Un respiro internazionale ha animato la capitale francese, trasformandone le vie in un intreccio di visioni e linguaggi: un dialogo ispirato tra la sensibilità progettuale di Maison&Objet e quella della manifestazione, entrambe guidate da un invito consapevole a ripensare il modo in cui abitiamo il mondo.
Settembre ha trasformato Parigi in un palcoscenico vibrante di creatività e innovazione: la XV edizione della Paris Design Week, in stretta collaborazione con Maison&Objet, ha celebrato la vitalità e la visione del design contemporaneo. In questo scenario di pura ispirazione si è svolto un evento che ha tessuto un dialogo ricco di suggestioni, riflettendo il presente e immaginando il futuro con raffinata eleganza e profonda sensibilità.
Quest’anno, più che mai, l’appuntamento ha saputo coniugare bellezza e profondità grazie a un tema concettuale di grande attualità: Regeneration. Un invito poetico e consapevole a ripensare il modo in cui creiamo, abitiamo e interpretiamo il mondo. Il progetto, inteso come linguaggio del futuro, ha attraversato la città trasformandola in un racconto diffuso: oltre 180 giovani talenti e 375 luoghi simbolo hanno intrecciato una geografia del fare che ha toccato quartieri iconici come Le Marais, Saint-Germain-des-Prés, Opéra e Bastille.
Grand Palais, Paris Design Week 25 © GregSevaz © Maison&Objet

UNA SCENA SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALE
Tra le partecipazioni più significative, il Guatemala ha conquistato con una proposta fortemente identitaria e contemporanea. La mostra “Guatemala crée avec ses mains” ha esplorato il legame profondo tra patrimonio culturale e nuove forme di espressione. Al centro dell’allestimento – firmato dai protagonisti più rilevanti della scena guatemalteca – una capsula architettonica ispirata al Tempio I di Tikal, il Gran Giaguaro: una struttura monumentale reinterpretata al 15% della scala originaria, realizzata con materiali sostenibili – legno, tessuti, cavi d’acciaio intrecciati – e arricchita da textile artigianali lavorati con tecniche ancestrali.
Durante l’esposizione, artigiani locali intessevano tessuti dal vivo con tecniche ancestrali, offrendo ai visitatori uno sguardo diretto sulle pratiche tradizionali e sul valore del lavoro manuale. Un paesaggio sonoro evocativo ha accompagnato i visitatori in un’esperienza immersiva, trasportandoli nei suoni della giungla, dei mercati e dei paesaggi del paese centroamericano.
Guatemala crée avec ses mains, Paris Design Week 25 © GregSevaz © Maison&Objet

Anche altri paesi hanno dato contributi di rilievo. Il Portogallo ha incantato con Made in Portugal Naturally, curato da Nini Andrade Silva, un percorso che ha raccontato l’identità nazionale attraverso il dialogo tra materiali autoctoni, design e artigianato d’eccellenza. Stanley Wong, famoso artista di Hong Kong, ha presentato Hong Kong Walk On all’interno di Maison Tai Ping, un’opera riflessiva sullo spazio urbano e il cambiamento sociale. Infine, la Cina, con la propria design week, ha stretto una partnership articolata con PDW, proponendo un calendario di mostre, talk e collaborazioni che hanno amplificato la portata globale dell’evento.
Factory 116, Andre Bracq Studio, Paris Design Week 25 © Greg Sevaz © Maison&Objet

NUOVE VISIONI EMERGENTI
Il design emergente è stato protagonista anche nei circuiti indipendenti e nei quartieri creativi della città. Il 4° arrondissement, in particolare, ha ospitato eventi di grande impatto. All’Espace Commines, il design da collezione ha trovato una messa in scena audace, mentre al 16 di rue de Turenne si è affermato un linguaggio editoriale innovativo.
Factory 84, Atelier Stokowskie, Paris Design Week 25 © Greg Sevaz © Maison&Objet

