ritratto eva jiricna designer

Icone di Design – Eva Jiřičná

di Evi Mibelli

“Compito dell’architetto non è realizzare una bella architettura, ma spazi dove le persone possano vivere bene e in armonia” .

Il suo nome è portabandiera dello status delle donne di successo nel mondo dell’Architettura contemporanea. Una carriera che muove i primi passi nella sua amata Cecoslovacchia (ora Repubblica Ceca) allorché per una serie di circostanze si ritroverà fuori dai suoi confine, per rientrarvi solo 22 anni dopo. Eva Jiřičná, classe 1939, nasce in Moravia, a Zlìn il 3 marzo.

Centro Congressi, Zlìn, Rep. Ceca. Foto/ Richard Davies.
centro congressi zlin

Zlìn, per chi non lo sapesse, fu la cittadina che dette i natali a colui che potremmo definire l’Adriano Olivetti della mitteleuropa: Tomaš Bat’a, l’imprenditore delle calzature che ne fece una città industriale d’avanguardia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Applicò i principi del taylorismo e sviluppò un modello produttivo che univa il profitto ai principi di solidarietà sociale.

Nacquero case, scuole, ospedali, servizi pubblici per i propri dipendenti e questa eredità troverà nuova linfa grazie al progetto di Eva Jiřičná che, nel 2008, assumerà l’incarico di creare un complesso universitario e culturale, tra i più prestigiosi realizzati negli ultimi anni a livello internazionale.

A sinistra, interno della hall Centro Congressi a Zlìn, Rep. Ceca. Foto Richard Davies; a destra, dettaglio facciata del centro Congressi a Zlìn, Rep. Ceca. Foto Richard Davies.
interno e facciata centro congressi zlin

Il padre, architetto, si trasferirà a Praga con la famiglia quando Eva ha appena 4 anni. Come racconta lei stessa: “La mia formazione fu di carattere tecnico. Amavo la chimica e nelle mie intenzioni c’era di studiare chimica a livello universitario. Solo che litigai furiosamente con l’insegnante poco prima della maturità, per cui mi presentai all’esame con Fisica.

Passai a pieni voti ma non avevo idea di cosa fare poi. Pensai, su suggerimento di un mio compagno di scuola, di iscrivermi ad architettura. L’idea non incontrò particolare favore in famiglia, più che altro perché mio padre mi disse essere un mondo dominato dagli uomini. M’iscrissi per ripicca. Ed è stato amore incondizionato”.

A sinistra, Centro Universitario Tomas Bat’a a Zlìn, Rep. Ceca. Foto Ivan Nemec; a destra, atrio d’ingresso Biblioteca Universitaria Tomas Bat’a a Zlìn, Rep. Ceca. Foto Ivan Nemec.
centro universitario tomas bat e atrio biblioteca

Conseguirà la laurea in Architettura all’Istituto superiore dell’Università Tecnica di Praga e successivamente si specializzerà all’Accademia di Arti applicate, lavorando sotto l’ala protettrice di Jaroslav Fragner, architetto di scuola funzionalista. Nel 1963 entra a lavorare come architetto nell’Amministrazione statale degli immobili UBOK. In sostanza nel mondo delle costruzioni prefabbricate tipiche del socialismo reale.

A sinistra, esterno Hotel Josef, a Praga. Foto Ivan Nemec; dettaglio camera Hotel Josef. Foto Ivan Nemec.
hotel josef praga

Intanto il clima europeo è pieno di fermento, nuove idee, passione culturale. Sono gli anni in cui a Praga si respira il socialismo dal volto umano. È in questo contesto che ad Eva Jiřičná viene offerta l’opportunità di fare un tirocinio di un anno a Londra presso il Greater London Council. Ottiene il visto e il permesso di uscire dal Paese e il 31 luglio del 1968 vola in Gran Bretagna. Solo tre settimane dopo, il 21 agosto del 1968, le truppe del Patto di Varsavia invadono il Paese. È la fine della Primavera di Praga.

Mi ritrovai a Londra, lontano da casa ricevendo dall’Ambasciata la comunicazione di essere persona non gradita, con il visto annullato e il passaporto scaduto. In sostanza m’invitavano a non rientrare in patria. All’inizio pensai fosse uno scherzo, invece per 22 anni, fino al 1989, non potei più tornare. Con me, mio fratello che si trovava a Londra, in uno dei classici interscambi culturali tra studentati. Per me significò tirare una riga sul passato e ricominciare da zero. Mi rimboccai le maniche e mi dedicai 7 giorni su 7 al lavoro, all’architettura, a crearmi un futuro”.

Scala in acciaio e vetro, Hotel Josef, Praga. Foto Ivan Nemec.
hotel josef praga scala chiocciola

dettaglio scala chiocciola acciaio e vetro hotel josef praga

A Londra Eva, giovane e brillante architetto, si trova a frequentare la scena artistica e del design più cool. Incontra, nel giro di pochi mesi, Richard Rogers, Jane Drew e James Stirling divenendone amica e collega. Socializza con artisti come David Shalev, Eldred Evans, Paul Riley, il co-fondatore di Pentagram Phil Crosby e il co-fondatore di Archigram Peter Cook.

