“Ogni ora del giorno porta dentro di sé un miracolo di luce” Peggy Guggenheim
Sarà perché è invisibile ma rende visibile il mondo, sarà perché senza di essa non esisteremmo, sarà perché è unità di misura delle distanze cosmiche. Di sicuro la luce resta, tra tutti i fenomeni fisici, quello più carico di simboli, di significati e di effetti sulla vita dell’uomo e della realtà che lo circonda. Un ‘medium’ tra trascendenza e mondo fenomenico.
Ciò che sorprende è come questa sua qualità di medium non sia mai venuta meno nella lunga millenaria storia umana. Si parte dalla scoperta del fuoco per arrivare ad oggi, passando attraverso civiltà antichissime e uomini che ne hanno indagato la natura ricorrendo agli strumenti e alle conoscenze, di volta in volta, disponibili. Arte, architettura, filosofia, scienza, tutte hanno subito il fascino di questa inafferrabile energia la cui presenza scandisce i ritmi della natura e disegna i contorni – tra chiaro e scuro – dell’opera dell’uomo e del suo pensiero.
A sinistra, lampada da tavolo Sorrento design Valerio Sommella; a destra, lampada da tavolo Lorosae design Alvaro Siza.
Stabilita questa premessa diventa più facile comprendere quali sforzi e obiettivi si celino dietro a realtà che intorno alla luce hanno costruito la propria identità imprenditoriale. Una di queste è Nemo Lighting. L’incontro con Andrea Spallino – direttore commerciale e Ceo ILTI Luce, Nemo Group – è stato un viaggio rivelatore e un’occasione per scoprire come la luce sia materia di progetto, di costante e approfondita attenzione alla qualità, all’efficienza, alla resa e a tutte le implicazioni che riguardano ambiente e sostenibilità. Ma soprattutto l’uomo e il suo benessere.
Nemo nasce nel 1993, a Milano, per volontà di Franco Cassina che all’azienda madre specializzata in imbottiti di design, aveva inteso affiancarne una che producesse lampade e accessori come completamento dell’offerta d’arredo.
“Esperienza interessante nelle premesse ma destinata ad arenarsi, poco dopo, per l’oggettiva differenza tra le due tecnologie produttive. – spiega Spallino – In sostanza produrre imbottiti non è come produrre illuminazione. E pure limitare l’esistenza di un’azienda alla sola progettazione e produzione di lampade di design – per quanto belle, funzionali e interessanti – non era commercialmente e strategicamente una scelta vincente nel medio e lungo periodo”.
Lampada da tavolo Cabanon design Le Corbusier.
L’ingresso, nel 2004, di Poltrona Frau in Cassina porterà, nel giro di poco tempo, alla vendita di Nemo. La proprietà passerà a Federico Palazzari che avvierà importanti cambiamenti e investirà risorse per trasformare l’azienda in un autentico ‘laboratorio di innovazione’. Un gioiello che non mancherà di dare dimostrazione, nel tempo, del suo grande valore tecnologico.
Nemo è un nome rivelatore. Nemo è il nome dell’impavido e misterioso capitano raccontato da Jules Verne nel romanzo “Ventimila leghe sotto i mari”. È il prototipo dell’uomo Prometeo, in perenne esplorazione dell’ignoto e delle profondità marine. In pratica lo stesso spirito che muove Nemo Lighting in relazione alla luce, come vedremo.
Lampada da terra Parliament design Le Corbusier.
Dell’esperienza con Cassina, Nemo recupera la grande operazione legata a I Maestri, coniando la collezione Master. Unisce, sostanzialmente, storia e innovazione editando lampade mai prodotte o prodotte per progetti specifici e quindi sconosciute al pubblico. “Questo significa non solo aver recuperato dagli archivi progetti di lampade di Le Corbusier, Charlotte Perriand, Vico Magistretti, Franco Albini, Alvaro Siza, Kazuhide Takahama, Lina Bo Bardi – chiarisce Spallino – ma le abbiamo completamente ingegnerizzate, aggiornate dal punto di vista elettrico e rese industrialmente realizzabili. Offrendo ai consumatori la possibilità di acquistare, a un prezzo equo, oggetti di grande design. Perché la bellezza non deve restare un privilegio, deve essere per tutti”.
