Scavata nella roccia e immersa nel paesaggio di Santorini, una dimora raccolta e luminosa ritrova misura e bellezza, tra segni del passato, materiali autentici e tanta luce ad accarezzare ogni forma.
Nel borgo di Mesaria in Grecia, immersa tra vigneti e sentieri di pietra, si trova una piccola dimora estiva, frutto di un attento recupero di una costruzione antica, tipica dell’architettura rurale di Santorini. Questa abitazione, un tempo canava – termine locale che indica una cantina ipogea destinata alla produzione e conservazione del vino – è oggi un rifugio intimo, raccolto nel tessuto del paesaggio e della memoria, dove l’ombra delle sue volte in pietra disegna un ambiente naturalmente fresco e riposante, a dispetto del sole implacabile dell’Egeo.
Tra muri plasmati dal tempo e scorci sul paesaggio mediterraneo, la casa si apre con naturalezza al dialogo tra architettura, memoria e vita quotidiana.
Volumi morbidi, luce diffusa e materiali grezzi raccontano la trasformazione silenziosa di un’antica cantina ipogea in una dimora estiva dal carattere intimo e autentico.
Il progetto di recupero, firmato dallo studio Kapsimalis Architects, si distingue per la misura e il rispetto profondo verso l’identità originaria dell’edificio. Non si tratta di una semplice ristrutturazione, ma di una vera e propria riscoperta: ogni elemento è stato conservato o reinterpretato senza mai tradire la storia e la funzione originaria della struttura. L’intervento architettonico accoglie con discrezione la vita contemporanea, mantenendo viva la voce estetica di un passato ricco di significato.
Nell’unico ambiente che caratterizza la casa, il pavimento in terrazzo levigato accompagna lo sguardo con la sua tonalità calda e continua, mentre le volte in pietra definiscono un ambiente luminoso e accogliente, sospeso tra passato e presente.
Le pareti, lasciate al naturale con un intonaco grezzo color avorio, conservano la matericità originale dello spazio, mentre gli arredi in muratura su misura ne valorizzano l’armonia e la semplicità.
All’interno, la planimetria è fedele all’impianto originale, articolata in due volumi con soffitti a volta che si affiancano con naturale continuità. Il primo ospita un’area open space dove trovano posto soggiorno, zona notte, bagno e guardaroba. Il secondo, più raccolto, conserva la cucina, mantenuta nella sua posizione e conformazione originarie, quasi a preservare il cuore pulsante della vita rurale che un tempo animava questa canava.
La cucina, conservata nella sua collocazione originale, si affaccia sull’area giorno adiacente, creando un collegamento funzionale tra gli ambienti.
Dal carattere minimal e raffinato, questo spazio raccolto si apre sul patio, dove il tavolo da pranzo crea un dialogo diretto con il cortile privato.
Il vecchio torchio per l’uva, elemento caratteristico e simbolico, è stato reinterpretato e trasformato in un bagno, un gesto che unisce passato e presente con eleganza. Le cisterne sotterranee, restaurate con cura e visibili attraverso un vetro temperato posato a pavimento, conservano intatte le tracce del loro passato agricolo, accompagnate da pochi oggetti originali (botti in legno, attrezzi da lavoro e ceste intrecciate) disposti idealmente in un dialogo tra passato e presente che descrive l’anima concettuale della casa.
Elemento caratteristico della costruzione preesistente, il torchio per l’uva è stato reinterpretato e trasformato in un bagno dove si fondono storia e funzionalità contemporanea.
I piani e il lavabo in cemento, realizzati con metodi tradizionali, accompagnano una doccia intima e materica; i servizi, discreti e nascosti, sono visibili dalla stanza open space, integrandosi con naturalezza nel contesto.
