Merrill-Hall-presso-Asilomar-Conference-Center

Icone di Design – Julia Morgan

di Evi Mibelli.

Non decoro case. Le costruisco” – Julia Morgan.

Una figura esile, elegante e sobria nel vestire, dai tratti gentili. Una volontà d’acciaio e una padronanza della materia da far impallidire i suoi colleghi uomini. Un palmares di oltre 700 opere realizzate nella sua cinquantennale carriera. Eppure, non se ne fa mai menzione nei libri di storia dell’architettura. Un destino assai comune quando si tratta di talenti femminili. E si badi bene, non è questione solo di tempi storici. Julia Morgan riceverà la medaglia d’Oro dell’AIA – American Institute of Architects – nel 2014 a distanza di quasi 60 anni dalla sua morte. Non solo. Ad oggi è l’unica donna cui sia stato assegnato questo prestigioso riconoscimento.

Julia Morgan fotografata in Studio, a San Francisco, nel 1920. A destra, Julia Morgan a Parigi nel 1896. Photo © Special Collections and Archives, California Polytechnic State University

ritratto designer julia morgan

Disegni di Julia Morgan per l’Hearst Castle a San Simon, California, 1919 – 1947. Photo © by Jay Graham.

disegni di julia morgan

Julia Morgan nasce a San Francisco il 20 gennaio 1872, secondogenita di cinque figli di Charles Bill Morgan, ingegnere minerario, ed Eliza Woodland Parmalee figlia del milionario newyorkese Parmalee. Julia guarderà alla madre come ad un esempio di determinazione e di intraprendenza. È grazie a lei che, giovanissima, si appassionerà alla matematica, alla fisica, all’ingegneria. E coltiverà la passione per la musica diventando una dotata violinista.

Brillante studentessa al College, deciderà di iscriversi al corso di laurea in Ingegneria civile all’Università di Berkeley, luogo che la vedrà protagonista in diverse circostanze professionali, e dove entrerà in contatto con Phoebe Apperson Hearst, la ricca filantropa dei circoli più esclusivi della California e madre del magnate dell’editoria William Randolph Hearst.

Villa privata al 2816 di Derby St. a Berkeley, 1908. La villa è stata recentemente ristrutturata. Photo © Peter Lyons.

villa privata a berkeley di julia morgan

Living room della villa privata al 2816 di Derby St. a Berkeley, 1908. La proprietà è stata recentemente ristrutturata. Photo © Peter Lyons

living room villa berkeley julia morgan

Nel 1894 consegue, con lode, la laurea in Ingegneria Civile e su sollecitazione di Bernard Maybeck, suo professore e mentore, decide di andare in Francia per tentare l’esame di ammissione all’Ecolé National Supérieure des Beaux Arts a Parigi, la facoltà di Architettura più prestigiosa al mondo. Arriva a Parigi nel 1896, determinata a varcare la soglia di quell’ateneo che mai nessuna donna aveva superato prima di lei. Ma si scontra con le norme che vietano al mondo femminile di accedervi, tanto più se straniera. La Morgan non si da per vinta.

Ha referenze importanti, una laurea in ingegneria civile. Vuole entrare! Nel frattempo, per non pesare sulle finanze della famiglia, si cerca un impiego che la metta in condizione di esercitarsi come futuro architetto. Entra nello studio di architettura di Marcel Perouse de Monclos che ne ammira la perizia e il talento. Nel 1897 viene, finalmente, ammessa all’esame ma non lo supera. Cambia studio e sotto la supervisione di François-Benjamin Chaussemiche – vincitore del Grand Prix de Rome – ritenterà l’anno successivo piazzandosi 13esima sui 30 ammessi alla prova. Nel dicembre del 1901 uscirà con la sua prestigiosa laurea stretta in mano.

La Crocker Dining Hall, Asilomar Conference Center, a Monterey, California. Photo © Heatherawalls – Opera propria, CC0.

crocker dining hall monterey california by julia morgan

La Hearst Social Hall, Asilomar Conference Center, Monterey, California. Photo © Jay Graham.

hearst social hall julia morgan

Sono questi gli anni dell’Expo di Parigi del 1900, dell’apertura della metropolitana, della nascita di numerosi edifici in ferro e vetro, dell’affermarsi di nuove tecniche costruttive come il cemento di cui Auguste e Gustave Perret furono i pionieri. Un bagaglio di conoscenze fondamentale che porta con sé al suo rientro a Oakland, dopo aver viaggiato per tutta l’Europa, nel 1902.

Inizia a collaborare con l’architetto del Campus di Berkeley, John Galen Howard, ma già nel 1904 dopo la sua abilitazione alla professione (prima donna della California) decide di inaugurare il suo studio. L’amicizia e la stima che Phoebe Apperson Hearst le riserva le apre la strada. Ciò che le unisce è una visione emancipativa non solo della donna ma, in generale, di tutte le classi sociali meno fortunate. Molte delle opere che Julia realizzerà saranno luoghi aggregativi, di culto e di accoglienza per ragazze povere, orfani, operai. Julia Morgan vive la sua professione come servizio alla collettività.

Tra i primi lavori il Mills College di Oakland, scuola privata femminile. Di particolare interesse la torre campanaria, costruita in cemento, tecnica mai usata in California. Quando nel 1906 ci fu il devastante terremoto che colpì San Francisco radendola per l’80% al suolo, il Mills College e la sua torre non ebbero danni. Questo fatto rappresentò la consacrazione di Julia Morgan come architetto e ingegnere di valore, superando in credibilità e competenza gli omologhi colleghi uomini. Non solo, in virtù della stabilità delle sue costruzioni fu ingaggiata per la ricostruzione del prestigioso Fairmont Hotel, crollato in macerie. In un anno di lavoro ripristina l’intero edificio e ne consente l’inaugurazione. Da qui la sua carriera prende letteralmente il volo.