Dopo aver lavorato per il Greater London Council, Eva Jiřičná trova lavoro come architetto associato presso la Louis de Soissons Partnership e si dedica per 8 anni al Brighton Marina Project un progetto di porto turistico di proporzioni enormi sia sul piano costruttivo, sia urbanistico. “È stata un’esperienza pazzesca. Mi sono ritrovata a gestire un team di cantiere composto da soli uomini. Non ho mai capito come ci sia riuscita”.

Da lì la sua carriera ha preso il volo. Conosce Joseph Ettedgui, imprenditore della moda e del lusso per il quale progetta il suo appartamento e, in seguito, la catena di negozi Joseph. Ed è grazie alla realizzazione del primo negozio che si spalancano le porte a un altro dei lavori più conosciuti di Eva Jiřičná, ovvero la progettazione degli interni del Lloyds Building di Richard Rogers (1984).

Restauro e ricostruzione della Chiesa gotica di S.Anna, Città Vecchia, Praga.
restauro chiesa gotica s anna praga

Londra diventa la sua casa e nel 1976 diventa ufficialmente cittadina britannica. Progetta per Harrods (1985, 2006), l’area dei gioielli per il Victoria&Albert Museum (2008), lo shop per la Royal Academy of Arts (2001), realizza il bus terminal del Canada Water Station (1999), gli interni dei nightclubs Brown’s e Legends (1987-1991), le scale per la Somerset House a Londra (2014). Apre nel 1985 il suo studio londinese Jiřičná Architects insieme a Kathy Kerr, lavorando su progetti di architettura, interior design, e forniture design.

Nel 1989, in seguito alla “Rivoluzione di velluto” con la caduta del muro di Berlino, Eva torna nel suo paese d’origine e qui apre un secondo ufficio insieme al collega ceco Petr Vagner: AI-Design Studio, nella capitale. Si aggiudica appalti prestigiosi come la nuova Orangerie al Castello di Praga (1998), il già citato Centro culturale e congressuale a Zlìn (2008 -2011), il moderno boutique hotel di design Josef (2015), il restauro della Chiesa del complesso conventuale medioevale di S.Anna (2004), nella Città Vecchia, a Praga, la ricostruzione della Věžák Tower a Ostrava (2023), il centro residenziale a Žižkov-Praga (2021) e numerose case e ville private.

Dato distintivo del suo linguaggio architettonico sono gli interni votati alla semplicità e al minimalismo, dove spiccano i dettagli e le sue straordinarie scale in acciaio e vetro, per le quali è spesso citata come tra le maggiori esperte. Autentici pezzi scultorei dove i gradini sono trasparenti e il tutto pare galleggiare nell’aria. Fu questo elemento del suo lavoro ad attrarre l’attenzione di Steve Jobs, che stava lavorando all’idea di lanciare negozi Apple monomarca negli USA.

Quando ha iniziato a lavorare al concept dei negozi Apple, Steve Jobs mi chiamò a San Francisco. Voleva una scala in vetro e io ero una delle poche persone che poteva, a suo dire, progettargli ciò che aveva in mente. Abbiamo lavorato insieme diversi mesi. Esperienza complicata, in verità. A un certo punto ho declinato”.

A sinistra, Scala interna showroom Joan&David, Londra Photo AI DESIGN; a destra, scala all’interno della Somerset House, Londra. Photo AI DESIGN.
scale chiocciola eva jiricna

Uno stile, quello di Eva, dove tecnologia e innovazione si sposano con una ricerca del dettaglio in cui è sempre protagonista la luce, la trasparenza e la leggerezza. Spazi che restituiscono un’elegante sobrietà e un’attenzione al bel vivere, al senso di apertura. Il suo rientro in patria come professionista ha rappresentato un importante riscatto per l’architettura ceca, che per decenni aveva subito un depauperamento di capacità e di ricerca drammatiche.

Quanto tornai a Praga mi sono ritrovata a dover nuovamente insegnare alle maestranze come lavorare. Ogni aspetto tecnico era un problema. All’inizio, con le prime commesse, mi portavo le squadre di lavoro da Londra. Con l’affiancamento e la mia volontà di riportare la mia gente a saper fare come era nella sua più prestigiosa tradizione, credo di aver dato il mio importante contributo alla rinascita di questo Paese e a riportare l’entusiasmo per la bellezza. Anche perché il ruolo delle persone che danno vita ai tuoi progetti è qualcosa che non è così scontato. Queste sono le persone che si scontrano con ciò che noi architetti mettiamo nero su bianco e che spesso è difficile da realizzare. Spesso lo fanno in condizioni terribili: pioggia, fango, vento, gelo. È un duro lavoro fisico. Ti mostrano comprensione quando ce n’è più bisogno e, se ascolti, ti insegneranno molto”.

Nel 1991 è stata nominata Royal Designer for Industry dalla British Royal Society of Arts (RSA). È stata nominata CBE in occasione del Queen’s New Year’s Honours, nel 1994, per i servizi resi all’interior design ed è stata eletta Accademica della Royal Academy of Arts, nel 1997. Riceverà il prestigioso Jane Drew Prize nel 2013 per il ruolo di preminenza delle donne nell’Architettura contemporanea. A 85 anni è ancora in piena attività, mantenendo fede al suo motto che recita: “Non esiste perfezione perché il progetto migliore è sempre quello successivo”.

Appartamento privato, Praga, 1999. Photo AI Design.
appartamento privato eva jiricna

appartamento privato eva jiricna 1999 praga

In copertina, photo ©Tomáš Třeštík- courtesy asb-portal.cz

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