Gae Aulenti: la signora dell’architettura e del design. Nel panorama del design italiano degli anni ’50 le donne, per una questione di possibilità o di emancipazione femminile che ha caratterizzato quel periodo storico, non hanno avuto molto spazio. Una delle poche personalità che è riuscita a lasciare un segno indelebile nell’architettura e design è stata Gae Aulenti.
Architetto, designer, urbanista e scenografa, nella sua lunga carriera ha realizzato progetti importanti in numerose città del mondo, tra i più significativi la trasformazione e allestimento del Museo d’Orsey a Parigi, il restauro di Palazzo Grassi a Venezia e del Palavela di Torino fino a progetti più recenti come la riqualificazione di Piazzale Cadorna a Milano.
Gae Aulenti nasce a Palazzolo dello Stella il 4 dicembre 1927 e dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano, la sua carriera e notorietà internazionale si affermano con la collaborazione con Olivetti per la quale progetta gli showroom e una delle sue lampade più famose, la Pipistrello.
Lampada Pipistrello, 1965, Martinelli Luce
Ideata appositamente per il negozio Olivetti di Parigi nel 1965 ed ingegnerizzata da Martinelli Luce, entra a catalogo poco dopo a e da allora vi resiste da quasi 50 anni, immutata e immutabile. Un oggetto dinamico, imponente ed elegante nelle sue finiture.
E’ composta da un’asta telescopica in acciaio che consente di alzare ed abbassare il diffusore in metacrilato, caratterizzato dalle nervature che ricordano le ali di un pipistrello. Per festeggiare i 40 anni di vita della lampada, Martinelli Luce ha realizzato una special edition in due versioni, con base in metallo color acciaio oppure cromato.
La lampada Pipistrello all’interno del negozio Olivetti di Parigi, 1965
Nel 1962 Aulenti progetta la poltrona a dondolo Sgarsul per Poltronova, negli anni della direzione artistica di Ettore Sottsass durante i quali nascono i progetti che hanno fatto la storia del design italiano. Moderna rilettura della prima sedia a dondolo prodotta da Thonet nel 1862, il disegno della poltrona Sgarsul deriva dall’incrocio di due ellissi in legno di Faggio curvato, struttura impreziosita da una comoda e soffice imbottitura in poliuretano e un sofisticato rivestimento in pelle.
Poltrona a dondolo Sgarsul, 1962, Poltrova
Collezione Locus solus, 1964 per Poltronova, rieditata da Exteta nel 2016
La collezione Locus Solus del 1964 è la prima grande collezione outdoor mai realizzata. Progettata per Poltronova e rieditata da Exteta nel 2016, è composta da sedute, tavoli, lampade e lettini da giardino caratterizzati da tubi d’acciaio verniciati in colori sgargianti. La designer guarda al mobile in tubolare metallico razionalista ma lo rilegge in chiave pop, dando vita ad una collezione fresca, dalla grande personalità e senza tempo.
Locus solus, lettino da giardino, Exteta 2016
Locus solus, poltrona da giardino, Exteta 2016
Agli inizi degli anni Ottanta è direttore artistico di Fontana Arte, azienda milanese fondata da Luigi Fontana e Giò Ponti specializzata nella produzione di oggetti d’arredamento e nella lavorazione del vetro. Proprio in questi anni Gae Aulenti disegna il “Tavolo con ruote”, ispirato ad un carrello industriale per il trasporto di vetri ed esempio di una progettualità intuitiva nata dall’associazione con strumenti insoliti di uso quotidiano. Il tavolo è composto da un piano in vetro temperato molato al quale sono applicate quattro ruote industriali e pivotanti a 360 gradi, che ne permettono l’agevole spostamento in casa.
Tavolo con ruote, 1980, Fontana Arte
Lo stesso concetto ritorna nel “Tavolo tour” del 1993 ma con le ruote di bicicletta, un tavolo sorprendente diventato ormai un’icona del design italiano. Il piano è in vetro molato, le forcelle cromate e le ruote che ne permettono lo spostamento rivestite di gomma piena.
Tavolo Tour, 1993, Fontana Arte
Il filo conduttore dei progetti di Gae Aulenti è stata la sua capacità di fondere con estrema raffinatezza stili ed ispirazioni provenienti da momenti storici differenti: dal Neoliberty all’Art Decò passando dall’ironico recupero dell’assemblage fino all’eredità della pop art.
Gae Aulenti all’interno del Museo d’Orsey