William Randolph Hearst e Julia Morgan durante un sopralluogo a San Simeon, durante la costruzione dell’Hearst Castle. Courtesy Bison Archives.

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Casa del Mar, una delle residenze del complesso Hearst Castle, San Simeon, California. Photo © Warren LeMay, Chicago, CC BY-SA 2.0

casa del mar julia morgan

Nei 15 anni seguenti è una successione serrata di commesse che spaziano dall’edilizia residenziale a quella pubblica, tra cui, a partire dal 1919, l’incarico conferitogli dal magnate dell’editoria William Randolph Hearst per la sua residenza sulle colline di San Simeon, nella baia di San Francisco; cui seguirono altri lavori di case per vacanze, ville a Beverly Hills e Santa Monica, edifici per uffici come il Los Angeles Examiner, e molto altro. Un’opera monumentale che dette fama alla Morgan e che la vide impegnata per quasi trent’anni, armata di olimpica pazienza, a soddisfare i capricci del proprio committente.

La piscina interna in stile romano, Hearst Castle.

piscina interna hearst castle

La Piscina di Nettuno. Hearst Castle, San Simeon, California. Photo © Jim GC BY 2.0

piscina di nettuno hearst castle

Come nota a margine, vale la pena ricordare che Orson Welles si ispirò alla figura di Hearst per il suo film capolavoro Quarto Potere, del 1941. Sul piano stilistico, la sua formazione Beaux-Arts le permette di coniugare in modo impeccabile razionalità e funzionalità con una gamma di stili storici differenti e di progettare di tutto dai bungalow per i quartieri operai – semplici e rigorosi – a ville dall’estetica classica o castelli dove il neoeclettismo è protagonista, come nel caso della residenza Hearst.

Soprattutto nell’architettura residenziale e comunitaria Julia Morgan ha la capacità di interpretare il vernacolo californiano in modo originale, lavorando sull’orizzontalità compositiva e l’impiego dei materiali tradizionali come il legno di sequoia, la pietra, la terra, i mattoni a vista. Osservando questi progetti pare strano nessuno li abbia accostati alle più note opere di Frank Llloyd Wright, suo contemporaneo.

È pur vero che per tutta la sua carriera Julia Morgan non si fece influenzare dalle correnti dell’architettura moderna, sia come stile sia come dogma. Come scrisse Walter Steilberg – che lavorò con lei dal 1910 al 1920 – in una lettera al London Observer: “I suoi studi in ingegneria civile all’Università della California a Berkeley e il suo lavoro all’École des Beaux-Arts la portarono alla convinzione che l’architettura non potesse essere trasformata in pochi anni per conformarsi ai dettami di pochi autoproclamati geni come Le Corbusier e Frank Lloyd Wright”.

Piscina del Berkeley City Club per la YWCA, 1930. Photo by Sasquatch – Photo © Flickr CC BY 2.0.

piscina berkeley city club

Nel suo lavoro ha sempre prestato attenzione al comfort. Ne è un esempio la Casa Mitchell a Berkeley, del 1916. Volumetrie semplici, uso della sequoia sia all’esterno, sia all’interno, elementi strutturali a vista e una pianta relativamente aperta, ideale per le attività di medico dei committenti: “Le sue case sono state costruite dall’interno verso l’esterno. Pensava a come avrebbero dovuto vivere le persone. Questo era ciò che era importante per lei”, ha sottolineato in occasione del conferimento del riconoscimento A.I.A. del 2014 al New York Times, Lynn Forney McMurray, la figlia della segretaria storica della Morgan, Lillian Forney.

In tutto questo di Julia Morgan – che si ritirerà dalla professione nel 1951 per ragioni di salute e morirà a San Francisco il 2 febbraio del 1957 – si tornerà a parlare solo nel 1988 con la pubblicazione della sua biografia a cura di Sara Boutelle. Da qui nuove pubblicazioni, articoli e conferenze l’hanno sottratta a un ingrato silenzio.

Colpisce la sua visione, quasi religiosa, del lavoro. E una riservatezza che ha, in qualche modo, contributo a cancellarne il ricordo. In vita non rilasciò mai interviste e non si fece fotografare, non amava l’autocelebrazione e rifuggiva la vita mondana e i ricevimenti di W.R. Hearst, ai quali veniva puntualmente invitata e dove gravitavano personalità di spicco del mondo del cinema e della finanza. Arrivò al punto – per fortuna non successe – di dare disposizione affinché tutti i progetti, disegni e modelli delle sue architetture venissero bruciate alla sua morte.

Perché a Julia Morgan non interessava la fama, interessava solo che le sue architetture fossero solide, durevoli, confortevoli, e ben progettate. “I miei edifici saranno la mia eredità… parleranno per me molto tempo dopo che me ne sarò andata“​ – Julia Morgan.

A sinistra, Esterno della casa Davis, 1913, al 2833 Bancroft St, Berkeley, California. Oggi è nota come Davis House di proprietà della Berkeley Student Cooperative. Photo © Jamese Edelen; a destra, la sobria casa di Julia Morgan a San Fransisco, in Divisadero Street, dove si ritirò nel 1951.

davis house e casa di julia morgan a san francisco

In copertina, Merrill Hall presso Asilomar Conference Center per la YWCA (Young Women’s Christian Association), Pacific Grove, Monterey, California, 1928-29. Photo © Heatherawalls – Opera propria, CC0

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