Si è conclusa anche l’edizione 2016 della Milano Design Week, tempo di bilanci. Per noi, cacciatori di design, è stata una manifestazione che talvolta ci ha lasciato perplessi, e lo abbiamo anche scritto, ma che ci ha anche sorpreso scoprendo luoghi che erano dei veri e propri laboratori di idee.
Come ripeto sempre, il design è la trasposizione fisica di un progetto che include in sé una funzione e una forma estetica. Bello o brutto non importa, non bisogna mai dimenticare che dietro allo studio di quel progetto, c’è un designer o di un artigiano (non dimentichiamoci che spesso si tratta di un binomio imprescindibile) che desidera apportare un elemento migliorativo alla nostra quotidianità. Una scrivania, una lampada o qualunque oggetto d’arredo implicano comunque questo desiderio. Magari non ci riusciranno al primo colpo, e il prototipo avrà bisogno di essere perfezionato, ma si tratta comunque di un’idea che va rispettatta perché magari si tratta di una crisalide, che una volta completata, diventerà farfalla.
Ecco, da questo punto di vista, Ventura Lambrate, è stato il distretto che ha regalato più emozioni. Una fucina di idee, questa è stata l’impressione appena si varcava la soglia di una qualunque delle location che compongono il distretto. D’accordo, non tutto quello che era in mostra, strappava un esclamazione di stupore ma, nell’insieme, si respirava il fermento creativo. Nessun nome celebre, allestimenti basici, solo la voglia di mostrare le proprie capacità. Che dire un piacere per gli occhi e anche un vero divertimento. Vi lascio alla galleria di immagini. Qualcuno di loro lo ritroveremo in qualche intervista dedicata, per farci raccontare da vicino le sue creazioni.