Il pavimento, realizzato in terrazzo levigato – una miscela di pietra e cemento con finitura liscia – avvolge gli ambienti con tonalità calde, unendo continuità e naturalezza, mentre le pareti, lasciate al naturale con intonaco grezzo bianco avorio, mostrano con orgoglio cavità e imperfezioni, testimonianze vive del tempo e della storia che si è sedimentata tra quelle mura. I piani di lavoro, realizzati in cemento con tecniche tradizionali, e gli infissi, rinnovati per garantire comfort e isolamento senza alterare le proporzioni e i materiali originari, completano l’intervento con una coerenza estetica minimalista.
Lo spazio esterno si apre su un cortile privato che ospita la zona pranzo della casa: un tavolo in muratura piastrellato sotto una pergola che filtra la luce, creando un’atmosfera di rilassata convivialità.
Lo spazio esterno, intimo e protetto, è valorizzato da un cortile privato che ospita una zona pranzo all’aperto sotto una pergola leggera, capace di filtrare la luce con delicatezza e di suggerire un’atmosfera di rilassata convivialità. Una scala discreta conduce alla terrazza superiore, articolata su più livelli, dove si trova una mini-piscina in pietra e un’area lounge che si affacciano sullo splendido paesaggio di Santorini. Qui vigneti ordinati, muri a secco e profili di case intonacate si alternano armoniosamente, mentre il mare si apre all’orizzonte, completando uno scenario che si distende davanti alla casa come un respiro calmo e profondo.
Una scala discreta conduce alla terrazza superiore, organizzata su più livelli, dove una mini-piscina in pietra e un’area lounge, all’ombra di una tenda, offrono un rifugio privilegiato con vista sul paesaggio di Santorini.
All’esterno, materiali e finiture continuano a riflettere la sensibilità progettuale: superfici a calce che dialogano con il vento e la luce, pavimenti ruvidi che invitano al contatto con la natura, volumi semplici e pieni modellati dal chiaroscuro. Gli arredi, realizzati su misura, impiegano materiali evocativi, come rovere affumicato, metallo brunito, vetro colorato e sughero, rimandando con delicatezza al mondo della vinificazione, che ha dato vita e identità al luogo.
Dettagli in marmo, ceramica artigianale, vasi in terracotta, canne intrecciate e tessuti naturali nei toni caldi della terra arricchiscono il terrazzo, dove un’illuminazione soffusa esalta senza mai sovrastare le linee e l’atmosfera dello spazio.
A completare l’insieme, dettagli in marmo, ceramica artigianale, vasi in terracotta, canne intrecciate e tessuti naturali nei toni caldi della terra, accompagnati da un’illuminazione misurata e mai invadente, pensata per sottolineare senza sovrastare le geometrie e le atmosfere dello spazio.
Più che una semplice ristrutturazione, questa piccola casa è un gesto di ascolto profondo: custodisce la memoria del luogo e si lascia attraversare dal paesaggio, in equilibrio con i suoi ritmi e i suoi colori.
Questa piccola casa non è solo un progetto di recupero riuscito, ma un atto di ascolto profondo e attento. Un’abitazione che non ostenta, ma custodisce, che si lascia attraversare dal paesaggio senza spezzarne l’armonia, rispettandone i ritmi e i colori. Sotto il sole caldo e limpido della Grecia, continua a raccontare la sua storia con una voce lieve, fatta di pietra e di silenzio, capace di parlare di tempo, luogo e memoria senza bisogno di parole.
Project by Kapsimalis Architects – kapsimalisarchitects.com
Styling © Sissy Rousaki
Photo © Yiorgos Kordakis
La planimetria della dimora a Mesaria: a sinistra, il piano terra con l’open space che accoglie soggiorno, zona notte e cucina; a destra, la terrazza superiore con mini-piscina e area lounge affacciata sul paesaggio dell’isola © Kapsimalis Architects
In copertina, sospesa tra il bianco scolpito dell’architettura e l’intensità del cielo di Santorini, la terrazza della dimora a Mesaria racconta l’equilibrio perfetto tra luce, silenzio e paesaggio.