di Roberta del Vaglio.
Un evento che sta capovolgendo la geografia del design coltivando la curiosità di addetti ai lavori e appassionati: abituati a puntare la bussola verso Nord, oggi non rinunciano ai tre giorni “meridionali” votati al design internazionale.
I napoletani lo chiamano ancora ex ospedale militare, perché tale è stata la sua funzione dall’800 e fino agli anni ’90. Eppure, il complesso cinquecentesco che ha ospitato dal 10 al 12 ottobre Edit Napoli è stato un importante convento a cui deve il suo nome di oggi: La Santissima. Una storia affascinante come sempre avviene per le location scelte da Edit, la fiera napoletana del design curatoriale, che ogni anno svela spazi inediti, spettacolari e nascosti. E dunque La Santissima è la sede principale della fiera, che come sempre prevede anche una serie di allestimenti “cult” in altri luoghi, altrettanto storici e interessanti, della città.
Stand di Studio Bojola per Edit Napoli – bojola.com

LA FIERA: COLORATA, POETICA E INNOVATIVA
La fiera vera e propria si è tenuta nei corridoi e nelle celle dell’ex convento cinquecentesco La Santissima. La tendenza che emerge esplorando gli allestimenti è un forte tributo all’accessorio ed è piacevole sorpresa scoprire che sono i designer più giovani a fare proprio il tema, in modo personale e innovativo ma senza perdere il focus sulla funzione. Un esempio è Studio Bojola, guidato da Margherita Bojola e Gilberto Benni: hanno presentato una collezione di vasi e lampade da tavolo in cristallo la cui genesi parte dalla rivisitazione delle forme anni ‘50 e ‘60 scovate esplorando gli archivi di una cristalleria di Empoli.
A sinistra, i vasi di ceramica e alluminio di Chiara Lionello – chiaralionello.it; a destra, vasi componibili di Abacus Atelier – abacusatelier.it

Chiara Lionello – premiata da Edit tra i migliori progetti inediti – rivisita il tema del vaso da fiori integrando il classico contenitore in ceramica con una barra in alluminio in cui inserire i fiori dando vita a una nuova pratica di flower arranging. Lo stesso si può dire di Abacus Atelier, lo studio di Olga Spagnoletti e Diletta Aprile che hanno pensato dei vasi in ceramica con elementi modulari ad anello di varie forme e colori da combinare e con cui interagire.
Il baldacchino con i tessuti Flower Power di Julia Bancilhon, studio Made of Matter – studiomadeofmatter.com

L’innovazione è un altro tema ricorrente e innovativo è il processo creativo/produttivo usato da Julia Bancilhon – studio Made of Matter – per la sua collezione di tessuti e carte da parato Flower Power: Julia ha collaborato con una fiorista di Bruxelles, insieme hanno selezionato autentici fiori, pressati ed essicati per poi essere scansionati e usati dalla designer per creare i pattern decorativi. A proposito di innovazione anche Chroma® ha una storia interessante: azienda del beneventano specializzata nella produzione di materiali compositi ha presentato a Edit Chroma®Objects, una linea di arredi e accessori realizzati coinvolgendo 12 designer tra cui Debonademeo, Fepo e Marina Amodio.
Vaso Due Sicilie di Debonademeo, cubo Fepo, lampade Tagua di Marino Amodio. Tutto di Chroma®- chromacomposites.it

Tra le aziende presenti in fiera c’è anche Scapin Collezioni che ha portato una selezione di arredi creati in collaborazione con Matteo Cibic, Elena Salmistraro, Studio Milo e Scapin Lab, il dipartimento interno all’azienda al suo esordio con la bellissima e iridescente console Spectrum.
Specchi Loopadelic di Arianna Crosetta- Studio MILO; console Spectrum di Scapin LAB; madia Enne e tavolo Zeta Dining Table di Matteo Cibic; vaso Catodo, panche Ione di Elena Salmistraro. Tutto di Scapin Collezioni – scapincollezioni.com

GLI ALLESTIMENTI “CULT”: L’HAUTE COUTURE DEL DESIGN
Accanto alla fiera vera e propria, Edit Napoli propone un itinerario di allestimenti chiamati “cult” in cui designer e aziende già affermate raccontano il proprio lato più sperimentale e di ricerca. È il caso di Poltronova che ha coinvolto la designer inglese Bethan Laura Wood dando vita a Terrazzo Quarry, una collezione nuova ma in dialogo con l’archivio dell’azienda.
Terrazzo Quarry di Bethan Laura Wood per Poltronova – poltronova.it

L’allestimento è ospitato nella trecentesca Certosa di San Martino e in questo stesso luogo, Azucena ha chiesto agli architetti Giuliano Andrea Dell’Uva e Cetty Grammatica di creare due progetti di interni a partire dagli arredi del suo archivio. Sempre in Certosa, l’architetto Alvaro Catalàn De Ocòn ha presentato il progetto PET Lamp Gurunsi: una grande lampada da soffitto che prende forma come un arazzo sospeso, creata con gli artigiani del Gahna.
Pet Lamp Gurunsi di Alvaro Catalàn De Ocòn – acdo.es

Animal Factory di Luca Boscardìn per Magis – magis.com

Per proseguire l’itinerario “Cult” ci si sposta nel vicino Castel Sant’Elmo, fortezza medievale in cui si incontra il progetto Animal Factory di Luca Boscardìn per Magis: animali/gioco pensati come arredo urbano con cui interagire, per bambini e adulti. Nella stessa location ci sono anche le creazioni di Diego Rivero Borrel per Ranieri, azienda del territorio vesuviano specializzata nella lavorazione della pietra lavica: guardando all’interno di due torri monolitiche di lava si scorgono microarchitetture e simboli di Napoli.
Paisaje de Reflejos di Diego Rivero Borrel per Ranieri – ranierilavastone.com

Il terzo luogo deputato ai progetti “Cult” è la Floridiana, la villa voluta da Ferdinando IV di Borbone per la sua amante che oggi ospita il Museo delle Ceramiche Duca di Martina: lungo le sale si susseguono gli arredi raffinati e geometrici di Marta Sala Editions mentre sul belvedere ci sono le due sculture di paglia di Tomàs Alìa. Nel parco della Floridiana, Officine Tamborrino ha portato il progetto Nomadaria in cui la sua Tree House, modulo abitativo ideato da Paolo Scoglio – studio The Ne[s]t è stato personalizzato da Elena Salmistraro con il suo distintivo stile formale e la palette cromatica ispirata ai colori del Sud Italia desaturati e denaturati.
Nomadaria di Elena Salmistraro per Officine Tamborrino con tavolini Anodo Rosso Levanto di Elena Salmistraro per Scapin Collezioni – officinetamborrino.com


In copertina, l’ingresso de La Santissima per Edit Napoli 2025. All photos © Eller studio





















