Vi dico una cosa che sa tanto di luogo comune: in Italia, con il fatto del clima, siamo proprio fortunati. Questo privilegio è tanto più lampante quando una si trova a organizzare un viaggio in Nord Europa e, prima di mettersi lì a prenotare aerei e B&B, deve farsi un’idea delle temperature e delle ore di luce a disposizione nell’arco della giornata.
Prendiamo il caso della Finlandia; mica ci puoi andare sempre perché, sprovveduta, potresti ritrovarti in un buio che varia dal malinconico al pesto nell’arco delle ventiquattro ore. E via a immaginare lande deserte e desolate, battute dal vento e secche di steppa.
Una cosa di questi nordici, però, l’ho capita bene: sono furbi davvero. Avendo a che fare, all’esterno, con condizioni climatiche estreme, costruiscono all’interno delle proprie case nidi caldi e accoglienti, nei quali il verde, a dispetto della steppa di cui sopra, è più che presente. A volte, insomma, prende quasi il sopravvento sul resto.
Sono interessanti persino gli strumenti di questa conquista del verde. Se nelle nostre case siamo abituati al classico vaso in ceramica, terracotta o metallo, pare invece che gli scandinavi prediligano consistenze morbide e forme meno definite; i tessuti tecnici, ad esempio, vanno alla grande e spesso costituiscono il trait d’union tra indoor e outdoor, oltre che tra funzioni diverse (TRIMM Copenhagen).
Quando invece il materiale utilizzato per ospitare le piante domestiche è più tradizionale, si trovano altri pretesti per giocare e stupire, anche se con discrezione; non dimentichiamoci che siamo nel profondo Nord e gli eccessi non sono ben visti. Il fuoriscala, ad esempio, si dimostra un ottimo compromesso tra tradizione e contemporaneità: non stride con alcunché e, nonostante la stazza, non risulta invadente (magie di Artek).
Un occhio di riguardo – forse uno dei fattori più importanti da considerare in fatto di verde negli interni nordici – per l’armonia e il bilanciamento dei colori. Così come il fuoriscala si adegua all’intorno, anche i colori si adeguano alle atmosfere equilibrate disegnate da legno e superfici bianche. Persino l’evergreen, il black&white che funziona sempre, si ritira nelle retrovie e cede alla luce e alla sua capacità di ammorbidire i contrasti (Design Letters).