Completano l’apparecchiatura, fondamentali per nutrirsi (a meno che non si tratti di alimenti da prendere con le mani), abbelliscono la mise en place. Sono le posate. Elementi discreti che fanno da cornice al placé e ne delimitano lo spazio fisico. Insomma indispensabili. Sono diventate immortali grazie ai Grandi Maestri del design italiano come Achille Castiglioni, Ettore Sottsass e Luigi Caccia Dominioni (giusto per citarne alcuni) che si sono cimentati in progetti che le hanno trasportate fino ai giorni nostri e, ancora, in tempi futuri.
Rigore, eleganza per la collezione di posate Evoque di WMF dove alla lucentezza dell’acciaio 18/10 Cromargan Protect si accosta la setosità delle superfici effetto satinato assicurando così la massima resistenza all’usura, ai graffi e ai lavaggi in lavastoviglie.
Silenziose spettatrici delle nostre tavole, sono prodotte perlopiù in acciaio, ma anche in altri materiali come l’argento, il peltro, la ceramica, il prezioso oro oppure più ecologici come legno e bambù. Con così tanta scelta, si può fare tranquillamente a meno di quelle (molto tristi a dire il vero) in plastica bianca che spesso si frantumano nel momento in cui si cerca di prendere il cibo nel piatto. Se proprio si rende necessario il loro utilizzo (in certe circostanze riconosco perfino io che sono molto pratiche) almeno si scelgano quelle colorate e un filo più robuste.
A conferma di quanto affermavo in apertura di articolo, eccovi Asta Barocca (foto sotto) del celebre designer Alessandro Mendini, in collaborazione con Young Hee Cha. Il servizio di posate, del 2011, è un felice connubio tra la semplicità della forma e l’iperdecorativismo della lavorazione a rilievo. Mendini ha saputo giocare abilmente creando un equilibrato contrasto tra la decorazione floreale, che richiama alcuni lemmi stilistici del barocco, e la forma rigorosa. In acciaio inossidabile 18/10.
Il colore della collezione sotto invita a tavole più natalizie, ma l’eleganza, si sa, non conosce festività. Le collezioni in PVD Sambonet (foto sotto) in oro, rame e nero vanno ad arricchire l’acciaio inossidabile di Bamboo, H-Art, Twist, Linea Q, Imagine e Filet Toiras.
Il PVD acronimo di Physical Vapour Deposition, è uno speciale processo di rifinitura, in cui viene apposta una stratificazione di particelle metalliche mediante vaporizzazione in una camera sottovuoto. Questo particolare rivestimento si salda a livello atomico al substrato in acciaio inox delle posate, dotando il materiale di maggiore durezza e resistenza sia all’usura per sfregamento che alla corrosione. Il risultato è la lucentezza dell’oro, il calore del rame e la profondità del nero.
Cenni di galateo. Quando si apparecchia i rebbi della forchetta sono rivolti verso l’alto. Vengono disposti invece all’ingiù quando abbiamo terminato di mangiare, e posizionati nel piatto alle classiche 5 e venti, ma ci sono correnti di pensiero che dicono l’esatto opposto. Infine, meglio non brandirle mentre si mangia. Non sono armi, ma strumenti con cui nutrirsi e non per intimidire l’interlocutore.
Nell’immagine di apertura: posate Zanetto della linea Aria con manici martellati a mano. La collezione è personalizzabile e disponibile con finitura oro giallo, oro rosa, rodio e argento.