorio della Tessitura Luigi Bevilacqua, consentono di finire tra i 30 e gli 80 centimetri di tessuto al giorno.
Un lavoro paziente e scrupoloso perché ogni millimetro deve essere tagliato manualmente, dando pian piano vita a una creazione straordinaria, preziosissima, fin dalle origini emblema di potere e ricchezza, tanto da decorare abitazioni ricchissime, palazzi di governo – dalla Casa Bianca al Palazzo del Quirinale a Roma – e ancora chiese come la Basilica della Salute di Venezia dove ogni anno, alla festa della Madonna, si ricoprono le colonne con paramenti in soprarizzo intrecciati con fili d’oro.
Velluti della Tessitura Bevilacqua esposti nello showroom sul Canal Grande, foto Angela Colonna
Il soprarizzo è il velluto più complesso e raffinato tra quelli prodotti da Bevilacqua, perché unisce la tecnica del velluto tagliato, che definisce il disegno e sta in superficie, con il velluto riccio, che ne delinea i profili più in basso e crea particolari effetti di luce e colore.
L’antica tessitura – le cui lontane origini si possono far risalire addirittura al 1499, quando il nome di un certo “Giacomo Bevilacqua, tessitore” compare in un cartiglio dipinto – ha ancora sede a Palazzo Labia, e grazie ai 18 telai originali e alle abili, nonché appassionate, mani che li azionano è diventata un’azienda leader nel settore delle stoffe di pregio conservando tuttavia una forte impronta familiare, una connotazione spiccatamente veneziana e un insostituibile amore per la tradizione e per la bellezza.
Particolare di un telaio Jacquard
Il velluto Colonne nel laboratorio della Tessitura Bevilacqua, foto Angela Colonna
Il velluto Grottesche nel laboratorio della Tessitura Bevilacqua, foto Angela Colonna
Se a inizio Novecento il marchio cominciò a diventare noto grazie a numerosi premi vinti alle esposizioni nazionali, con gli anni Trenta e Quaranta giunsero le prime grandi commissioni, fino ad arrivare ai giorni nostri, che vedono la Tessitura impegnata sì nella produzione e nel commercio dei suoi velluti, damaschi, rasi, broccatelli, ma anche come protagonista di esposizioni artistiche.
E ciò non stupisce, se si considera che nell’archivio storico Bevilacqua si conserva un patrimonio di 3.500 disegni originali che possono essere riprodotti sui tessuti nuovi mediante i disegni tecnici contenenti le informazioni necessarie per forare le schede di cartone per la macchina Jacquard: i telai lavorano infatti grazie a queste, e a ogni foro corrisponde a un filo.
Abituati a immaginare le produzioni industriali, non possiamo non rimanere a bocca aperta nel leggere che la sola preparazione del telaio può richiedere fino a sei mesi di lavoro e l’annodatura a mano, per i disegni più complessi, di qualcosa come 16.000 fili di seta.
Una foto storica ritrae due tessitrici, foto Archivio Bevilacqua
Moltissimi gli artisti e gli stilisti che si sono rivolti alla Tessitura Bevilacqua per realizzare i loro progetti: l’azienda è orgogliosa di citare in particolare la svedese Maja Sjöström, che negli anni Venti del Novecento ha disegnato i tessuti per il Municipio di Stoccolma, ma le collaborazioni con i designer continuano anche oggi in una proficua simbiosi tra nuove idee e tradizioni secolari.
Nella sede storica affacciata sul Canal Grande (Santa Croce 1320, Venezia), è possibile scoprire tutto ciò: si visita la Tessitura (su appuntamento), si accede allo showroom e si acquistano direttamente in loco i tessuti. Con alcuni velluti e broccatelli Bevilacqua confeziona inoltre cuscini, centrotavola, borse e pochette raffinatissime che consentono di portare con sé, una volta usciti da quel luogo affascinante, un simbolo della prestigiosa manifattura veneziana.
Cuscini della Tessitura Bevilacqua esposti nello showroom sul Canal Grande, foto Archivio Bevilacqua
Cuscini della Tessitura Bevilacqua esposti nello showroom sul Canal Grande, foto Archivio Bevilacqua.
Nell’immagine di copertina, cuscini della Tessitura Bevilacqua esposti nello showroom sul Canal Grande, foto Archivio Bevilacqua