Nel nuovo spazio 84, inserito nel percorso Factory, sono stati messi in luce progetti della giovane generazione. Tra i momenti più sorprendenti, la collaborazione tra Monoprix e École Camondo ha dato vita a un’opera giocosa e vivace, confermando l’energia della contaminazione tra grande distribuzione e cultura progettuale.
Luceplan ha debuttato, invece, nel circuito ufficiale della design week parigina con una presentazione alla Scuola di design Confluence di Odile Decq, nel cuore del Marais. In mostra, una rilettura della collezione Dix Bougies e creazioni come Pétale e Soleil Noir, espressione di una ricerca che intreccia luce, acustica e innovazione formale, testimoniando il dialogo sognante tra tecnologia e poesia.
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Paris Design Week: Luceplan, Dix Bougies by Studio Odile Decq © Maison&Objet

TRADIZIONE E VISIONE
Con il programma “Design sur cours” è stato reinterpretato il patrimonio francese attraverso installazioni site-specific. L’opera tessile “Les Coraux de la Liberté” di Aude Franjou, interamente realizzata in fibra di lino, evocava una forma corallina composta da decine di elementi intrecciati, che si dispiegavano nella rotonda interna della Colonne de Juillet a Place de la Bastille, in un gesto intimo e materico, come metafora di rinascita ed elevazione.
Colonne de Juillet, “Les Coraux de la Liberté” di Aude Franjou, Paris Design Week 25 © Greg Sevaz © Maison&Objet

I designer olfattivi Lucas Huillet e Alexandre Helwani hanno esplorato il tema della follia sulla terrazza dell’Hôtel Sully, attraverso un’esperienza sensoriale avvolgente. All’Hôtel de la Marine, il labirinto firmato Jérémy Pradier-Jeauneau ha guidato i visitatori in un percorso emotivo e percettivo, mentre l’arredo d’arte di Ymer&Malta si è distribuito tra orangerie e giardini. Incontri d’autore anche alla Maison Victor Hugo, con Jacques Pépion e Sandra Benhamou, e alla Maison Atelier Ozenfant, casa-atelier progettata da Le Corbusier, dove il duo Hyacinthe & Leitmotiv ha proposto un intervento di grande intensità.
Maison Victor Hugo, Sandra Benhmoua, Paris Design Week 25 © Greg Sevaz © Maison&Objet

DONNE PROTAGONISTE
La prima rete internazionale di donne nel design, lanciata nel 2024, ha trovato piena espressione durante l’ultima PDW. Juliette de Blégiers, con il contributo dello street artist Jo Di Bona, ha portato i celebri Playmobil nel Legacy Concept Store. Béatrice Saint-Laurent, fondatrice della Galerie BSL, ha messo in scena Pompeii-X con Jimmy Delatour in una narrazione evocativa. Da segnalare anche la collaborazione tra Georges Mohasseb e Dedar Milano, rivelata dalla gallerista Marie-Bérangère Gosserez, e il progetto solare e delicato di Margaux Keller, esposto al 31 di rue Montmorency.
Hôtel Sully, Ymer & Malta, Paris Design Week 25 © Greg Sevaz © Maison&Objet

UNO SGUARDO AL FUTURO
Dopo questa esperienza, Parigi non si ferma e si prepara a essere il palcoscenico privilegiato di nuove esplorazioni. Dal 15 al 19 gennaio 2026 con il programma “In the City” – in concomitanza dell’appuntamento di gennaio di Maison&Objet – la città vivrà un’estensione vibrante del progetto attraverso gallerie, concept store e case editrici; mentre, dal 10 al 19 settembre 2026, la prossima edizione della Paris Design Week promette di ampliare ulteriormente i confini internazionali del design.
Sarà un invito a rinnovare la curiosità, a lasciare spazio alle contaminazioni tra culture e generazioni, soprattutto a proseguire quel dialogo senza tempo tra arte, progetto e vita quotidiana che rende questo evento un momento di raffinata suggestione creativa.
Hôtel de la Marine, Paris Design Week 25 © Maison&Objet

In copertina, Hôtel Dames des Arts © Maison&Objet





















