Il design è progettazione, necessità, visione, idea che ha uno scopo o, in questo caso, che ha moltissimi scopi.
Dai frigoriferi alle stufe, da cappe e cucine a lavabi, fino a scooter elettrici: questo è EMO design, lo studio che vede il design non come un fine, ma come un mezzo per realizzare tutto ciò che ci serve. Verso l’infinito, e anche oltre.
Cos’è (e chi è) EMO design?
Abbiamo iniziato il nostro percorso in una piccola stanza, in una casa in collina, con un team costituito da tre persone, una figura manageriale e due designer. Non abbiamo mai considerato l’idea di lavorare nel settore dell’arredo, perché non lo sentiamo parte di noi e di quello che vogliamo fare; ci siamo quindi specializzati nell’industrial design a servizio di aziende molto diverse tra loro.
Abbiamo deciso di perseguire questa strada perché Lukasz Bertoli, uno dei soci fondatori, proveniva da un’esperienza presso un noto studio di design austriaco, specializzato proprio nel design industriale; aveva già collaborato con importanti aziende nel settore dell’elettronica e degli elettrodomestici, e abbiamo proseguito in quella direzione. Oggi siamo diventati una squadra di circa 15 persone e il nostro studio ha rilevato parte di un altro noto studio di design – JoeVelluto – che opera in ambiti complementari al nostro.
Macchina da caffè Zero, progettata per Dalla Corte.
In questo modo desideriamo ampliare l’offerta dei nostri servizi, introducendo alcune novità come come l’exhibition design, la cura di mostre e l’art direction, nei quali JoeVelluto si è sempre distinto. Così nel corso degli anni, siamo cresciuti in modo costante, migliorando le nostre competenze e aggiungendo nuovi servizi. Dapprima abbiamo introdotto l’UI (user interface) design, un’evoluzione del design di prodotto nata in seguito alla trasformazione delle interfacce e delle interazioni uomo-macchina (passate da analogiche a digitali).
Successivamente si è reso indispensabile iniziare a lavorare sull’intera esperienza dell’utente con il prodotto introducendo, come ulteriore servizio, lo user experience design. Da circa due anni abbiamo, inoltre, inserito una nuova specializzazione nell’ambito del design per la comunicazione, sia online che offline.
Cappa Vogue, progettata per Falmec.
Il vostro catalogo comprende moltissimi prodotti diversi. Qual è il vostro punto di partenza (o di arrivo)?
Il segreto, e la base del nostro lavoro, è progettare seguendo le necessità del nostro cliente e del mercato, e l’avere un metodo ben preciso e codificato ci consente di operare con rapidità ed efficacia per soddisfare ogni richiesta.
Prima di avviare un qualsiasi progetto analizziamo il mercato, visitiamo le aziende, testiamo i prodotti e ci impegniamo per individuare i punti critici e da migliorare. Per noi è anche fondamentale il rapporto che si viene ad instaurare: con alcune aziende sviluppiamo delle vere e proprie partnership, che ci consentono di ottenere dei prodotti davvero fedeli ai valori sia del nostro brand, sia del nostro cliente.
Lavabo Glam, progettato per Scarabeo Ceramiche.
Qual è quindi la vostra idea di design e cos’è il design per voi?
Il design è uno strumento attraverso il quale i brand possono differenziarsi nel panorama commerciale e industriale, rendendosi unici, stabilendo la propria identità e facendosi quindi notare rispetto alla concorrenza.
Spesso, anche un semplice dettaglio estetico o funzionale può fare la differenza, perché migliora l’interazione dell’utente con l’oggetto stesso; questo vale anche per le aziende del settore business-to-business, ovvero che scambiando prodotti e servizi con altri brand invece che con privati, come accade nel design d’arredo. Il design dei prodotti che realizziamo deve essere coerente con i valori del marchio, con la storia e le specializzazioni dell’azienda e, soprattutto, deve durare nel tempo.
I due soci Lukasz Bertli e Carlo Ciciliot.
In copertina: cappa Dama, progettata per Falmec.