Accanto alla Collezione Master, Nemo ha poi sviluppato progetti che portano la firma di grandi protagonisti del design contemporaneo tra cui Mario Bellini, Jean Nouvel, Andrea Branzi, Bernhard Osann e Arihiro Miyake.
Lampe de Marseille design Le Corbusier.
Se l’ambito design si muove su parametri progettuali ed estetici legati, soprattutto per le lampade della collezione Master, a fonti luminose più convenzionali l’avvento dell’illuminazione LED ha cambiato in modo sostanziale il progetto della luce.
“L’avvento della tecnologia LED – sottolinea il direttore commerciale e Ceo ILTI Luce – ha la stessa portata di una rivoluzione copernicana. Ha cambiato radicalmente le prospettive di sviluppo della luce, della sua applicazione, del suo progetto. La striscia LED, la sua versatilità e capacità di adattarsi alle forme, ha sgombrato il campo dai vincoli che imponeva la sorgente luminosa tradizionale. Questo ha aperto spazi di libertà espressiva che prima non c’erano. Ovviamente la tecnologia LED viene applicata anche alle lampadine, ma a questo punto per un fattore meramente estetico, di design. C’è poi, centrale, il tema della riciclabilità che nel caso della tecnologia LED è vicina al 100% cui si aggiunge la lunga durata d’esercizio – circa 80.000 ore – e il sostanziale contenimento dei consumi. Conti alla mano sono circa 9 anni di accensione h24. E la durabilità è un elemento che rende sostenibile un prodotto”.
Lampe de Bureau design Charlotte Perriand.
Tornando alla storia dell’azienda, nel 2020, Nemo Lighting acquisisce la torinese ILTI Luce, azienda di illuminotecnica. Cui ha fatto seguito, un anno fa, anche l’acquisizione della quota di maggioranza della Reggiani Illuminazione, anch’essa impegnata storicamente nel campo dell’illuminotecnica e dell’illuminazione d’architettura. Due passi decisivi che ampliano i settori di sviluppo puntando al mondo dell’illuminazione tecnica con particolare attenzione per musei, retail, museale e outdoor, come spiega Andrea Spallino.
“È stato un ampliamento imprescindibile, necessario. Lavoriamo molto con i grandi gruppi della moda e la loro attenzione alla luce in chiave spaziale e scenografica è prioritaria. Così come nel settore delle costruzioni, il nostro interesse è concentrato verso quei progetti che incentivano l’impiego di tecnologie a basso impatto e ad alto contenuto tecnologico – e conseguenti vantaggi fiscali per chi decide di ricorrervi quando promossi a livello legislativo – migliorandone l’efficienza e gli standard qualitativi sia nell’immediato sia nel lungo periodo, con significativi risparmi in termini di consumi e controllo delle emissioni”.
Lampada da parete La Roche design Le Corbusier.
La grande sfida, oggi, si gioca intorno alla qualità dell’illuminazione e non solo sulla sostenibilità, che pure è fondamentale. “Bisogna ricordare che con il termine ‘sostenibilità’ ci si riferisce a un eco-sistema complesso dove ogni singolo passaggio/elemento di un progetto ha valore e senso solo se è concepito come parte di un tutto in perfetto equilibrio. Equilibrio che non è statico, ma dinamico. Ciò presuppone il confluire di conoscenze e competenze che spaziano dalla biologia alla fisiologia umana e al contempo la padronanza dei parametri fisici e ottici che ruotano intorno alla luce intesa come ‘materia di progetto’. Si va ben al di là degli aspetti estetici e di design di una lampada. Si entra nel territorio dei bioritmi dell’essere umano, della sua salute e del suo benessere, del ciclo circadiano che regola la vita su questo Pianeta. Significa guardare al Sole, a quella stella che da migliaia di anni illumina il cammino dell’umanità, in un eterno nascere e tramontare quotidiano”.
Tecnicamente significa lavorare sul colore della luce, sulla sua mutevolezza riferita al giorno che scorre e alle stagioni che si susseguono. Vuol dire ricorrere all’indice di resa cromatica – CRI – un parametro complesso che fornisce l’esatta ‘composizione e frequenza delle onde elettromagnetiche’ che colpiscono un oggetto restituendone i contorni, i colori, la luminosità, le ombre come fosse posto sotto la luce del sole.
“Puntiamo a quella perfezione, a quella qualità. Che non sarà mai del 100% ma, in alcuni casi, si può arrivare al 98%. Ovviamente si tratta di una tecnologia molto costosa che impieghiamo principalmente in campo museale dove la luce è elemento fondamentale per osservare un’opera d’arte. Tra l’altro ogni singola opera necessita di studi mirati: illuminare un Caravaggio è profondamente diverso da illuminare un Picasso. Questo per dire che non esiste standardizzazione ma progetti su misura. È richiesta una capacità di controllo millimetrica, un livello tecnologico mai raggiunto prima e su cui continuiamo a lavorare. Questa attenzione vale anche per gli spazi e l’architettura dove si lavora su scale diverse ma non meno sfidanti e complesse”.
A sinistra, lampada da tavolo Borne Beton design Le Corbusier; a destra, Projecteur 360 Pendant design Le Corbusier.
Pensando all’uomo e alla sua esigenza di benessere e di rispetto del naturale ciclo giorno-notte, l’applicazione di questa tecnologia potrebbe avere un’importante impatto sulle sue condizioni psicofisiche quotidiane. Un salto qualitativo che modificherebbe anche la fruizione degli spazi domestici.
“Esattamente, e non è un caso che nei nostri servizi sia contemplato questo tipo di approccio progettuale anche per il residenziale. Ci sono lampade in grado di modificare la temperatura della luce LED grazie a sensori collegati in rete, che seguono lo scandire dell’orologio naturale. La striscia LED parte con una temperatura mattutina calda, arriva a livello zenit a mezzogiorno con il picco massimo di freddezza per poi ricalare nuovamente verso una temperatura calda sino al tramonto. Numerosi studi confermano come questa sequenza, ritmi in maniera corretta le attività umane dove l’apice di massima vitalità si manifesta nelle ore centrali della giornata per poi rallentare nella seconda metà della stessa”.
Lampada a sospensione Chloris design Arihiro Miyake.
Competenze, ricerca e strategia. Il cammino intrapreso da Nemo Lighting conferma l’esistenza di una visione sul futuro della luce e di come il gruppo intende perseguirlo. Lavorando su uno spettro che copre più ambiti d’applicazione mantenendo, tuttavia, distinte le aziende con lo scopo non solo di rispettarne le specificità ma anche la libertà d’investimento. La convergenza di obiettivi è da trovare nella capacità del gruppo di rispondere in modo strutturato alle sfide del mercato, di saper integrare le singole esperienze in un patrimonio condiviso, in un network la cui forza risiede nell’essere punto di riferimento di innovazione e ricerca a livello nazionale e internazionale.
Vale la pena, ora, di chiudere il cerchio. Perché la luce non solo è fisica, scienza, natura ma è molto altro come dimostra questo viaggio in compagnia di Nemo Lighting. È emozione, suggestione, piacere, salute, benessere, passione, visione, con protagonista l’uomo e il suo mondo fisico e spirituale. È pura magia.
Andrea Spallino – direttore commerciale e Ceo ILTI Luce, Nemo Group. Ph. Gabriella Di Muro.